La cittadella dell’aquila ospiterà un evento che focalizza le testimonianze degli esuli istriani, fiumani e dalmati costretti a lasciare le loro terre dopo la seconda guerra mondiale. L’appuntamento si svolgerà mercoledì 30, alle ore 19, nell’auditorium del parco dell’aquila, nell’ambito della rassegna “i cantieri dell’immaginario”, promossa dal teatro stabile d’abruzzo. L’iniziativa intende proporre un confronto diretto con un pezzo di storia spesso trascurato, dando voce ai racconti di chi ha vissuto l’esodo dall’adriatico orientale.
Il ruolo del comitato 10 febbraio abruzzo e del teatro stabile d’abruzzo
Il comitato 10 febbraio abruzzo si occupa da anni di preservare il ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, specie tra le giovani generazioni. In questo ambito, l’ente svolge attività didattiche, di sensibilizzazione e promozione culturale. Per questo ha accolto con favore la realizzazione dell’evento all’aquila, definendolo uno strumento fondamentale per mantenere viva la memoria storica di questo periodo.
Il teatro stabile d’abruzzo ha curato la programmazione della rassegna “i cantieri dell’immaginario”, considerandola una piattaforma di confronto aperta a molteplici temi culturali. La scelta di inserire in cartellone l’evento dedicato agli esuli si inserisce nel percorso di valorizzazione della storia locale e nazionale, con particolare attenzione a vicende poco o nulla raccontate. La collaborazione tra enti pubblici e associazioni ha reso possibile offrire un momento di approfondimento e riflessione.
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Il contesto storico degli esuli istriani, fiumani e dalmati
Tra la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio del nuovo assetto geopolitico europeo, un numero considerevole di italiani residenti nelle regioni di istria, fiume e dalmazia subì violenze e persecuzioni. Questo determinò una migrazione forzata verso l’Italia e altre destinazioni, con conseguenze profonde sulla composizione demografica e sulla memoria collettiva del paese. Le vicende legate alle foibe e all’esodo rappresentano ancora oggi un capitolo imprescindibile per comprendere la complessità delle tensioni postbelliche in quell’area.
Chiunque abbia abitato in quelle terre ha spesso sofferto una perdita dolorosa della propria identità culturale e territoriale. Questo evento mira a sottolineare l’importanza di raccogliere testimonianze dirette per conservare il ricordo degli avvenimenti e delle persone coinvolte. Si vuole così apprendere, attraverso le storie personali, la portata di quella tragedia umana troppo spesso trascurata.
L’importanza della memoria storica per le nuove generazioni
Il comitato 10 febbraio abruzzo ha espresso gratitudine al comune dell’aquila, al ministero della cultura e agli altri enti organizzatori per aver consentito la realizzazione di un’iniziativa dedicata a un tema delicato. La trasmissione della memoria storica, soprattutto quando riguarda eventi traumatici come le foibe e l’esodo, richiede percorsi chiari ed efficaci per non rischiare di dimenticare o distorcere i fatti.
I racconti degli esuli, raccolti anche attraverso questo evento, rappresentano un patrimonio prezioso per le future generazioni. Permettono di avvicinare i giovani a una realtà spesso raccontata solo in termini generici o attraverso schemi politici. Far emergere le testimonianze dirette aiuta a conservare il valore umano di quelle vicende, al di là delle diverse letture storiografiche.
Il dialogo tra generazioni che questo tipo di eventi favorisce può contribuire a costruire coscienze informate sull’importanza del rispetto dei diritti e della convivenza pacifica. L’obiettivo è evitare che simili vicende si ripetano e far sì che la storia rimanga un monito vivo nella società italiana. L’appuntamento all’aquila si presenta dunque come un’occasione significativa per riaffermare questa necessità.