Le recenti indagini condotte dalla Fondazione Nord Est sugli italiani emigrati dalle regioni settentrionali rivelano un quadro interessante. I giovani che hanno deciso di espatriare sembrano affrontare il futuro con maggiore ottimismo rispetto a quelli che sono rimasti in Italia. Questo articolo esplorerà le aspettative, le incertezze e le valutazioni dei giovani espatriati riguardo alla meritocrazia e al futuro del Paese.
Aspettative ottimistiche degli espatriati
Alla luce dei dati emersi, le aspettative dei giovani espatriati si rivelano decisamente più rosee rispetto a quelle dei coetanei rimasti in patria. Risulta che quasi il 90% dei giovani italiani espatriati sostiene di avere il controllo sul proprio futuro, attribuendo quindi gran parte delle responsabilità al proprio impegno personale. Questo senso di autoefficacia è rafforzato dal fatto che sette su dieci di loro si aspettano un futuro felice e ricco di opportunità, e due su tre credono che il loro domani sarà addirittura migliore di quello attuale.
Al contrario, i giovani che sono rimasti nel Nord Italia mostrano una visione più mesta, con meno di sei su dieci che pensano che il proprio impegno possa influenzare positivamente il loro avvenire. Le aspettative si abbassano ulteriormente: meno di cinque su dieci si augurano di essere felici e solo tre su dieci si aspettano opportunità significative.
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Questa differenza di visione può essere interpretata come una conseguenza delle difficoltà riscontrate nel mercato del lavoro italiano, dove molti giovani avvertono una scarsità di sistemi di valorizzazione del merito. La percezione di un ambiente lavorativo poco stimolante in Italia, caratterizzato dalla mancanza di una cultura del riconoscimento e dell’equilibrio tra vita professionale e privata, spinge i giovani verso altre nazioni, dove le opportunità sembrano più accessibili.
Incertezze e paure: il confronto tra espatriati e residenti
Se l’incertezza sembra essere un sentimento condiviso tra tutti i giovani italiani, essa colpisce in maniera più marcata quanti sono rimasti nel Settentrione. I dati indicano che tre giovani su dieci residenti giù nel Nord Italia vedono il futuro come allarmante, mentre solo due su dieci tra gli espatriati condividono questa paura. Questa discrepanza evidenzia il maggiore livello di ansia per il futuro che potrebbe derivare da fattori economici, sociali e occupazionali percepiti come negativi in Italia.
Riguardo alla possibilità di affrontare la povertà e la disoccupazione, le illazioni degli espatriati appaiono più concilianti: meno di uno su dieci teme un domani segnato dalla mancanza di occupazione o da difficoltà economiche. Questo quadro delineato dai giovani espatriati suggerisce una ricerca di maggiore stabilità e sicurezza all’estero, dove percepiscono l’apprendimento e la crescita come parte integrante della loro esperienza professionale.
La percezione del merito in Italia e all’estero
La questione della meritocrazia si presenta come un asse centrale nelle motivazioni che spingono i giovani a espatriare. Il 85% degli espatriati denuncia la scarsità di meritocrazia in Italia, ritenendo che altrove le opportunità di dimostrare il proprio valore siano nettamente superiori. Quest’idea è in netto contrasto con quanto affermano i giovani che sono rimasti in Italia: solo il 54% di loro critica il sistema meritocratico nazionale.
Questa differenza di opinione sulle opportunità lavorative è particolarmente significativa. Per i giovani espatriati, la scarsa valorizzazione del merito è una delle principali motivazioni per la quale hanno deciso di cercare fortuna all’estero. Richiesta di condizioni lavorative che favoriscano il riconoscimento dei risultati e delle capacità personali rappresenta quindi un aspetto cruciale per comprendere la strategia di mobilità dei giovani italiani, la quale potrebbe portare a una significativa scarsità di talenti nel lavoro nostrano se non si apportano cambiamenti significativi nel sistema lavorativo italiano.
Il confronto tra le speranze e le paure dei giovani espatriati e di quelli residenti in Italia mostra quanto il contesto lavorativo e sociale incida sulle scelte di vita e sul modo in cui si percepisce il futuro.