Ex presidente dell'autorità portuale di ravenna assolto nel processo berkan-b per inquinamento

Ex presidente dell’autorità portuale di ravenna assolto nel processo berkan-b per inquinamento

Il tribunale di Ravenna assolve Daniele Rossi, ex presidente dell’Autorità Portuale, per il caso Berkan-B: derubricazione del reato da doloso a colposo dopo la fuoriuscita di idrocarburi nella Piallassa del Piomboni.
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Il tribunale di Ravenna ha assolto Daniele Rossi, ex presidente dell’autorità portuale, nel caso Berkan-B riguardante la fuoriuscita di idrocarburi nel 2017, derubricando il reato da doloso a colposo per particolare tenuità del fatto. - Gaeta.it

Il tribunale di ravenna ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti di daniele rossi, ex presidente dell’autorità portuale, coinvolto nel caso berkan-b. La vicenda riguarda la semi-affondamento della motonave nel 2017 nei pressi della piallassa del piomboni, che causò una fuoriuscita di idrocarburi. Dopo un lungo iter giudiziario, il gup ha deciso per la particolare tenuità del fatto e ha derubricato il reato da doloso a colposo. Questa decisione segna un punto importante in una vicenda che si è trascinata per anni coinvolgendo più livelli della giustizia ravennate e italiana.

Il caso berkan-b e le accuse iniziali contro daniele rossi

Il contesto parte dall’incidente avvenuto nel 2017 quando la motonave berkan-b, semi-affondata vicino alla piallassa del piomboni, ha rilasciato sostanze inquinanti in mare. Daniele rossi, all’epoca presidente dell’autorità portuale di ravenna, è finito sotto processo con l’accusa di inquinamento ambientale. Le accuse della procura erano pesanti: una richiesta di condanna a un anno e quattro mesi di reclusione e 50mila euro di multa. Rossi sosteneva che l’evento fosse un incidente e che avesse collaborato per limitare i danni ambientali.

Difesa e posizioni delle associazioni ambientaliste

Durante il procedimento, i legali di rossi, gli avvocati luca sirotti e jole marenghi, hanno insistito sul fatto che si trattasse di un errore involontario e che le azioni di rossi si erano concentrate sulla riduzione dell’impatto ambientale. Il caso ha coinvolto numerose associazioni ambientaliste che si sono costituite parte civile, tra cui italia nostra, oipa italia e legambiente emilia romagna, che hanno chiesto giustizia per i danni provocati all’ecosistema locale.

L’evoluzione dei processi e la derubricazione del reato

Questo processo non è stato lineare. Nel 2022, un altro giudice per le udienze preliminari, corrado schiaretti, aveva già rivisto la posizione di rossi. Durante il rito abbreviato aveva derubricato il reato da un illecito penale doloso a una contravvenzione ambientale prevista da un decreto del 2007. La condanna, a quel punto, si era ridotta a una multa di 8.000 euro, con riconoscimento di attenuanti legate al fatto che rossi avesse tentato di limitare le conseguenze dell’incidente.

La sentenza prevedeva anche un risarcimento simbolico di mille euro per ogni parte civile costituita, tra cui anpana, nogez e wwf italia. Questa decisione aveva ridimensionato l’impatto penale, trasformando un caso da reato grave a violazione minore, anche se la vicenda rimaneva significativa per il danno ambientale causato.

Novità dalla corte di cassazione

L’11 ottobre 2023 la corte di cassazione ha fatto un passo inatteso. Accogliendo un ricorso presentato dall’avvocato luca sirotti, ha annullato la sentenza di condanna con rinvio a un nuovo giudizio davanti a un diverso giudice per le udienze preliminari. È così ripartito un nuovo processo che oggi si è concluso con l’assoluzione di daniele rossi per particolare tenuità del fatto, dopo la derubricazione a reato colposo.

Nel frattempo, l’altro imputato nel procedimento, paolo ferrandino, all’epoca segretario generale, era stato assolto per non aver commesso il fatto e questa decisione è diventata definitiva, chiudendo così la sua posizione nella vicenda.

Le implicazioni ambientali e le parti civili coinvolte

Il caso berkan-b ha attirato molta attenzione da parte di gruppi ambientalisti e associazioni che hanno seguito con attenzione il procedimento giudiziario. La fuoriuscita di idrocarburi aveva interessato una zona delicata come la piallassa del piomboni, un’area con un ecosistema fragile e particolarmente soggetto a inquinamento.

Italia nostra, Oipa italia, Legambiente emilia romagna, Anpana, Nogez e Wwf italia si erano presentate come parti civili, chiedendo un risarcimento per i danni provocati. Durante il processo, alcune di queste parti hanno ottenuto compensazioni economiche, mentre altre hanno ribadito la necessità di maggiori controlli e misure preventive per evitare simili incidenti in futuro. Non è chiaro se queste organizzazioni intendano presentare ulteriori ricorsi o azioni dopo l’assoluzione di rossi.

La vicenda mette in luce le difficoltà di bilanciare lo sviluppo portuale con la protezione ambientale, un tema sempre più sensibile in aree come ravenna dove il mare è una risorsa fondamentale ma anche un punto di vulnerabilità.

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