Quando un protagonista della comunità si spegne, si perde qualcosa di più di una semplice presenza. Gianpiero cresto lobia è morto domenica 11 maggio, poco prima di compiere 61 anni e subito dopo aver chiuso la sua carriera come vigile del fuoco volontario a lanzo torinese. La caserma che ha guidato per anni ospita ora la sua camera ardente, trasformando un luogo di servizio in spazio di ricordo e omaggio.
La morte di gianpiero cresto lobia e le celebrazioni nella caserma di lanzo torinese
Gianpiero cresto lobia si è spento domenica 11 maggio, pochi giorni prima del suo 61º compleanno e del pensionamento tanto atteso. La notizia ha colpito profondamente i vigili del fuoco volontari di lanzo torinese, realtà a cui era legato da quasi trent’anni. Era previsto un doppio evento per celebrare il suo compleanno e il suo congedo, ma la festa si è trasformata in un momento di cordoglio.
Dal 12 maggio, alle ore 18, fino a mercoledì 14 maggio alle 14, la camera ardente è stata allestita presso il distaccamento in via uppia. Durante questo periodo il picchetto d’onore ha assicurato il rispetto delle sue volontà e la presenza continua al suo feretro. La giornata del 14 maggio ha visto lo svolgersi del funerale nella parrocchia di san giacomo a balangero, alle ore 15. La sera precedente, martedì, è stato recitato il santo rosario nella caserma di lanzo alle 20.30, momento di raccoglimento e preghiera per chi lo conosceva bene.
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Il percorso di cresto lobia fra operatività e formazione nei vigili del fuoco volontari
Gianpiero cresto lobia ha aderito al distaccamento di lanzo torinese nel 1996, iniziando il suo impegno come semplice vigile del fuoco volontario. Dopo dieci anni ha assunto il ruolo di caposquadra, un incarico che ha mantenuto fino al 2024. Nel corso della sua carriera, ha partecipato a molteplici interventi di soccorso, dalla gestione di emergenze locali sino a eventi di portata maggiore.
Non solo operatore sul campo, cresto lobia ha arricchito il distaccamento con il suo impegno nella formazione. Per diversi anni ha guidato i cadetti reclute pompieri, trasmettendo ai giovani volontari competenze pratiche e un senso profondamente radicato del dovere e della solidarietà. La sua reputazione si basava su un approccio calmo sotto pressione e sulla capacità di organizzare rapidamente squadre in situazioni critiche.
La sua esperienza si è estesa anche al ruolo di capo distaccamento, un impegno a cui ha dedicato risorse personali e tempo, spesso al limite delle sue forze. Il contributo offerto è stato riconosciuto come fondamentale per l’efficace funzionamento della struttura locale.
L’impegno continuo anche durante la malattia e le radici familiari di cresto lobia
Anche quando la malattia ha iniziato a pesare su di lui, gianpiero cresto lobia non ha abbandonato il suo distaccamento. Ha mantenuto un ruolo attivo, contribuendo in particolare alla raccolta fondi per acquisire una nuova autoscala pompe soccorso , strumento indispensabile per attività di soccorso avanzate. La sua presenza ha continuato a spronare i colleghi più giovani, lasciando un esempio concreto di dedizione.
Abitava a balangero, piccolo comune limitrofo, ed era impegnato sul lavoro nello stabilimento mustad. Il legame familiare era forte: lascia la moglie gabriella e due figli, andrea e mattia, che rappresentavano per lui un centro di vita e sostegno nelle sfide quotidiane.
Reazioni della comunità e contributo lasciato al corpo vigili del fuoco volontari di lanzo torinese
In seguito alla scomparsa, il personale del distaccamento di lanzo torinese ha espresso il proprio cordoglio con un messaggio ufficiale, riconoscendo il ruolo fondamentale svolto da cresto lobia. Hanno ricordato la sua entrata nel corpo nel 1996, il passaggio a caposquadra nel 2006 e la guida come capo distaccamento fino al 2024. Hanno messo in luce la sua attività fuori servizio operativo, in particolare nel campo della formazione, sottolineando quanto sia stato punto di riferimento per tanti colleghi, vigili e ex vigili.
Lanzo perde così non solo un vigile del fuoco, ma anche un istruttore e un amico. Le vie in cui ha operato con riserbo e la caserma che ha diretto da anni accolgono il suo ricordo. Le tracce lasciate dal suo impegno saranno parte della storia e della quotidianità del distaccamento, che continua a essere casa per chi ha dedicato la propria vita al soccorso e alla comunità.