Donald Trump e l'assalto agli sprechi: la proposta di eliminare il penny

Donald Trump e l’assalto agli sprechi: la proposta di eliminare il penny

Donald Trump propone di abolire il penny, evidenziando i costi di produzione superiori al suo valore. Il dibattito si accende tra sostenitori e oppositori, riflettendo su modernizzazione e tradizioni economiche.
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Donald Trump e l'assalto agli sprechi: la proposta di eliminare il penny - Gaeta.it

Nel contesto di una serie di iniziative volte a ridurre gli sprechi negli Stati Uniti, Donald Trump continua a fare notizia, affrontando tematiche che spaziano dalla geopolitica all’economia domestica. Recentemente, il presidente ha stimolato un acceso dibattito con la sua proposta di interrompere la produzione del penny, la moneta di minor valore negli Stati Uniti, tra le mille questioni che sta gestendo. L’argomentazione è chiara: i costi di produzione superano il valore intrinseco della moneta stessa, rendendola un simbolo del dispendio economico.

Il penny: un simbolo di spreco

Nato nel 1793 con l’introduzione del dollaro americano, il penny ha una lunga storia, ma negli ultimi anni è diventato oggetto di critiche a causa del suo costo di produzione. Il presidente Trump ha affermato che il processo di conio per un penny costa attualmente 3,69 centesimi, comportando una perdita di 2,69 centesimi per ogni moneta creata. Questa informazione è alla base della sua proposta di abolire la moneta, un’iniziativa che, sebbene accolga consensi tra alcuni esperti economici, trova una forte opposizione tra i sostenitori del penny.

Opposizione all’eliminazione del penny

Un gruppo di sostenitori, noto come American for Common Cents, sostiene che l’eliminazione del penny non solo non porterebbe a risparmi significativi, ma potrebbe anche comportare un aumento dei prezzi per i consumatori. Questo perché i prezzi finali dei beni, che normalmente terminano in 99 centesimi, verrebbero arrotondati verso l’alto, imponendo di fatto una tassa su ogni acquisto. Gli economisti, da parte loro, sottolineano che l’attaccamento emotivo alla moneta simboleggia una resistenza al cambiamento, un po’ come il legame affettivo che Zio Paperone ha con la sua prima “Numero Uno”.

Il potere di Trump e la questione del conio

Resta da capire la portata dell’influenza di Trump su una questione così complessa. Attualmente, la responsabilità di autorizzare la produzione di monete spetta al Congresso, non al Tesoro o alla Federal Reserve. Questa distinzione potrebbe rendere difficile per il presidente implementare la sua volontà di stoppare il conio del penny, nonostante la pubblicità generata dalla sua proposta. La questione rimane aperta e suscita interesse sia tra i politici sia tra i cittadini americani, che si dividono in opinioni riguardo al valore pratico ed emotivo del penny.

Una riflessione sul futuro della moneta

Il dibattito sul penny tocca temi più ampi, come la modernizzazione del sistema monetario e il rapporto degli americani con il denaro. Molti esperti sostengono che l’attaccamento alle piccole monete potrebbe riflettere un’epoca economica passata. Man mano che la tecnologia avanza e i pagamenti digitali diventano sempre più comuni, la necessità di utilizzare monete di nessun valore appare obsoleta. La proposta di Trump ha il merito di stimolare la riflessione su come e perché ci aggrappiamo a certe tradizioni economiche, mentre il futuro ci spinge verso un approccio più snello e pragmatico.

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