La morte del cardinale andré vingt-trois, arcivescovo emerito di parigi, ha riunito la comunità cattolica francese a Notre-Dame il 23 luglio 2025, per una cerimonia sobria e ricca di significati. Il presule che ha guidato l’arcidiocesi parigina per oltre un decennio ha lasciato un’impronta profonda soprattutto in tre ambiti: liturgia, dialogo con il mondo e impegno caritativo. Il ricordo raccontato da monsignor Laurent Ulrich, attuale arcivescovo metropolita, ha svelato tratti concreti e personali del cardinale, che ha sempre evitato lodi e cerimonie pompose, preferendo momenti di riflessione e servizio.
Una cerimonia sobria nella cattedrale di notre-dame
Le esequie del cardinale andré vingt-trois si sono svolte alla cattedrale di notre-dame a parigi, luogo emblematico per la Chiesa francese e mondiale, il 23 luglio 2025, cinque giorni dopo la sua morte avvenuta il 18 luglio all’età di 82 anni. Alla celebrazione ha presieduto monsignor laurent ulrich, successore e arcivescovo metropolita di parigi. La cerimonia è stata impostata secondo le precise volontà del porporato, che aveva indicato di evitare fiori, elogi funebri e corone, chiedendo solo una croce fiorita. La scelta di alcuni brani liturgici, come quelli tratti da Osea, Salmi e Giovanni, proveniva direttamente da un biglietto lasciato dal cardinale.
L’ingresso in processione ha visto sacerdoti ordinati dal cardinale mentre era in carica a parigi portarono la bara fino all’altare. Il telegramma di cordoglio inviato da papa leone xiv è stato letto davanti alla assemblea, definendo il defunto “pastore buono e zelante”, riconoscendo la dedizione con cui ha guidato l’arcidiocesi. Durante la funzione sono stati eseguiti riti simbolici, fra cui quello della luce con il cero pasquale, a simboleggiare la speranza nella resurrezione. Sulla bara sono state deposte le vesti liturgiche: una veste bianca, segno della nuova vita in Cristo, una stola maiolica, la mitra episcopale e il pallio, simboli del sacerdozio e della comunione con il papa, consegnati da figure ecclesiastiche di rilievo come il vescovo emerito di versailles Éric Aumonier e il cardinale jean-marc aveline.
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Nonostante il desiderio espresso da vingt-trois di evitare elogi funebri, monsignor ulrich ha voluto sottolineare l’intensa dedizione spirituale che ha contraddistinto la vita del cardinale. Ha descritto un uomo trasformato dall’incontro con il signore gesù, che ha affrontato temi delicati come la famiglia, la laicità e la dignità di persone vulnerabili come senza tetto, stranieri o migranti. Ulrich ha anche ricordato i sei anni di collaborazione diretta con vingt-trois come vicepresidente della conferenza episcopale francese, durante i quali ha potuto osservare come il porporato ha portato un’impronta personale nella diocesi di parigi, riprendendo e ampliando l’eredità del cardinale jean-marie lustiger.
Il cardinale ha dimostrato fermezza nel farsi voce di posizioni spesso difficili, mantenendo sempre rispetto e apertura al dialogo. La sua attenzione verso la società si è tradotta in un appello costante per tutelare i diritti dei più fragili e per promuovere una convivenza inclusiva. Questo impegno ha definito la sua figura non solo come guida spirituale ma anche come protagonista nel confronto con le sfide del nostro tempo.
La liturgia come luogo di incontro con la fede
Monsignor ulrich ha evidenziato come vingt-trois considerasse la liturgia non solo un rito ma un momento vivo dove l’intera comunità cristiana si incontra con dio. Il cardinale ha voluto sempre mettere in risalto questo aspetto, riportando spesso il desiderio di manifestare l’amore misterioso di dio simile a quello di un padre per un figlio, come sottolineato nel brano del profeta osea. Vingt-trois ha scelto di essere prete per diffondere questo amore, portando la salvezza attraverso l’incontro con cristo.
Riferendosi al dialogo fra gesù e nicodemo raccontato nel vangelo di giovanni, l’arcivescovo ulrich ha ricordato come vingt-trois vedesse il sacerdozio come un servizio per “irrigare” le vite delle persone con la grazia del sacramento. Questa interpretazione ha segnato il suo modo di intendere il ministero sacerdotale, sottolineandone l’importanza nel vivere quotidiano della fede e nella cura delle anime.
Dialogo con il mondo e testimonianza cristiana
La visione del cardinale vingt-trois sulla chiesa si è sempre concentrata sul suo ruolo attivo nel mondo contemporaneo. L’arcivescovo ulrich ha ricordato come vingt-trois abbia sempre rifiutato l’idea di una chiesa chiusa o conservatrice, dedicata solo a preservare tradizioni. Invece, per lui, il compito dei cristiani era quello di testimoniare una vita rinnovata dalla fede, capace di influenzare positivamente società e individui.
In questo senso, vingt-trois ha sostenuto il progetto del collège des bernardins, centro di formazione e riflessione teologica, promosso come luogo di incontro e dialogo fra fede, filosofia e realtà sociale. Così la chiesa poteva affrontare con consapevolezza i cambiamenti storici, stimolando iniziative e azioni concrete, aperte alle sfide del presente.
Un ministero segnato dalla carità concreta
L’ultimo tratto sottolineato in omelia riguarda l’impegno caritatevole che ha caratterizzato il ministero del cardinale vingt-trois. L’arcivescovo ulrich ha elencato alcune delle attività promosse dal defunto porporato nelle parrocchie parigine, come la fondazione di centri di aiuto e l’organizzazione del festival della solidarietà. L’iniziativa “hiver solidaire” si è dimostrata una realtà capillare sul territorio, con migliaia di volontari che si impegnano per assistere oltre duecento persone senza una casa solo nell’ultimo anno.
Questi gesti concreti hanno rappresentato per vingt-trois il modo più efficace per esprimere l’amore cristiano. La celebrazione si è chiusa con la sepoltura nella cripta degli arcivescovi di notre-dame, sotto il coro della cattedrale, accompagnata da una preghiera che ha ricordato come la risurrezione di cristo trasformi la tomba in un segno vivo di speranza per i credenti.