Fermo per l'omicidio di un albanese a prato: accusato un 17enne con un cacciavite

Fermo per l’omicidio di un albanese a prato: accusato un 17enne con un cacciavite

Un 17enne albanese è stato fermato per l’omicidio di Vladimir Lleshi, latitante e condannato per rapine a Pistoia, ucciso con un cacciavite in un giardino pubblico di Prato.
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Un 17enne albanese è stato fermato per l’omicidio di Vladimir Lleshi, 35 anni, avvenuto l’8 maggio in un giardino pubblico di Prato; la vittima, latitante con precedenti penali, è stata uccisa con un cacciavite. - Gaeta.it

Il 17enne fermato per l’omicidio avvenuto l’8 maggio in un giardino pubblico di prato è ritenuto responsabile di aver colpito a morte un uomo di 35 anni, anch’egli albanese. Le indagini condotte dalla procura e dalla squadra mobile si sono concentrate sui dettagli dell’aggressione che ha portato alla morte del 35enne, identificato come Vladimir Lleshi. Il ferimento letale sarebbe stato inflitto con un cacciavite, strumento sequestrato e considerato compatibile con le ferite riportate dalla vittima. Il giovane fermato si trova ora nel carcere minorile di firenze in attesa di sviluppi.

Dinamica e contesto dell’omicidio a prato

Il delitto si è consumato il pomeriggio dell’8 maggio in un’area verde pubblica di prato. Il vittima, Vladimir Lleshi, 35 anni, era irreperibile da tempo in quanto latitante: doveva scontare una condanna di otto anni per rapine commesse nella provincia di pistoia ma era evaso. La presenza di Lleshi nel giardino, zona frequentata da più persone, ha attirato l’attenzione degli investigatori dopo il rinvenimento del corpo con una ferita mortale all’emitorace sinistro. Il cacciavite usato nell’aggressione ha creato un legame diretto con il gesto violento che ha provocato il decesso.

Gli agenti hanno proceduto subito all’identificazione di due giovani albanesi, entrambi ospiti in una struttura di accoglienza della zona. Il sospetto principale è caduto sul 17enne, ritenuto l’autore materiale del colpo fatale. Le circostanze dell’episodio restano al centro degli approfondimenti, ma le tracce tecniche e i riscontri investigativi fanno propendere per un episodio di violenza con moventi ancora da chiarire.

Interrogatori e prime indagini sui due giovani coinvolti

Dopo il ritrovamento del corpo, polizia e procura hanno convocato per accertamenti i due giovani residenti nella struttura di accoglienza, distinti per età: uno minorenne di 17 anni e uno maggiorenne di 19. Entrambi erano già stati sottoposti a interrogatorio negli uffici della questura nei giorni seguenti all’omicidio. I racconti forniti in quella fase non avevano convinto gli inquirenti, ma per mancanza di elementi concreti erano stati rilasciati in attesa di ulteriori sviluppi.

I successivi esami tecnici, tra cui l’analisi degli oggetti sequestrati, hanno portato a nuove verifiche e alla decisione di procedere con il fermo del minorenne. È emerso infatti che il 17enne potrebbe essere stato chiave nell’aggressione, mentre il 19enne avrebbe avuto un ruolo secondario, confermato anche dalle sue dichiarazioni in cui ha riferito di essersi disfatto di un trincetto ritenuto meno collegato all’atto criminale. La compatibilità delle ferite con il cacciavite rinvenuto ha ulteriormente rafforzato la posizione dell’indagato minorenne.

Il ruolo della vittima e il profilo criminale

Vladimir Lleshi, residente in italia e originario dell’albania, era coinvolto in procedimenti penali a suo carico per reati predatori nella zona di pistoia. Condannato a una pena di otto anni, aveva fatto perdere le sue tracce rendendosi latitante, situazione che ha complicato le indagini e il suo rintraccio. La sua presenza a prato, vicino al luogo del delitto, potrebbe essere collegata a rapporti o tensioni con altre persone nel territorio.

La sua condizione di latitanza e i precedenti penali costituiscono un elemento rilevante nella dinamica dell’evento violento. Le forze dell’ordine stanno valutando ogni possibile movente collegato alle sue attività criminali, senza escludere episodi di conflitto personale o di gestione di rapporti illeciti. L’omicidio in un luogo pubblico sottolinea anche la delicatezza della sicurezza nelle aree urbane frequentate da soggetti con precedenti penali.

Lo stato delle indagini e i prossimi passi

La procura continua a monitorare la situazione e a raccogliere prove per definire con precisione la responsabilità del minorenne. Il fermo eseguito è un passo deciso, frutto di accertamenti tecnici e di ricostruzioni investigative puntuali. La posizione del 19enne resta al momento da chiarire, ma al momento non vi sono prove che lo indicano come autore materiale del delitto.

Le autorità stanno accertando ulteriori dettagli sugli incontri tra le persone coinvolte e sulle possibili motivazioni che hanno scatenato la violenza. Le indagini si concentrano anche sulla verifica di eventuali complicità o elementi ancora inesplorati nel contesto criminale locale. Ogni dettaglio raccolto potrebbe contribuire a delineare con più precisione le responsabilità e le dinamiche dietro quest’omicidio.

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