Diga di genova al lavoro per identificare 150 militanti di estrema destra al raduno ai giardini di brignole

Diga di genova al lavoro per identificare 150 militanti di estrema destra al raduno ai giardini di brignole

La Digos di Genova indaga su un raduno di 150 militanti di estrema destra ai giardini di Brignole, con partecipanti da Lombardia e altre province, monitorando legami con Casapound e Lealtà Azione.
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Il 4 maggio a Genova un gruppo di circa 150 militanti di estrema destra si è radunato ai giardini di Brignole eseguendo un saluto romano; la DIGOS indaga per identificare i partecipanti e valutare eventuali implicazioni legali, monitorando legami tra gruppi come Casapound e Lealtà Azione. - Gaeta.it

Un gruppo di circa 150 militanti di estrema destra si è riunito lo scorso 4 maggio ai giardini di brignole a genova, dove hanno compiuto un saluto romano durante la commemorazione di Ugo Venturini. La digos locale ha subito avviato le indagini per identificare tutte le persone presenti, scavando nelle immagini raccolte e sui dati relativi ai veicoli giunti in città dalla lombardia e altre province vicine. Questa operazione rappresenta l’ultimo episodio di controlli serrati sulle manifestazioni di gruppi di estrema destra in italia, con particolare attenzione a azioni che possano rilanciare simboli legati al fascismo dissolto.

Attività della digos di genova per rilevare i partecipanti al raduno

La digos di genova, sotto la guida della dirigente simona truppo, ha messo in moto un vero e proprio dispositivo investigativo per risalire ai nomi di chi ha partecipato al raduno del 4 maggio. L’impegno principale riguarda l’analisi approfondita dei video acquisiti dalla polizia scientifica e delle riprese effettuate dai media sul posto. Questi materiali sono fondamentali per individuare le singole persone, verificare comportamenti e annotare dettagli utili.

Attenzione sui circoli di estrema destra

L’attenzione degli inquirenti si concentra soprattutto sui militanti già noti alla questura, segnalati per appartenenza o frequentazione di due circoli di estrema destra a genova: «La Risoluta», affiliato a Casapound, e «La Superba», legato a Lealtà Azione. Sono proprio questi soggetti che, oltre al gruppo più ampio, stanno sotto osservazione per chiarire dinamiche e responsabilità all’interno della manifestazione. I controlli proseguiranno su ogni dettaglio raccolto.

Provenienza dei partecipanti e legami con gruppi di estrema destra

Ai giardini di brignole si sono radunate persone provenienti da più regioni d’Italia. Dei 150 partecipanti stimati, poco più della metà erano residenti a genova, mentre gli altri sono giunti soprattutto dalla lombardia, in particolare da milano, e da alcune province dell’italia settentrionale come la spezia, piacenza e reggio emilia. Il carattere trasversale del raduno emerge dalla presenza prevalente di militanti affiliati a casapound e lealtà azione.

In misura molto più ridotta, invece, vi erano giovani legati al fronte veneto skinheads. Questi gruppi formano una rete di organizzazioni di estrema destra che mantengono stretti contatti tra loro e spesso si spostano per partecipare a cerimonie, commemorazioni o manifestazioni simili. La composizione del gruppo fa capire la capacità di mobilitazione sul territorio, specie nei raduni più significativi, come quello organizzato per ricordare Ugo Venturini.

Implicazioni legali e vincolo della sentenza della corte di cassazione

L’identificazione dei soggetti coinvolti rappresenta solo la prima fase di questo processo. La digos, dopo avere completato i riscontri, redigerà una relazione dettagliata da consegnare alla procura di genova, che valuterà eventuali provvedimenti penali. A complicare il quadro, esiste una sentenza delle sezioni unite della corte di cassazione depositata circa un anno fa, che limita l’ambito di punibilità del saluto romano.

Secondo questa decisione, infatti, il gesto è punibile solo se configura un concreto rischio di riorganizzazione del partito fascista, disciolto in italia ormai da decenni. Ciò significa che la magistratura deve valutare attentamente le situazioni specifiche, determinando se il saluto romano rappresenti una semplice manifestazione o se abbia finalità eversive. Questo vincolo giuridico incide anche sulle indagini della digos, richiedendo prove sufficienti per sostenere azioni legali contro i partecipanti.

Annotazione e verifica delle targhe delle auto arrivate da fuori città

Un elemento importante emerso durante le attività investigative riguarda i mezzi con cui i militanti sono giunti a genova. Le targhe delle auto provenienti da fuori città sono state annotate con cura dagli agenti. Questo lavoro permette di risalire ai proprietari dei veicoli e capire con precisione quanti non fossero genovesi. Attraverso la verifica delle immatricolazioni, la digos può tracciare i percorsi dei partecipanti, stabilire connessioni tra gruppi e monitorare eventuali spostamenti futuri.

Il controllo delle targhe è uno strumento utile anche per prevenire nuove manifestazioni non autorizzate o per intercettare movimenti di persone già coinvolte in episodi analoghi. Questo tipo di accertamento richiede tempo e attenzione, ma si rivela spesso determinante per sviluppare un quadro più completo della rete di militanti di estrema destra in circolazione sul territorio nazionale.

Manifestazioni di estrema destra sotto la lente della giustizia

Questo episodio genovese si inserisce in un contesto più ampio di attenzioni crescenti sulle manifestazioni di estrema destra in italia. Diverse città registrano eventi simili che spesso tornano a evidenziare simboli legati al passato fascista, suscitando interventi delle forze di polizia e richieste di chiarimenti alla magistratura. La sentenza della corte di cassazione funge da riferimento per distinguere tra espressioni di dissenso e vere e proprie azioni che tentano di riorganizzare formazioni illegali.

Le autorità procedono dunque con accurate indagini, monitorando ogni raduno e identificando i protagonisti con l’obiettivo di arginare eventuali attività pericolose per l’ordine pubblico. La vicenda ai giardini di brignole dimostra come anche la collaborazione tra polizia, procura e media svolga un ruolo centrale nel presidio della legalità e nella gestione di situazioni potenzialmente critiche. La questione resta viva, con nuovi episodi che potrebbero emergere nei prossimi mesi.

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