I progressi dell’intelligenza artificiale rendono possibile creare immagini e video falsi, ma estremamente realistici, con volti e voci di persone reali. Questo fenomeno, noto come deepfake, ha suscitato preoccupazioni significative sulla privacy e la diffusione di contenuti potenzialmente dannosi. In Danimarca, il governo sta valutando una modifica alla legge sul copyright per tutelare l’identità digitale dei cittadini, inserendo protezioni specifiche contro l’uso non autorizzato del proprio aspetto e voce generati artificialmente.
L’evoluzione dei deepfake e le implicazioni sulla privacy
I deepfake si basano su tecniche di intelligenza artificiale, in particolare il deep learning, per generare immagini, video o audio che riproducono fedelmente volti, gesti e voci di persone reali. All’inizio, queste tecnologie erano impiegate soprattutto in ambiti creativi e di intrattenimento, come il miglioramento di effetti speciali nei film o la creazione di personaggi digitali indistinguibili da attori veri.
Rischi e diffusione dei deepfake
Nel tempo però, i deepfake hanno iniziato a diffondersi su larga scala sul web, spesso usati in modo improprio o con intenti malevoli. La facilità con cui è possibile produrre contenuti falsi, ma credibili, mette a rischio la reputazione di chi viene ritratto e mina la fiducia nelle immagini e nei video condivisi online. Le ripercussioni sulla privacy diventano evidenti quando immagini e voci vengono manipolate senza il consenso dell’interessato, spesso in situazioni imbarazzanti o lesive.
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L’uso improprio dei deepfake coinvolge anche la possibilità di imitare la performance di artisti o personaggi pubblici, replicando movenze o suoni senza autorizzazione. Negli ultimi anni sono emersi diversi episodi in cui queste tecnologie sono state sfruttate per diffondere disinformazione, truffe o contenuti offensivi. Le normative attuali non sempre riescono a intervenire rapidamente o in modo efficace di fronte a scenari così complessi.
La proposta danese per proteggere il diritto all’immagine e alla voce
Il governo di Copenhagen ha messo al centro del dibattito politico una proposta di legge che estende la tutela del copyright all’aspetto fisico e alla voce degli individui. L’idea è trattare queste caratteristiche come opere d’arte, impedendo quindi la riproduzione digitale non autorizzata. Questo approccio rappresenterebbe il primo regolamento europeo dedicato a contrastare i rischi prodotti dai deepfake sul piano personale.
Il ruolo di jakob engel-schmidt
Jakob Engel-Schmidt, ministro della cultura danese, ha sottolineato l’importanza di inviare un segnale chiaro con questa iniziativa: “Ogni cittadino deve poter rivendicare il controllo sul proprio corpo e la propria identità vocale, proteggendoli dall’uso improprio generato dall’intelligenza artificiale.” Attualmente la legge sul copyright non riesce a coprire questi diritti in modo esplicito o completo, lasciando uno spazio potenziale per abusi difficili da contrastare.
La proposta normatica, in preparazione con il consenso di diverse forze politiche, dovrebbe essere presentata entro l’estate e affrontare il voto parlamentare nell’autunno del 2025. Il testo normativo prevede la possibilità per chiunque subisca una sovrapposizione digitale senza consenso di rivolgersi alle piattaforme che diffondono tali materiali, chiedendo la rimozione immediata.
L’emendamento comprende anche la tutela delle imitazioni digitali realistiche di artisti e performer registrate senza autorizzazione, riconoscendo così il valore della performance audiovisiva oltre a quello dell’immagine statica. Le fattispecie escluse sono le parodie o le satire, categorie tradizionalmente tutelate.
Sanzioni e strumenti per contrastare abusi e violazioni
Le nuove disposizioni non si limitano a vietare la diffusione di contenuti deepfake senza consenso, ma prevedono anche sanzioni per le piattaforme che non rispettano gli obblighi di rimozione. Il ministro Engel-Schmidt ha avvertito che eventuali violazioni alle norme saranno punite con multe pesanti, che potrebbero spingere i gestori a prendere sul serio la questione.
Responsabilità e risarcimenti
Questo sistema di responsabilità intende incentivare una maggiore attenzione delle società tecnologiche nel monitorare e moderare i contenuti caricati dagli utenti. Se una persona vede il proprio volto o la propria voce utilizzati in un video manipolato senza il proprio consenso, potrà rivendicare un risarcimento per danni, rafforzando il diritto di difesa individuale.
Il quadro giuridico proposto da Copenhagen si inserisce in un contesto in cui i deepfake si fanno sempre più complessi e accessibili a utenti con scarsa preparazione tecnica. Le autorità nazionali puntano a creare un modello di riferimento per gli altri paesi europei, dove finora mancano regole specifiche per questo tipo di fenomeni.
Oltre all’aspetto legale, la normativa vuole stimolare una maggiore consapevolezza pubblica sui rischi delle tecnologie di sintesi audiovisiva, rendendo più sicuro il web per tutti. Le possibili ricadute sociali e politiche di una diffusione incontrollata di contenuti deepfake spingono verso una regolazione più stringente, in grado di garantire rispetto e protezione dei diritti individuali.