L’afflusso turistico rappresenta una delle leve principali per lo sviluppo economico di molte località, ma la sua gestione si rivela cruciale, soprattutto in un contesto di crescente affollamento. Il professor Antonio Coviello, esperto in Economia, Management e Sostenibilità all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, analizza le problematiche legate al fenomeno dell’overtourism, evidenziando strategie pratiche e soluzioni necessarie per preservare il patrimonio culturale e naturale.
La necessità di una gestione sostenibile del turismo
Gestire efficacemente il turismo implica affrontare fluttuazioni impreviste nel numero di visitatori. Utilizzare dati analitici per prevedere i flussi è diventato indispensabile, ma non basta. È fondamentale costruire una forza lavoro competente nel settore, selezionare i segmenti turistici da attrarre e pianificare con attenzione la distribuzione dei visitatori nello spazio e nel tempo. L’obiettivo è garantire che la crescita turistica non comprometta le risorse culturali e ambientali delle destinazioni, preservando così l’identità e l’integrità delle comunità locali.
Coviello sottolinea come l’attuale scenario post-pandemia abbia rivelato criticità già esistenti, come la concentrazione di visitatori in poche località. Questo fenomeno non solo pregiudica l’esperienza turistica, ma mette a rischio anche le comunità residenti, costrette a sopportare pressioni economiche e sociali elevate. Le città devono quindi adattarsi a un numero crescente di visitatori, pianificando politiche che favoriscano una gestione equilibrata e sostenibile.
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Overtourism: un problema globale da affrontare
L’overtourism, definito come il sovraffollamento di turisti in determinate destinazioni, è una questione che affligge molte località di fama mondiale. Secondo Coviello, l’80% dei viaggiatori si concentra su solo il 10% delle destinazioni turistiche. Questo squilibrio porta a una saturazione che danneggia tanto l’ambiente quanto l’economia locale. Recenti episodi a Roccaraso, un noto centro sciistico in Abruzzo, evidenziano come anche piccole città possano essere colpite da questo fenomeno.
Per affrontare l’overtourism, è cruciale destinare i proventi del turismo alle comunità locali. Ciò significa investire le tasse turistiche e le entrate derivanti dalle attrazioni in progetti di conservazione e restauro. Inoltre, immaginare un sistema di accesso a pagamento per singole attrazioni non solo genera fondi, ma contribuisce a regolare il numero di visitatori. Promuovere eventi di grande richiamo può generare risorse utili per migliorare le infrastrutture, beneficiando così anche i residenti.
Come le città possono fronteggiare l’aumento del turismo
La ricerca condotta da Coviello offre una mappa utile per le amministrazioni comunali, mostrando le città potenzialmente più suscettibili ai flussi turistici. Nel 2023, Dubrovnik, Venezia e Macao si attestano ai vertici della classifica relativa al numero di notti trascorse dai visitatori. Roma occupa la tredicesima posizione, evidenziando l’attrattiva delle città italiane.
Con l’aumento previsto dei viaggiatori, le amministrazioni dovranno adottare misure atte a fronteggiare questa situazione. Ciò include la programmazione di attività e l’organizzazione di sistemi di monitoraggio per rilevare eventuali segnali di saturazione nelle aree più esposte al turismo. L’implementazione di tali politiche non solo offrirà una risposta proattiva alle sfide dell’overtourism, ma contribuirà anche a garantire un’ospitalità di qualità, che possa rafforzare il rapporto tra turisti e comunità locali.
La gestione del flusso turistico rappresenta quindi una sfida necessaria ma non impossibile. È fondamentale, nel lungo termine, impostare regole chiare e politiche intelligenti per garantire che il turismo possa continuare a essere una risorsa preziosa per le città, preservando al contempo il loro patrimonio culturale e naturale.