La situazione nel centro storico de L’Aquila continua a sollevare preoccupazioni, secondo l’analisi recentemente pubblicata da CRESME e Openpolis. Nonostante oltre il 70% delle abitazioni sia tornato disponibile e abitabile, i consiglieri comunali PIERLUIGI PADOVANI e ANGELO VERINI segnalano un’assenza di una vera e propria rinascita sociale ed economica della città, lasciando spazio a interrogativi e dubbi sul futuro di una delle zone più colpite dal terremoto del 2009.
La realtà della ricostruzione: abitazioni e vuoti urbani
Le statistiche parlano chiaro: nel cuore di L’Aquila, il 40% delle abitazioni risulta inutilizzato, una percentuale ben superiore alla media nazionale di appena il 5%. Inoltre, la città detiene il triste primato italiano per il numero di abitazioni vuote nel centro, con un’impressionante quota del 35%. Questi numeri evidenziano una problematica significativa che colpisce non solo gli spazi fisici, ma anche le dinamiche comunitarie.
Il decremento demografico è un ulteriore campanello d’allarme: il centro ha registrato una riduzione del 63% dei giovani residenti rispetto all’epoca pre-sisma. A questa situazione si aggiunge la scelta di molte aziende e istituzioni, il 43%, di trasferire altrove le proprie attività, contribuendo a un ulteriore impoverimento del tessuto economico locale.
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Attualmente, il numero complessivo di residenti nel centro storico è fermo a circa 5.000 unità, una cifra che rappresenta meno della metà rispetto al periodo pre-terremoto. Questi dati non possono non suscitare preoccupazione sul futuro della città, che sembra abbandonata, mentre spazi un tempo pulsanti di vita si svuotano.
Politiche di rigenerazione: un bilancio negativo
I consiglieri PADOVANI e VERINI mettono in dubbio l’efficacia delle politiche di rigenerazione urbana promosse dall’amministrazione locale, evidenziando come molti progetti, pur annunciati con pomposità, abbiano dato scarsi risultati. Un esempio lampante è il “Collegio di merito”, una collaborazione tra Università, GSSI e Comune che prometteva di realizzare uno studentato diffuso, ma ha finito per non portare i frutti sperati.
Questa situazione mette in evidenza la frattura tra le aspettative comunicative dell’amministrazione e la dura realtà sul campo. Non basta organizzare eventi o incontri per riportare vita e vitalità nel centro storico. La mancanza di politiche mirate e concrete per riattivare l’area centrale impedisce a L’Aquila di riassumere quel ruolo vitale che aveva prima del sisma, quando era una località rinomata per i suoi servizi e la sua vita culturale.
La necessità di uno sforzo collettivo
La crisi del centro storico non è solo una questione di numeri; rappresenta anche un’opportunità per ripensare l’assetto della città. PADOVANI e VERINI sottolineano l’importanza di andare oltre la ricostruzione fisica, con l’urgenza di restituire spazi ed edifici alla comunità per nuove funzioni. La proposta di incentivare la residenza di studenti universitari nel cuore della città attraverso un “bonus affitto” potrebbe rappresentare una via per riportare in vita il centro, creando un ambiente giovane e dinamico.
In aggiunta, la presentazione di un nuovo bando “Fare Centro” rivolto a imprese e giovani coppie potrebbe stimolare la rinascita del territorio, incoraggiando le attività economiche a fiorire e incoraggiando una nuova socialità tra i cittadini. La chiave della ricostruzione non risiede solo nelle strutture, ma anche nella loro capacità di rispondere alle esigenze e ai desideri della comunità.
Un futuro incerto ma necessario da costruire insieme
Le considerazioni espresse dai consiglieri non possono passare inosservate. La bellezza de L’Aquila, senza una visione condivisa e strategica per il suo futuro, rischia di ridursi a una semplice cornice vuota. L’amministrazione sembra ancora ancorata a progetti che non si concretizzano mentre segnalano difficoltà percepibili anche nella gestione dell’ordinario.
È chiaro che per restituire vita al centro e alle sue strade, è necessaria una riorganizzazione delle priorità e una rinnovata volontà di mettere in atto misure concrete e tangibili. La comunità aquilana merita di tornare a essere al centro dell’attenzione, rendendo L’Aquila non solo un luogo da visitare, ma una vera e propria casa per i suoi cittadini, ricca di opportunità e relazioni.