Dmytro Melnyk: l’eroe della pallavolo ucraina tra il fronte e le paralimpiadi di Parigi

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Dmytro Melnyk: l'eroe della pallavolo ucraina tra il fronte e le paralimpiadi di Parigi - Gaeta.it

La partecipazione di Dmytro Melnyk ai Giochi paralimpici di Parigi rappresenta non solo un traguardo sportivo, ma anche un simbolo di resistenza per tutti gli atleti ucraini. Il 45enne pallavolista e ufficiale dell'esercito ha abbandonato temporaneamente il campo di battaglia per competere, con la mente e il cuore sempre rivolti ai suoi uomini, bloccati nei combattimenti contro le forze russe.

L’impatto della guerra sulla vita di un atleta

La guerra in corso in Ucraina ha stravolto la vita di molti, e Dmytro Melnyk non fa eccezione. Al comando di un plotone di fanteria, Melnyk si è trovato a dover affrontare quotidianamente le atrocità della guerra, con la preoccupazione costante per i suoi uomini disperso nel caos di Chasiv Yar. Partito per la Francia il 18 agosto, non ha potuto contattare i 35 soldati della sua unità, presentando il drammatico contrasto fra la lotta alla vita e la competizione sportiva.

In un breve incontro con la stampa, Melnyk ha espresso il suo desiderio di incontrare i suoi uomini sani e salvi al termine delle competizioni. "Sono all'inferno", ha dichiarato, riflettendo su come la guerra abbia oscurato anche l'occasione di festeggiare il proprio trionfo sportivo. In questo contesto, la sua partecipazione ai Giochi paralimpici diventa un’occasione non solo per competere, ma anche per portare un messaggio di speranza e unità al suo popolo.

Dal campo di battaglia alla pallavolo: la carriera di Dmytro Melnyk

Dmytro Melnyk non è un atleta qualunque: già veterano delle Paralimpiadi dopo essersi qualificato per quelle di Rio nel 2016, ha adattato il suo percorso di vita per affrontare sfide sia sportive che personali. Con una gamba più corta a causa di un incidente all’età di 18 anni, il pallavolista ha dimostrato una determinazione incredibile nel superare le difficoltà e nel dedicarsi all’arruolamento nelle forze armate.

Narrando la sua esperienza, Melnyk ha rivelato un lato curioso del suo reclutamento: "Ho dovuto usare un po’ di astuzia". Al momento attuale, il pallavolista riveste ora un ruolo cruciale nell’esercito come ufficiale di fanteria, seguendo una transizione che ha portato la sua passione per lo sport e il senso di responsabilità per il suo Paese a fondersi in un'unica missione di vita.

Per Melnyk, il suo team paralimpico è "la mia seconda famiglia". In questo ambito, ha dedicato circa vent'anni alla gioia del gioco, confermando che non può deludere i suoi compagni anche in un momento così critico.

Un’accoglienza calorosa e una sfida difficile

Al suo arrivo in Francia, Melnyk ha ricevuto un caloroso benvenuto dai suoi compagni, che vivono esperienze parallele sul campo di battaglia e nel mondo sportivo. Yevhenii Korinets, uno dei suoi compagni di squadra e ugualmente reduce da una bruttissima esperienza al fronte, ha elogiato il permesso speciale ricevuto da Melnyk per lasciare temporaneamente il conflitto. Korinets ha riportato le pressioni psicologiche insite nel servizio militare attivo, rivelando come ciascun atleta debba lottare non soltanto contro gli avversari, ma anche contro le cicatrici lasciate dalla guerra.

A conferma di questo legame, anche Korinets ha dovuto affrontare una battaglia personale che gli ha causato la perdita della gamba sinistra. In precedenza fisioterapista, si è arruolato autonomamente per rispondere all'appello all’unità del suo Paese, affermando: "Non potevo restare a casa". Questo spirito di combattimento si riflette anche nel pallone, dove entrambi i giocatori danno il massimo, nonostante le avversità.

Una sconfitta con dignità e un messaggio di speranza

La prima partita della squadra paralimpica ucraina nella fase a gironi ha visto l'Ucraina affrontare l'Iran, una nazione legata alla Russia e nota per il suo uso di droni letali nel conflitto. La sconfitta netta in tre set ha messo a dura prova il morale della squadra, ma Melnyk ha tenuto a ribadire la determinazione che contraddistingue gli atleti ucraini in questo periodo difficile.

“Ho un messaggio per il mondo: non abbiate paura, non abbiate mai paura di nessuno, soprattutto di terroristi e assassini", ha affermato Melnyk, con toni di forte fermezza. È un appello alla resilienza e alla consapevolezza che affonda le radici nelle esperienze vissute dai soldati e dagli atleti ucraini, entrambi uniti nella lotta contro l'oppressione.

Melnyk e i suoi compagni dimostrano che, nonostante la sconfitta, il loro spirito e la loro determinazione rimangono indomiti, simbolo di una nazione che continua a resistere in nome della libertà e della dignità.

Ultimo aggiornamento il 31 Agosto 2024 da Elisabetta Cina

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