La serata di lunedì 5 maggio presso Gabrini a Roma ha riunito cuochi e appassionati attorno a una tavola ricca di sapori intensi e idee originali. Nel cuore di Prati, il locale ha ospitato Barred, il ristorante di San Giovanni guidato dai fratelli Tiziano e Mirko Paolucci, che hanno presentato una cena pensata per stupire con piatti creativi e vini naturali poco convenzionali. L’evento rientra nella seconda stagione del format “Giostra”, un progetto ideato da Gabrini per valorizzare la cucina italiana contemporanea attraverso serate conviviali e imprevedibili.
La location e l’atmosfera di Gabrini a prati
Gabrini si trova nel quartiere Prati, in uno spazio che un tempo ospitava la rosticceria Franchi, attività storica della zona. Oggi l’ambiente è cambiato profondamente: dagli arredi su misura ai tavoli raccolti, la cucina a vista trasforma ogni cena in un’esperienza più intima e coinvolgente. La sala invita a una pausa lenta e pensata, fatta di sapori da gustare con calma e attenzione.
Il locale mantiene un equilibrio tra tradizione e modernità, con tocchi urbani che si notano non solo nelle scelte d’arredo ma anche nella proposta gastronomica. I volumi sono contenuti, l’illuminazione soffusa crea un’atmosfera raccolta che favorisce la conversazione e l’attenzione per ogni dettaglio della portata. Il richiamo alla cucina di strada, lontana dall’eccesso e concentrata su materia prima e tecnica, si ritrova nelle scelte di menù e nella gestione dello spazio.
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Il menù bombardato di sapori firmato Barred
La serata ha avuto come protagonista un menu che i fratelli Paolucci hanno definito “BAM Bombe a Mano”, una sequenza di piatti che raccontano storie di gusto con sapiente follia e ironia, portando in tavola contrasti netti e profumi intensi. L’apertura con un fiore di zucca ripieno di mozzarella e alici ha subito richiamato la tradizione, con un tocco classico e rassicurante.
Subito dopo, un pan dorato condito con marinara, cozze e chorizo ha mostrato un incontro tra il mare e la piccantezza della salsa spagnola. Non meno importante la pizzetta alla brace con paté di fegatini, cipolla al mosto e sedano, piatto che unisce sapori decisi con una semplicità esecutiva ben calibrata. È un percorso che tende a sorprendere anche attraverso il carpaccio di manzo al tordo matto, dove sentori selvatici incontrano una sapidità che non stanca mai.
Il proseguo ha alternato consistenze e sapori: dalla focaccia con salsa harissa, che ha accompagnato la picanha alla brace, alla concia di zucchine. Il piatto più audace è stato senza dubbio il cuore di manzo alla pizzaiola, una scelta coraggiosa che ha dato un tocco intenso e deciso alla cena. A chiudere, una frolla al cacao con gorgonzola e mostarda ha portato un finale dove dolce e salato si sono equilibrati senza eccessi.
La selezione curata di vini naturali francesi
Accanto ai piatti di Barred, la scelta dei vini ha giocato un ruolo fondamentale nell’esperienza complessiva. La selezione comprendeva sette etichette di vini naturali, principalmente d’oltralpe, pensate per accompagnare e valorizzare le singole portate senza appesantire. Le bottiglie sono arrivate da regioni come Champagne, Jura, Alsazia, Loira e Bordeaux, con una proposta che ha preferito raccontare un’idea piuttosto che seguire etichette famose.
Tra i vini più curiosi c’era Le Temps des Cerises dal Languedoc, meno noto ma apprezzato per la sua capacità di esaltare senza coprire i sapori del cibo. La scelta ha voluto mettere in risalto sorprendenti accostamenti, come la bollicina dello champagne con la leggerezza del fiore di zucca, o i sapori più robusti e articolati con il manzo in diverse varianti. L’accurata selezione ha trasformato ogni boccone in un momento più vivido, suscitando nuovi stimoli per il palato.
La risposta della giostra e il prolungamento dell’esperienza a Gabrini
Il contributo di Barred ha lasciato traccia nella proposta gastronomica di Gabrini, dove per due settimane si potrà trovare il piatto simbolo della serata. La cucina guidata da Marco Moroni, chef e anima del locale, continuerà a valorizzare questo incontro fra la nuova antica gastronomia e la visione fresca di Paolucci. La Giostra organizzata da Gabrini si conferma come un’occasione non solo per cenare, ma anche per vivere una esperienza sensoriale diversa, basata sul dialogo tra cucine e sulle idee che si portano con sé.
Il progetto mantiene accessa la curiosità intorno al territorio romano e più in generale il panorama culinario italiano. L’evento del 5 maggio ha risvegliato interesse per le contaminazioni e la ricerca di nuove strutture organolettiche. Chi ha partecipato alla serata non ha trovato solo piatti, ma un modo di stare insieme intorno al cibo, che in fondo è anche storytelling fatto di gusto.