Il tema della disparità salariale di genere continua a rappresentare un problema significativo nel mercato del lavoro italiano, in particolare nel settore metalmeccanico. I dati recenti mostrano che le donne guadagnano, in media, il 14,1% in meno rispetto ai loro colleghi maschi. Questa differenza retributiva è il risultato di diversi fattori, tra cui scelte lavorative, assunzioni e la distribuzione delle diverse posizioni all’interno delle aziende.
Differenziali retributivi tra uomini e donne
I dati forniti dalla FIOM-CGIL, emersi in concomitanza con la Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo, evidenziano una situazione preoccupante per le lavoratrici del settore. Nel 2023, la retribuzione lorda media per le donne è di 37.493 euro, in contrapposizione ai 43.601 euro guadagnati dagli uomini. Questa differenza è aumentata rispetto al 2022, quando si attestava al 13,5%. La situazione si fa ancora più critica se si analizzano i vari componenti della retribuzione. Per quanto riguarda il salario accessorio, che include straordinari, premi e superminimi individuali, le donne subiscono una differenza del 25,3% rispetto ai colleghi maschi. Al contrario, il salario “strutturale”, determinato esclusivamente dalla contrattazione collettiva, mostra una disuguaglianza minore, pari al 10,6%. Questi dati mettono in luce come la contrattazione collettiva possa contribuire a ridurre il divario retributivo.
Posizioni apicali e disparità nella crescita occupazionale
Le opportunità di carriera per le donne nel settore metalmeccanico sono limitate. Solo una piccola percentuale di donne occupa posizioni dirigenziali. Nel 2022, il 15,7% delle dirigenti erano donne, incrementato al 16,3% nel 2023. Le donne ricoprono anche minormente i ruoli di quadro e operaio rispetto ai maschi. In termini di crescita occupazionale, i dati tra il 2022 e il 2023 segnalano un incremento sia per uomini che per donne, con 12.927 nuovi occupati e un aumento del 2,98%. Tuttavia, il settore ha visto una maggiore crescita per gli uomini, con 8.423 nuove assunzioni , mentre le donne hanno visto un incremento di 8.423 unità . Questo fa sì che, ad ogni nuova assunzione, una donna su tre venga assunta, ribadendo la necessità di un cambiamento significativo in termini di parità di genere.
Lavoro part time e sua incidenza sulla retribuzione
Un aspetto determinante che contribuisce alla disparità salariale è il ricorso al lavoro part time. Nel settore metalmeccanico, il 3,5% dei dipendenti ha un contratto a tempo parziale. Tuttavia, gli uomini con contratto part time ammontano solo all’1,1%, mentre le donne rappresentano il 12,2% del lavoro part time. Questa differenza influisce notevolmente sul monte retributivo, e nel 2023 le donne, pur costituendo il 21,4% della forza lavoro totale, ricevono solo il 18,9% del monte retributivo annuo lordo. È evidente come il lavoro part time non solo influisca sull’immediata retribuzione, ma possa anche avere un impatto a lungo termine sulle opportunità di carriera e di crescita professionale per le lavoratrici. Queste dinamiche richiedono un’analisi attenta e strategie mirate per promuovere l’equità nel settore.