La recente analisi dei tamponi orofaringei raccolti durante l’incidente probatorio relativo al delitto di Garlasco ha chiarito alcuni elementi chiave dell’indagine. I risultati, comunicati nel 2025, offrono conferme importanti riguardo ai campioni prelevati e aprono spazi a nuove riflessioni sulla ricostruzione dei fatti del 2007.
Risultati dei tamponi orofaringei nell’inchiesta sul delitto di garlasco
I tamponi orofaringei analizzati fanno parte degli atti della nuova inchiesta sul caso di Chiara Poggi, vittima uccisa nel 2007 a Garlasco. L’esame ha riguardato cinque campioni prelevati nell’ambito dell’incidente probatorio, tempistica che ha lo scopo di stabilire elementi probatori in modo preventivo durante la fase giudiziaria. L’attività di analisi è stata svolta da un laboratorio specializzato incaricato di identificare la natura e la provenienza del materiale biologico presente sui tamponi.
Dai risultati è emerso che solo due campioni sono stati identificati: uno appartiene all’assistente del medico legale che condusse l’autopsia sulla vittima nel 2007, mentre un altro campione corrisponde a un uomo non identificato, indicato come “ignoto 3”. Gli altri tre tamponi non hanno dato esiti utili in quanto risultano illeggibili, probabilmente per degradazione del materiale biologico o problemi di conservazione.
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Implicazioni per la nuova fase dell’indagine giudiziaria
L’identificazione del campione appartenente a un uomo non noto apre uno scenario che potrebbe richiedere approfondimenti sulla presenza di altre persone coinvolte o comunque presenti sulla scena del crimine o nelle fasi successive all’evento. Questo elemento fa riaffiorare il nodo irrisolto sulle tracce raccolte nel 2007, che durante i primi accertamenti portarono a diverse ipotesi ma senza un quadro conclusivo.
Il fatto che un campione sia riconducibile a un assistente medico legale conferma invece la presenza legittima di personale autorizzato nella gestione dei resti della vittima, circostanza attesa dagli inquirenti. La mancata leggibilità degli altri tre campioni, invece, riduce il numero di indizi disponibili per ulteriori confronti con altri profili genetici o per verifiche incrociate con dati storici.
Limiti e possibili sviluppi a partire dalle analisi recenti
I limiti degli esami condotti sui tamponi si riflettono nelle possibilità operative dell’indagine. La qualità dei tre campioni illeggibili compromette la capacità di estrarre informazioni nuove e di rafforzare certe piste investigative. L’analisi delle tracce biologiche è da sempre determinante per fatti di cronaca come questo, soprattutto quando le prove materiali sul luogo sono scarse o compromesse.
Non a caso, la nuova inchiesta ha puntato a riesaminare con tecniche aggiornate il materiale conservato, cercando di trovare spunti finora mancati. Lo studio dei tamponi orofaringei è quindi un passaggio importante, ma da solo non può fornire risposte complete. Serviranno altri accertamenti e forse nuovi riscontri per inquadrare meglio responsabilità e dinamiche dell’omicidio.
Evoluzione della vicenda processuale
L’evoluzione della vicenda processuale dipenderà quindi dalla capacità degli inquirenti di integrare questi elementi con nuova documentazione, testimonianze o strumenti investigativi, anche tecnologici. La complessità del caso di Garlasco resta tale, mentre ogni frammento di prove viene valutato per contribuire a chiarire un capitolo ancora aperto della cronaca giudiziaria italiana.