L’impiego dei farmaci intravitreali nella cura di patologie oculari sta sollevando interrogativi significativi, in particolare per quanto concerne le linee guida stabilite dalla Nota 98. Questo documento, in vigore da oltre dieci anni, regola come e dove debbano essere somministrati i farmaci anti-Vegf, evidenziando i limiti e le contraddizioni che caratterizzano il sistema attuale. Con un focus sulle recenti dichiarazioni del professor Paolo Lanzetta dell’Università degli Studi di Udine, si cercherà di chiarire il contesto e le implicazioni riguardanti l’uso di queste terapie, evidenziando il bisogno di una maggiore flessibilità e accessibilità.
La Nota 98 e la sua rilevanza negli ambulatori
La Nota 98 ha una funzione chiara: stabilire le modalità di somministrazione dei farmaci intravitreali per il trattamento di condizioni come la degenerazione maculare e l’edema maculare diabetico. Essa designa un ambiente ambulatoriale per queste terapie, portando una certa tranquillità nell’affermare che non sia strettamente necessaria la sala operatoria per procedere alla somministrazione. Questo rappresenta un passo avanti, poiché l’attuale sistema ospedaliero è spesso caratterizzato da attese lunghe e procedure complesse. La possibilità di trattare i pazienti in spazi ambulatoriali più agibili potrebbe portare notevoli vantaggi in termini di tempo e comodità.
Ciononostante, la Nota 98 presenta un paradosso significativo: sebbene affermi che i trattamenti possano avvenire in un ambiente ambulatoriale, la classificazione dei farmaci rimane “Osp”, limitando la somministrazione agli ospedali. Questo dualismo comporta difficoltà pratiche per i pazienti, che rischiano di dover affrontare trasferte per procedere a trattamenti che potrebbero avvenire più vicino a casa. La frustrazione dei medici, come sottolineato da Lanzetta, deriva anche dal fatto che tale normativa sembra contrastare con l’intento di rendere la cura più accessibile e gestibile.
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Le ambiguità sui farmaci anti-Vegf: una selezione discutibile
Un altro aspetto controverso della Nota 98 è la classificazione di tutti i farmaci anti-Vegf come equivalenti, senza tenere conto delle evidenze scientifiche che differenziano le varie opzioni terapeutiche. Lanzetta pone l’accento sul fatto che tra questi vi è il bevacizumab, un farmaco off-label, le cui caratteristiche e sicurezza potrebbero non essere paragonabili a quelle di opzioni più recenti e consolidate come l’aflibercept 8 mg.
Negli ultimi quindici anni, peraltro, il prezzo per fiala dei farmaci anti-Vegf è significativamente diminuito. La Nota 98, tuttavia, indica di privilegiare il farmaco che risulta più vantaggioso dal punto di vista economico, piuttosto che quello che offre il miglior beneficio clinico. Questa scelta, condivisibile dagli economisti nel settore della salute, risulta tuttavia difficile da accettare per i professionisti della medicina che sanno benissimo quanto conti la qualità della vita del paziente. La differenza tra un trattamento con regime mensile e uno con otto iniezioni ogni due anni impatta profondamente non solo sulla vita dei pazienti, ma anche sui costi reali che un percorso di cura comprende.
L’importanza della qualità di vita nella scelta terapeutica
Quando si tratta di selezionare la terapia per i pazienti con patologie oculari, la questione della qualità di vita emerge come un elemento fondamentale. Gli specialisti come Lanzetta sottolineano che una scelta terapeutica non può ridursi unicamente a fattori monetari; ci sono aspetti che riguardano la gestione complessiva della malattia e gli effetti sul benessere quotidiano dei pazienti. La capacità di garantire una vita migliore e nei tempi che meglio si adattano alle necessità individuali deve essere al centro dell’attenzione nella scelta del trattamento.
Nel contesto attuale, dove i risultati clinici possono differire in modo significativo da un farmaco all’altro, la priorità dovrebbe essere garantire trattamenti che siano non solo efficaci, ma anche facili da gestire. La necessità di un aggiornamento della Nota 98, che integri realmente le evidenze cliniche e la realtà dei pazienti, appare sempre più urgente. La salute oculare, che incide profondamente sulla qualità della vita, merita di essere al centro di scelte che vanno oltre le mere considerazioni di costo.