Franco Caccia, sociologo catanzarese di spicco, entra a far parte del consiglio direttivo nazionale della Società Italiana Sociologia della Salute . Questa nomina, avvenuta durante un evento importante tenutosi all’Università di Siena, rappresenta un passo significativo per la professionalità dei sociologi, soprattutto in un contesto in cui il welfare di comunità e l’innovazione nelle pratiche sociali sono temi sempre più rilevanti. Caccia, che è anche giornalista pubblicista e dirige l’Unità operativa Servizi sociali presso l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, è noto per le sue pubblicazioni scientifiche focalizzate su questioni sociali cruciali.
Il nuovo incarico di Franco Caccia
In un periodo in cui si avverte la necessità di integrare competenze professionali nel campo della salute, l’elezione di Franco Caccia nel consiglio direttivo è vista come un segnale positivo di riconoscimento per la figura del sociologo. Nel corso dell’incontro a Siena, intitolato “La salute tra sfide globali e risposte locali”, si è analizzato il ruolo che i sociologi possono rivestire nella promozione di approcci innovativi e di intervento, fondamentali per il miglioramento del benessere collettivo. La scelta di Caccia come componente del consiglio si iscrive in un contesto in cui si discute sulla necessità di dare maggiore valorizzazione a queste figure professionali, spesso sottovalutate pur essendo essenziali per il progresso sociale.
Il fatto che Caccia prenda parte a un organismo di rilevanza nazionale può far sperare in un rinnovato interesse verso le pratiche sociologiche e il loro potenziale impatto nel sistema socio-sanitario. Ma non si tratta solo di un traguardo personale; il suo ingresso nel Siss rappresenta anche un’opportunità per rinnovare l’attenzione verso le competenze sociologiche nella gestione delle politiche sociali.
La necessità di valorizzare la figura del sociologo
Durante il dibattito svoltosi a Siena, è stata sottolineata l’urgenza di riconoscere e valorizzare il contributo dei sociologi, in un’epoca in cui le opportunità di lavoro per tali professionisti sono diminuite negli anni. Nonostante la vasta gamma di conoscenze e abilità che un sociologo può offrire, attualmente la loro presenza nel settore sociale e sanitario è limitata. Questo scenario è stato descritto come paradossale, specialmente dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, che ha messo in evidenza la necessità di approcci integrati e basati su una visione comune della salute a livello di comunità.
Il riconoscimento della figura del sociologo, e quindi il suo inserimento formale attraverso la creazione di un ordine professionale, è visto come un passo fondamentale. Sono stati presentati due progetti di legge da parte dei deputati Luciano Ciocchetti e Ilenia Malavasi, con l’intento di discutere e portare avanti questa iniziativa. Si tratta di un obiettivo condiviso da molti professionisti del settore che auspicano un riconoscimento formale del loro lavoro, che permetterebbe una regolamentazione più efficace e un maggiore rispetto della professione.
Legislazione e riconoscimento professionale
Le due proposte legislative attualmente in esame presso la Camera dei Deputati mirano a sancire ufficialmente il riconoscimento dell’ordine dei sociologi, pari a quanto già ottenuto da altre professioni. Ciocchetti, noto per il suo ruolo nella commissione affari sociali, supporta l’idea che un ordine professionale possa rappresentare un’importante risorsa per tutelare e valorizzare le competenze necessarie per affrontare le sfide contemporanee. Anche Ilenia Malavasi, membro della stessa commissione, ha evidenziato come la discussione su questi progetti sarà calendarizzata a breve, promettendo di portare il dibattito a un livello più ampio.
Implementare una forma di riconoscimento ufficiale potrebbe, dunque, creare nuove opportunità e permettere ai sociologi di avere un ruolo attivo nell’ideazione e attuazione delle politiche sociali e sanitarie. Con il supporto di figure di alto profilo come Caccia, c’è quindi la speranza di un’inversione di tendenza, che possa riportare al centro del dibattito le competenze sociologiche, urgentemente necessarie per affrontare l’attuale complessità sociale.
In questo clima di attesa e rinnovata speranza, la comunità dei sociologi guarda con attenzione ai prossimi sviluppi della situazione, e all’impatto che un tale riconoscimento potrebbe avere sul futuro della professione.