Dubbie testimonianze nel processo per stupro: le rivelazioni della consulente della difesa

Dubbie testimonianze nel processo per stupro: le rivelazioni della consulente della difesa

La testimonianza della psicologa Lucia Tattoli solleva dubbi sull’affidabilità della presunta vittima nel caso di Ciro Grillo, evidenziando discrepanze nei racconti e l’impatto dei trattamenti sulla memoria.
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Dubbie testimonianze nel processo per stupro: le rivelazioni della consulente della difesa - Gaeta.it

Nel processo che coinvolge Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vincenzo Lauria ed Edoardo Capitta, emerge un quadro controverso riguardo all’attendibilità della principale accusatrice. La psicologa Lucia Tattoli, consulente della difesa, ha fornito indicazioni rilevanti durante la sua testimonianza nell’aula del tribunale di Tempio Pausania. La sua analisi si è concentrata su diversi aspetti critici legati al comportamento e allo stato psicologico della giovane donna, presunta vittima, e potrebbe influire significativamente sul corso del processo.

L’analisi della consulente

Lucia Tattoli ha esaminato comportamenti e stati emotivi della ragazza coinvolta nel caso, prendendo in considerazione le sue dichiarazioni e comunicazioni avvenute sia prima che dopo la presunta violenza consumatasi tra il 16 e il 17 luglio 2019. Durante il suo intervento, la psicologa ha messo in evidenza discordanze nei racconti della giovane, in particolare riguardo alla storia dei suoi disturbi alimentari. La 19enne, all’epoca dei fatti, aveva sostenuto di aver sviluppato problemi di anoressia e bulimia come conseguenza diretta dell’abuso subito, ma la consulente ha dimostrato che vari messaggi scambiati dalla giovane con amici indicano che questi disturbi erano già presenti prima di quel tragico evento.

Tattoli ha sostenuto che, in base alla sua analisi, le affermazioni della ragazza sul suo stato psicologico post-trauma non sembrano coerenti. Queste prime evidenze sollevano dubbi significativi sull’affidabilità della versione iniziale della presunta vittima. È evidente che la consulente ha inteso far emergere discrepanze nel racconto che potrebbero minare l’intera narrazione dell’episodio.

Trattamento post-denuncia e memoria

Importante è anche il riferimento fatto dalla Tattoli riguardo al trattamento iniziato dalla giovane dopo la denuncia presentata ai Carabinieri di Milano cinque anni fa. Questo trattamento rientra nel protocollo del Codice Rosso, predisposto per le vittime di violenza sessuale e volto alla gestione di traumi. La psicologa ha approfondito come tali trattamenti possano incidere sul meccanismo della memoria, suggerendo che la terapia fornita potesse aver portato a una rimozione di dettagli di grande rilevanza per il caso in oggetto.

Secondo la valutazione della psicologa, ci sono possibilità che il processo di recupero della memoria abbia alterato parte dei ricordi, rendendo la testimonianza della giovane meno affidabile. Questi “riassunti” dell’accaduto, aggiunti a eventuali omissioni di dettagli coerenti con la realtà, suscitano dubbi sulla capacità della ragazza di ricordare in modo preciso gli eventi traumatici.

La testimonianza di Tattoli, insieme a quella di altri esperti, contribuirà a dare forma al dibattito del processo, che si trova in un momento cruciale. La questione della dipendenza dai trattamenti e dai loro effetti sulla memoria continuerà a essere un tema centrale, con implicazioni significative per gli esiti legali della causa.

Data la complessità del caso, la corte dovrà considerare non solo i comportamenti della ragazza, ma anche i fattori esterni che hanno potuto giocare un ruolo cruciale nella formazione della sua testimonianza. La disamina accurata delle evidenze e delle analisi offerte dai consulenti della difesa sarà fondamentale per comprendere la verità che si cela dietro questo intricato affare legale.

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