Emergenza carceraria in Abruzzo: il senatore Michele Fina denuncia la situazione di Vasto

Emergenza carceraria in Abruzzo: il senatore Michele Fina denuncia la situazione di Vasto

La crisi delle carceri italiane, evidenziata dal senatore Michele Fina, richiede interventi urgenti per affrontare sovraffollamento, carenza di personale e impatti ambientali nella casa circondariale di Vasto.
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Emergenza carceraria in Abruzzo: il senatore Michele Fina denuncia la situazione di Vasto - Gaeta.it

La condizione delle carceri italiane è un tema di crescenti preoccupazioni, specialmente in regioni come l’Abruzzo, dove la situazione sta raggiungendo livelli critici. Michele Fina, senatore del Partito Democratico, ha espresso il suo disappunto in aula al Palazzo Madama riguardo alla gestione della casa circondariale di Vasto e alle lentezze delle risposte governative. Questo articolo esplora i principali punti sollevati da Fina, evidenziando le criticità e le necessità urgenti del sistema penitenziario abruzzese.

La situazione carceraria a livello nazionale

In Italia, le statistiche carcerarie sono allarmanti. Attualmente ci sono circa 61.000 detenuti, a fronte di soli 47.000 posti disponibili, superando il limite di 60.000 che ha già attirato l’attenzione delle autorità internazionali. Le ripercussioni su detenuti e personale sono gravi: il 40% dei detenuti fa uso di psicofarmaci e il 20% presenta comportamenti autolesionisti. Inoltre, le piante organiche negli istituti penitenziari sono sotto potenziate del 50%, creando una carenza di personale che aggrava ulteriormente la situazione.

Sotto il governo attuale, la risposta a questa crisi è stata lenta e inadeguata. Fina ha sottolineato che sono trascorsi dieci mesi senza una soluzione efficace, segno di un atteggiamento distante che rischia di non affrontare le reali esigenze delle carceri italiane. Le parole del senatore evidenziano un’importante necessità di maggiore attenzione e impegno da parte degli organi governativi nella risoluzione delle problematiche esistenti.

Vasto: un caso simbolo

La casa circondariale di Vasto rappresenta un esempio emblematico della crisi a livello locale. Con 66 dipendenti attualmente in servizio, la struttura è già sotto organico rispetto ai 99 previsti. Si verifica un’ulteriore riduzione del personale a causa di trasferimenti e difficoltà psicofisiche di altri 28 operatori. Inoltre, il congedo straordinario accumulato ammonta a 6.000 giorni, accentuando la mancanza di personale per far fronte ai carichi di lavoro quotidiani e alle esigenze dei detenuti.

La carenza di personale non solo compromette il benessere degli agenti, ma mina anche la sicurezza e la gestione della struttura. Secondo Fina, gli esponenti della maggioranza e del Governo dovrebbero visitare più spesso questi istituti per comprendere la gravità della situazione, piuttosto che restare indifferenti alle reali difficoltà. La prospettiva di possibili assunzioni prevista per il prossimo anno presenta una risposta insufficiente rispetto al fabbisogno attuale, evidenziando un ritardo strutturale in una situazione di emergenza.

Impatti ambientali e turistici

Un aspetto ulteriore da considerare è l’impatto ambientale della casa circondariale di Vasto. Questa struttura è situata nella riserva naturale di Punta Aderci, noto per il suo valore turistico e paesaggistico. Tuttavia, il divieto di balneazione imposto a causa degli sversamenti della fossa Imof della casa circondariale danneggia le potenzialità turistiche della regione, compromettendo la possibilità di ottenere la sesta bandiera blu.

Fina ha criticato apertamente l’immobilismo del Governo, che ha impiegato un tempo considerevole per non risolvere la situazione e successivamente fare ricadere il problema sulla gestione locale. Questa mancanza di azioni concrete ha effetti negativi non solo sulla comunità, ma anche sull’economia locale che fa affidamento sul turismo. Il senatore ha sollecitato un intervento immediato per risolvere queste problematiche, auspicando un tavolo di lavoro tra le amministrazioni locali e il Governo per affrontare i vari aspetti della questione carceraria e ambientale.

Domande su ANCE Abruzzo

Alla luce di queste considerazioni, rimane aperta la questione su come risponderà ANCE Abruzzo, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, di fronte a un Governo che sta trasferendo la responsabilità sui comuni. Ci si chiede se ANCE sarà in grado di supportare le necessità dei suoi associati o se opterà per schierarsi con l’amministrazione centrale. La questione è complessa e mette in luce la necessità di una rete di supporto locale per affrontare le problematiche che si riverberano a livello nazionale.

In un contesto dove le carceri presentano sfide sempre più pressanti, diventa essenziale un approccio coordinato e responsabile per garantire il benessere tanto delle persone detenute quanto degli operatori e della comunità circostante.

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