Un furto audace ha colpito la mostra dedicata ad Antonio Ligabue presso il Museo della Fanteria di Roma. Durante gli ultimi momenti dell’esposizione, un’opera d’arte è stata rubata, scatenando un’immediata indagine da parte delle forze dell’ordine. Un visitatore, accortosi della mancanza di un cane scolpito dall’artista, ha allertato la sicurezza del museo. La notizia ha suscitato grande scalpore e preoccupazione riguardo la sicurezza delle opere esposte.
Il furto avvenuto nell’ultima ora della mostra
Il furto si è verificato precisamente alle 19 di domenica, appena un’ora prima della chiusura della mostra su Antonio Ligabue. Un visitatore ha notato che uno dei cinque cani scolpiti dall’artista, realizzati intorno al 1930, era scomparso. Al suo posto, erano rimasti solo i ganci d’appoggio della base, segnale di un’azione rapida e pianificata. Questo accorgimento tempestivo ha permesso di attivare i protocolli di sicurezza e allertare i carabinieri di piazza Dante, che sono giunti sul luogo per gestire la situazione.
Il ladro ha dimostrato una notevole abilità nel compiere l’azione senza destare sospetti, tanto che nessuno, nemmeno i custodi del museo, ha percepito la sparizione. Questo solleva interrogativi sulla sorveglianza e sulle misure di sicurezza adottate durante eventi di tale rilevanza. Le indagini sono state immediatamente avviate e il Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri sta raccogliendo informazioni, nonostante l’assenza di telecamere di sorveglianza che avrebbero potuto registrare il furto.
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Indagini in corso per recuperare l’opera rubata
L’opera rubata, un cane scolpito da Ligabue, ha un valore stimato di circa 20.000 euro. A causa della sua importanza artistica e culturale, gli inquirenti sono determinati a risalire alla sua sorte e all’identità del ladro. Una prima fase delle indagini prevede esami approfonditi delle immagini disponibili delle telecamere esterne al museo, confrontandole con i dati di registrazione dei biglietti acquistati dai visitatori.
La curatrice della mostra, Micol Di Veroli, insieme a Dominique Lora, ha collaborato con collezionisti provenienti da Reggio Emilia, Parma e Roma, rendendo il furto ancora più rilevante. La collaborazione con altri enti e la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti è fondamentale per individuare il tragitto che potrebbe avere seguito l’opera rubata. In un contesto in cui il mercato dell’arte clandestina sta vivendo un periodo di espansione, i sospetti ricadono su potenziali collezionisti e ladri su commissione.
Ricerche estese oltre i confini nazionali
Le indagini non si limitano solo a Roma, ma si estendono a livello europeo. Le autorità stanno esaminando vari canali per comprendere se il cane di Ligabue possa già essere stato immesso nel mercato nero, attivo e ben organizzato in diverse nazioni europee. L’arte, sebbene rappresenti un patrimonio culturale inestimabile, può essere soggetta a traffico illecito, alimentato da collezionisti disposti a tutto pur di aggiudicarsi opere rare.
La motivazione dietro a tali furti spesso si intreccia con l’avidità e il desiderio di possesso, il che rende fondamentale l’impegno delle forze dell’ordine per arginare questo fenomeno. Gli agenti sono al lavoro, con la speranza di raccogliere elementi utili per fermare l’individuo responsabile dell’atto criminoso. Una tempestiva risoluzione del caso potrebbe non solo far tornare l’opera dove merita di essere, ma anche costituire un forte monito per tutti gli ambienti legati alla tutela del patrimonio artistico italiano.