i bambini della terra santa tra domande sulla guerra e la ricerca di pace attraverso la scuola

i bambini della terra santa tra domande sulla guerra e la ricerca di pace attraverso la scuola

I bambini della Terra Santa vivono la guerra tra paura e speranza, trovando nella scuola francescana un rifugio fondamentale per crescere, imparare e coltivare il desiderio di pace nonostante le difficoltà quotidiane.
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L'articolo racconta come i bambini della Terra Santa vivono la guerra quotidiana, trovando nella scuola un rifugio fondamentale per la crescita, la speranza e la costruzione di un futuro di pace. - Gaeta.it

Nel cuore della terra santa, i bambini vivono esperienze segnate dalla guerra e dalla violenza quotidiana. La loro vita è un susseguirsi di paure, domande e tentativi di capire un mondo in cui la brutalità sembra sempre dietro l’angolo. Questi piccoli osservatori affilano la sensibilità sui dettagli della loro realtà, fatta di suoni di sirene, distruzione e speranza fragile. La scuola e la comunità diventano per molti l’unico rifugio dove coltivare la normalità, imparare e sognare un futuro lontano dal conflitto.

I segni della guerra nell’infanzia della terra santa

I bambini che crescono in terra santa non sono estranei alla guerra; sentono i sibili dei missili, vedono come scompare ogni cosa attorno a loro. A gaza, ad esempio, la guerra ha cancellato ogni normale attività scolastica. Nel 2025, gli edifici scolastici sono stati distrutti e le lezioni non hanno più orari, non ci sono aule, libri o matite disponibili fisicamente. Restano però nelle menti e nei cuori di questi bambini tutti i ricordi e l’apprendimento vissuto prima che la violenza strappasse via il tessuto delle loro giornate.

In altre città della terra santa, la scuola continua in un apparente clima di normalità, anche se con interruzioni frequenti causate dall’arrivo delle sirene che annunciano l’imminente lancio di missili. Questi segnali sono pesanti nelle vite dei piccoli, costringendoli a vivere in un clima di isolamento e paura. Il quotidiano è segnato da nuovi ritmi fatti di attesa e silenzi improvvisi.

Una sensibilità emotiva affinata

In questa realtà, i bambini assorbono ogni minimo stimolo esterno, ogni parola e suono, ogni momento di caos o calma, sviluppando una sensibilità intensa. Questa loro finezza emotiva richiede da parte degli educatori una cura particolare della loro crescita emotiva, spesso duramente provata dalla situazione di costante emergenza.

Il valore simbolico delle cerimonie scolastiche in tempo di guerra

Nonostante i colpi della guerra, alcune scuole della terra santa provocano e conservano momenti di festa e riconoscimenti importanti, come la “graduation”, la consegna dei diplomi di fine ciclo. Questi eventi, seppur spesso sospesi o annullati per i pericoli dei bombardamenti, rappresentano occasioni preziose per i bambini e le famiglie. Sono momenti per riprendere fiato, confrontarsi, riconoscere risultati e motivare la crescita delle nuove generazioni.

Particolarmente toccante è la festa per i bambini che passano dalla scuola materna alle elementari. In pochi anni, questi piccoli affrontano passi decisivi non solo nella crescita fisica ma anche nell’apprendimento e nelle sfide emotive del vivere in una terra segnata dalla guerra. Il passaggio alle scuole primarie simboleggia l’ingresso in una vita che già dall’inizio pone difficoltà enormi, ma che viene affrontata con forza, lucidità e qualche sorriso ironico.

La voglia di normalità che resiste

Queste cerimonie mostrano la voglia di normalità e la capacità di sperare, facendo emergere la determinazione di chi vive quotidianamente tra distruzione e voglia di futuro. La scuola diventa una specie di scudo e un luogo da cui ricevere energia per continuare ad andare avanti nonostante tutto.

Le domande difficili dei bambini sulla guerra e il loro desiderio di verità

I bambini della terra santa non sono solo spettatori passivi; formulano domande precise e pesanti: «È giusto soffrire a causa della guerra?». La risposta nelle loro parole è netta e decisa: non è giusto. Questi pensieri, insoliti per la loro età, rivelano una profondità e una chiarezza che stupiscono. Vogliono sapere perché accadono queste tragedie, cercano una verità capace di far cessare la violenza.

Nel giorno della “graduation”, mentre mostrano con orgoglio i loro diplomi, pensano ai coetanei di gaza. Non solo si preoccupano delle ferite fisiche e morali che questi bambini hanno subito, domandano se hanno cibo, un letto e soprattutto la presenza dei genitori. La loro principale domanda è sulla presenza di padri e madri, poiché sanno quanto è fondamentale per un bambino avere accanto la propria famiglia, soprattutto in tempi così duri.

Un richiamo ai diritti fondamentali

Questo sentimento commovente non è solo empatia, ma un richiamo ai diritti fondamentali dei bambini. In terra santa, dove la guerra ha spesso spezzato legami e sicurezza, la protezione da parte dei familiari resta un bisogno primario, difeso con forza da chi ha già dovuto affrontare troppe privazioni.

La scuola francescana come luogo di formazione alla pace e alla speranza

Le scuole della custodia di terra santa, gestite secondo il carisma francescano, lavorano per formare giovani capaci di abbracciare la pace. Ogni anno, anche in mezzo alle difficoltà, i bambini recitano con rispetto la preghiera di san francesco, un momento semplice ma intenso. Questo gesto racconta la volontà di portare avanti un percorso di crescita che non si ferma alla mera istruzione, ma punta a guidare i bambini verso la costruzione di un futuro diverso.

Educatori e comunità scolastica trovano nei bambini la forza per andare avanti, ascoltando le loro richieste di giustizia, verità e un mondo libero dalla violenza. La dimensione educativa ha quindi un ruolo concreto, non astratto: cerca di rispondere con fatti e attenzioni al bisogno urgente di pace che nasce nel cuore di chi vive accanto ai conflitti.

La scuola come presidio insostituibile

Così, la scuola rimane un presidio insostituibile. Non solo insegna lettere o matematica, ma alimenta la speranza, offre protezione e permette a questi piccoli di imparare cosa significa anche resistere all’orrore della guerra, con occhi aperti e mente viva.

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