Un fatto di gravissima rilevanza si è consumato durante il recente consiglio comunale di Latina, dove la sindaca Matilde Celentano ha espresso la sua frustrazione e il suo rammarico per la mancata costituzione di parte civile del Comune nel procedimento penale legato a intimidazioni di natura mafiosa. Le accuse riguardano irregolarità nella gestione di chioschi sul lungomare, un tema che ha sollevato un acceso dibattito tra le forze politiche locali e ha evidenziato problematiche questioni di responsabilità amministrativa.
Il caso chioschi e le accuse di mafia
La situazione è emersa in seguito a un’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha portato al rinvio a giudizio di otto persone, tra cui nomi noti come Alessandro, Fabio e Maurizio Zof. Questi individui erano coinvolti nella gestione di uno dei chioschi e sono accusati di turbativa d’asta ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. La legge prevede la possibilità per il Comune di costituirsi parte civile fino all’udienza preliminare, che per questo caso si è conclusa senza l’azione da parte dell’ente.
La sopraccitata indagine ha suscitato interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia dell’amministrazione comunale, con l’ex sindaco Damiano Coletta che ha commentato in modo critico la decisione di non intervenire. Il suo richiamo alla responsabilità da parte dell’attuale giunta è stato chiaro: “Dovete chiedere scusa ai cittadini”, ha affermato, suggerendo che siano giunte da parte dell’amministrazione scelte poco sagge e poco coraggiose.
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Accuse e reazioni in aula
Durante la seduta del consiglio comunale, i toni si sono fatti accesi. Il presidente Raimondo Tiero ha dovuto interrompere le discussioni per mantenere l’ordine, nonostante i tentativi dei consiglieri di esprimere il loro disappunto. Gli interventi, caratterizzati da toni che variano tra la veemenza e l’emozione, hanno mostrato la preoccupazione di molti membri per come la situazione sta influenzando l’immagine e la sicurezza della comunità.
Curiosamente, la registrazione in tempo reale degli eventi del consiglio comunale non era disponibile sul sito ufficiale del Comune. Questo ha sollevato ulteriori dubbi riguardo alla trasparenza dell’amministrazione locale e ha alimentato le discussioni in corso.
La posizione della maggioranza e le critiche
In risposta ai fatti, il centrodestra ha immediatamente diramato una nota ufficiale, esprimendo preoccupazione e chiedendo chiarimenti. La maggioranza ha fatto sapere che già dal precedente giorno erano state sollecitate informazioni, sostenendo la sindaca Celentano nel suo impegno per avviare accertamenti urgenti. I capigruppo hanno evidenziato che l’amministrazione ha già operato numerose costituzioni di parte civile in casi precedenti e hanno rigettato le accuse rivolte da parte dell’opposizione riguardo alla mancata azione legale.
La posizione della giunta è chiara: nonostante le critiche, il Comune avrebbe agito sempre nell’interesse della comunità. Alcuni esponenti di maggioranza hanno denunciato la strumentalizzazione delle affermazioni altrui, definendo infondate le accuse di negligenza.
La questione della responsabilità amministrativa
L’assenza di un’azione concreta da parte dell’amministrazione comunale in un caso così grave ha sorpreso molti. L’idea di responsabilità pubblica, specialmente riguardo a situazioni di malversazione o intimidazione mafiosa, è un tema scottante. I cittadini si attendono di essere protetti e rappresentati, e il fatto che il Comune non si sia mosso in tempo utile per difendere tale diritto suscita interrogativi legittimi.
La calma apparente della giunta, in mezzo a una situazione di così alto profilo, potrebbe rivelarsi controproducente. Le elevate aspettative della comunità di Latina richiedono risposte pronte e azioni definitive, piuttosto che ritardi e incertezze. Il passo successivo per gli amministratori sarà cruciale, e gli occhi degli elettori sono puntati sui prossimi sviluppi di questa delicata vicenda.