Deputato di fratelli d’Italia a processo per sparo di capodanno, tensione politica a Biella

Deputato di fratelli d’Italia a processo per sparo di capodanno, tensione politica a Biella

Il deputato Emanuele Pozzolo di Fratelli d’Italia è sotto processo a Biella per porto abusivo di arma dopo uno sparo nella Pro Loco di Rosazza, con tensioni politiche e accuse contro il sottosegretario Andrea Delmastro.
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Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo è sotto processo per porto abusivo di arma da fuoco dopo uno sparo avvenuto a Capodanno 2023-2024, in un caso che ha scosso il partito e sollevato tensioni politiche e giudiziarie. - Gaeta.it

Un episodio avvenuto la notte di capodanno 2023-2024 continua a scuotere la politica italiana nel 2025. Emanuele Pozzolo, deputato di Fratelli d’Italia, si trova a rispondere davanti alla procura di Biella per il ferimento di un uomo e il porto abusivo di arma da fuoco. Le sue dichiarazioni recente davanti alle telecamere hanno riacceso l’attenzione su un caso che intreccia ambiti giudiziari e politici, coinvolgendo figure di spicco del partito e suscitando polemiche nel mondo pubblico.

Il contesto dello sparo nella notte di capodanno

Nella notte tra il 31 dicembre 2023 e il 1° gennaio 2024, nel salone della Pro Loco di Rosazza, si è verificato uno sparo che ha portato a un ferimento e all’apertura di un processo. Secondo gli atti, il deputato Emanuele Pozzolo avrebbe impugnato una pistola, una Glock 43 calibro 9, legalmente non detenuta per quell’uso, e sparato colpendo Luca Campana, il compagno della figlia del caposcorta di Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia. Campana ha rinunciato alla querela, il che ha fatto cadere il capo di imputazione per lesioni colpose, mentre al deputato sono rimaste le accuse di porto illegale di arma e munizioni da guerra.

Pozzolo ha confermato di essere presente al momento del colpo, ricordando che tutti i presenti si trovavano all’interno del locale. Di fronte alla domanda se Delmastro fosse con lui, ha evitato risposte chiare, limitandosi a dire che con lui aveva parlato subito dopo lo sparo. Questo silenzio parziale ha sollevato dubbi sul coinvolgimento diretto o indiretto del sottosegretario, alimentando discussioni sui rapporti interni al partito e sulle dinamiche che hanno seguito l’evento.

Il locale è diventato il centro di un’indagine molto attenta da parte della Procura di Biella, che ha voluto chiarire circostanze e responsabilità. I fatti raccontano di un episodio grave non solo per il ferimento, ma anche per il contesto politico che ne è derivato, con tensioni interne al partito e possibili implicazioni di potere.

Dichiarazioni di pozzolo e la strategia del silenzio

Le parole di Pozzolo sono state raccolte dal programma Report, dove ha raccontato di aver ricevuto un esplicito ordine dal partito: “non rilasciare dichiarazioni sull’incidente.” Questo suggerisce una volontà di circoscrivere il danno politico e di evitare scandali più ampi. Il deputato si è definito una sorta di “capro espiatorio”, indicato come il solo responsabile di quello che lui stesso definisce un episodio da cui la leadership del partito ha cercato di prendere le distanze.

La risposta fredda di Delmastro alle affermazioni di Pozzolo è stata una richiesta di prove: «Dimostri ciò che afferma», una frase che lascia intendere una contrapposizione tra i due, anche se forse ha lo scopo di contenere la situazione. Questo botta e risposta pubblico sottolinea le divisioni all’interno del gruppo e l’imbarazzo di chi si trova coinvolto in una vicenda che rischia di danneggiare l’immagine del partito.

Dietro la posa pubblica di durezza, emerge una rete complessa di rapporti, alleanze e silenzi. Il fatto che Pozzolo sia stato l’unico a parlare davanti alle telecamere segnala un isolamento che pesa nel clima interno. L’incidente, nelle sue sfumature, mostra come la gestione dell’imbarazzo e del potenziale scandalo sia stata affidata all’archiviazione frenetica e al controllo delle informazioni.

Un processo che vede dunque non solo la verifica delle responsabilità penali, ma anche l’esame delle tensioni politiche, dei giochi interni e del modo in cui un partito risponde a situazioni problematiche tra i suoi esponenti.

Le fasi del processo e le testimonianze chiave

Il procedimento giudiziario è partito il 25 febbraio 2025 davanti al tribunale di Biella dove Pozzolo è accusato di porto illegale di arma e munizioni da guerra. Sono stati esclusi altri capi di imputazione, come le lesioni, grazie alla rinuncia della parte offesa e alla chiusura di reati minori con oblazioni. La presentazione delle prove e delle testimonianze assumerà un ruolo centrale nella definizione della responsabilità dell’imputato.

Tra i testimoni principali spiccano nomi importanti del panorama politico locale e nazionale: Andrea Delmastro, il sottosegretario coinvolto indirettamente, Davide Zappalà, consigliere regionale, e Luca Zani, presidente del consiglio comunale di Biella. Le loro dichiarazioni potranno chiarire particolari sulla dinamica della serata e sul comportamento di Pozzolo prima e dopo lo sparo.

La difesa ha tentato di ridimensionare le accuse, chiedendo di derubricare i capi di imputazione, ma la giudice ha rigettato le istanze, confermando la necessità di un dibattimento completo. Il processo promette di far emergere particolari decisivi per comprendere le responsabilità sull’episodio e la posizione di ognuno degli attori coinvolti.

Saranno inoltre centrali gli elementi raccolti dall’inchiesta giornalistica inedita che sarà trasmessa per intero a breve. Le immagini e le ricostruzioni contenute potrebbero fornire ulteriori elementi utili per la magistratura e per l’opinione pubblica.

Le implicazioni politiche e le ripercussioni nel partito

La vicenda va oltre la cronaca giudiziaria e si inserisce in un contesto politico delicato. Fratelli d’Italia si presenta come un partito che da sempre ricorda l’importanza della legalità, tuttavia il caso Pozzolo mette in discussione quella coerenza, mostrando una reazione improntata al silenzio e al contenimento dei danni interni.

Il ruolo di Delmastro resta sotto osservazione. In base alle dichiarazioni iniziali, potrebbe essere chiamato a modificare il suo racconto se le accuse di Pozzolo venissero confermate nei dettagli. La posizione del sottosegretario è elemento chiave per capire fino a che punto la vicenda coinvolga la leadership nazionale.

L’attenzione mediatica e la pressione politica creano un clima di incertezza su quali conseguenze ci saranno per i protagonisti. Le aspirazioni e i progetti di carriera di chi è coinvolto potrebbero risentirne, soprattutto se emergessero responsabilità diffuse o accordi sottotraccia. Il partito è chiamato a gestire una crisi che ha già prodotto fratture e che potrebbe estendersi con ulteriori sviluppi.

Resta da vedere se l’apertura del processo spingerà i vari attori a chiarire la propria posizione, o se le schermaglie politiche continueranno a prevalere sul racconto dei fatti. Un equilibrio delicato che si riflette sull’immagine pubblica di Fratelli d’Italia e sulla credibilità della sua rappresentanza istituzionale.

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