Dna maschile non identificato nel tampone orale di chiara poggi dopo 18 anni, nuova perizia in arrivo

Dna maschile non identificato nel tampone orale di chiara poggi dopo 18 anni, nuova perizia in arrivo

Il caso di Chiara Poggi si riapre con la scoperta di una traccia di dna maschile non riconducibile agli indagati, rilanciando le indagini e nuovi accertamenti della procura di Pavia.
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Una nuova traccia di DNA maschile, non riconducibile ai sospettati noti, è stata scoperta nel campione orale di Chiara Poggi prelevato 18 anni fa, riaprendo l’indagine sul delitto di Garlasco. - Gaeta.it

Il caso di chiara poggi torna al centro dell’attenzione con una scoperta forense che potrebbe aprire nuovi scenari. Dal campione di dna orale prelevato dalla vittima 18 anni fa emerge una traccia maschile che non si ricollega agli indagati noti. Questa novità arriva nel contesto di un incidente probatorio che ha rianalizzato vecchie prove, riaccendendo il dibattito sul delitto irrisolto. Le autorità disporranno un nuovo accertamento per chiarire natura e attendibilità di quella traccia.

La scoperta del dna maschile in un campione vecchio quasi due decenni

Il dna estratto dal tampone orale di chiara poggi risale al 2007, anno in cui furono raccolti i campioni poco dopo il ritrovamento della ragazza morta a Garlasco. Solo ora, nel 2025, durante l’incidente probatorio necessario alla riapertura delle indagini, i periti hanno rinvenuto la presenza di una piccola quantità di dna maschile.

Dettaglio sulla scoperta e implicazioni

Il segnale genetico appare minimo, ma differisce da quello di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio, e da Andrea Sempio, figura coinvolta nella nuova inchiesta della procura di Pavia. Questo elemento rende la scoperta rilevante per il prosieguo dell’indagine e per la valutazione dei moventi e delle responsabilità.

L’attenzione per il dna presente nel tampone è altissima. L’incidente probatorio ha infatti come scopo quello di blindare la prova, rendendola utilizzabile in sede giudiziaria per eventuali azioni future. Lo stato di conservazione del materiale biologico e le tecnologie attuali consentono oggi di rilevare profili genetici che anni fa non potevano emergere con chiarezza. Tuttavia, la quantità ridotta del dna maschile comporta interrogativi sulla sua origine e sul peso che potrà avere nel quadro probatorio. In casi simili, infatti, la contaminazione è sempre un’ipotesi da escludere con attenzione.

Implicazioni dell’esame ripetuto e possibili scenari per l’indagine

Vista la scarsità di dna riscontrata, i consulenti tecnici hanno stabilito di eseguire un nuovo test, per confermare o smentire l’attendibilità di questo risultato. La ripetizione mira a evitare errori legati a possibili contaminazioni o deterioramenti del campione.

Possibile ruolo del nuovo soggetto maschile

Tra le pagine del fascicolo della procura di Pavia, l’attenzione è ora puntata su un potenziale nuovo soggetto maschile che potrebbe aver avuto un ruolo nel delitto o aver lasciato tracce inconsapevolmente, come un testimone o una persona passata sulla scena.

L’esame di conferma coinvolgerà strumenti di analisi forensic più sensibili, capaci di distinguere perfino piccole contaminazioni da tracce genuine. La possibilità che la traccia appartenga a un estraneo non identificato apre ad ipotesi investigative non ancora considerate e stimola la procura a indagare con nuovi mezzi. Intanto, la presenza di dna non riconducibile ai nomi già noti manterrà alta la tensione attorno al caso.

“Nessuna esclusione o conferma definitiva è stata espressa sui sospetti principali: Alberto Stasi resta il condannato, mentre la posizione di Andrea Sempio continua ad essere oggetto di approfondimenti.”

Il contesto giudiziario e la rilevanza del ritrovamento a 18 anni di distanza

La vicenda di chiara poggi, con una sentenza emessa ormai più di un decennio fa, è caratterizzata da continui scossoni legati a nuove scoperte e rivalutazioni di prove. Il fatto che un campione prelevato quasi vent’anni fa venga riesaminato e riporti elementi nuovi testimonia la durata e la complessità delle indagini.

Ruolo e funzione dell’incidente probatorio

Lo strumento dell’incidente probatorio consente di cristallizzare una prova che può far emergere aspetti non esplorati, a patto che venga gestito senza forzature o interpretazioni affrettate.

Questa nuova traccia di dna, anche se minima, non va sottovalutata. Dà impulso alle autorità a proseguire nelle verifiche e, soprattutto, a non abbandonare l’ipotesi di altri coinvolgimenti o presenza sulla scena del crimine. La gestione del materiale biologico nel corso degli anni ha richiesto metodi accurati di conservazione, che oggi mostrano i risultati di un controllo rigoroso.

La situazione apre la strada per possibili sviluppi processuali, senza però sconvolgere lo status quo giudiziario consolidato finora. L’interesse resta vivo sia tra gli addetti ai lavori che nell’opinione pubblica, che continua a seguire con attenzione la vicenda di Garlasco.

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