Negli ultimi giorni, il carcere di REGINA COELI a ROMA è stato teatro di disordini significativi, che hanno messo a rischio la sicurezza e l’integrità della struttura. I problemi si sono manifestati in particolare nella prima sezione del secondo piano, dove i detenuti hanno l’opportunità di lavorare all’esterno. La situazione difficile è emersa a seguito delle limitate possibilità lavorative, elemento che si ritiene possa aver scatenato le tensioni e i disordini. I rapporti emersi dalla cronaca indicano danni gravi e una preoccupante situazione di stress per il personale di polizia penitenziaria.
La descrizione degli eventi: danni e violenze
Danni alla struttura e modalità di protesta
All’interno del carcere, i disordini hanno portato a gravi danni materiali, con pavimenti allagati e controsoffitti in cartongesso devastati. In aggiunta, si sono verificati atti incendiari con suppellettili bruciate, e sono stati segnalati lanci di oggetti pericolosi come bombolette di gas contro gli agenti in servizio. È emerso che i disordini hanno avuto luogo in un contesto già teso, dove la mancanza di opportunità lavorative per i detenuti ha rappresentato un fattore scatenante. La presenza di un numero ridotto di agenti di polizia penitenziaria durante il tumulto ha ulteriormente complicato le operazioni di contenimento, rendendo il lavoro delle forze dell’ordine particolarmente difficile.
Situazione di calma e gestione dell’emergenza
Dopo ore di tensione, la situazione è tornata sotto controllo, grazie all’intervento esperto degli agenti di polizia penitenziaria. Fortunatamente, non si registrano feriti tra il personale, che ha dimostrato competenza e professionalità anche in condizioni stressanti e sfavorevoli. Tuttavia, i danni materiali sono stati talmente significativi da indurre a valutare l’inagibilità del piano in questione, il che potrebbe comportare ulteriori difficoltà per la già complessa quotidianità di un istituto penitenziario.
Richieste di intervento e condizioni di lavoro critiche
La posizione della Fp Cgil
Pierluigi Acunzo, coordinatore regionale della Fp Cgil di Roma e Lazio, ha espresso una forte preoccupazione riguardo alla situazione all’interno del carcere. La sindacalista ha ribadito la necessità di interventi urgenti per tutelare il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria. Acunzo ha sottolineato come le condizioni di lavoro per il personale siano sempre più precarie, in un contesto normativo ed economico che non supporta adeguatamente le loro necessità. Da anni si attende un rinnovo del contratto, che non avviene, lasciando i lavoratori in una condizione difficile, costretti a sostenere spese anche per missioni effettuate fuori dall’istituto.
Stress psicofisico e necessità di un tavolo straordinario
La Fp Cgil ha evidenziato come la situazione non riguardi solo il carcere di Regina Coeli, poiché le ondate di protesta e malcontento si stanno diffondendo in varie strutture penitenziarie del Paese. L’aumento dello stress psicofisico tra il personale è diventato una realtà preoccupante, e gli agenti di polizia penitenziaria si trovano a dover affrontare sfide quotidiane sempre più gravose. Il sindacato ha chiesto l’attivazione di un tavolo straordinario con tutte le organizzazioni sindacali del Comparto Sicurezza, per trovare soluzioni condivise e affrontare le problematiche con un approccio collettivo e costruttivo.
Una situazione da monitorare
I disordini nel carcere di Regina Coeli rappresentano un campanello d’allarme per l’intero sistema penitenziario italiano. La mancanza di risorse, le scarse opportunità lavorative per i detenuti, e le difficili condizioni di lavoro per il personale di polizia penitenziaria mettono in evidenza la necessità di interventi tempestivi. Solo attraverso un’iniziativa congiunta e una forte volontà di cambiamento sarà possibile migliorare la situazione e garantire la sicurezza sia per i detenuti che per gli agenti che operano negli istituti.