Il municipio VI di Roma ha recentemente approvato due risoluzioni che permetteranno a determinate scuole di esporre il crocifisso nelle aule e di indirizzare un concorso per la creazione di presepi. La decisione, sostenuta con vigore dalla maggioranza di centrodestra, arriva in un momento di crescente dibattito sulle pratiche religiose in contesti educativi pubblici. Questo articolo analizza le reazioni politiche e sociali a questa iniziativa, così come le implicazioni per le scuole della zona.
Il via libera del municipio e il ruolo di Gabriele Manzo
Il consiglio municipale ha dato il via libera a questa proposta, presentata dal consigliere Gabriele Manzo, che proviene dalla lista civica di Vittorio Sgarbi e attualmente è tra le fila di Fratelli d’Italia. L’atto sancisce la possibilità di affiggere simboli religiosi come il crocifisso nelle scuole, indicando anche che il municipio impegna la giunta a promuovere questa scelta. Manzo ha sottolineato che si tratta di un’opzione e non di un’imposizione, assicurando l’autonomia di ciascun istituto scolastico nel decidere se adottare o meno tale pratica.
L’atto è stato approvato con il voto unanime della maggioranza, mentre le opposizioni, rappresentate da Pd e M5s, hanno deciso di abbandonare l’aula durante il voto. La forte posizione del presidente del Municipio VI, Nicola Franco, è stata chiara: “Questa iniziativa vuole semplicemente offrire la possibilità alle scuole di esporre un simbolo significativo, rispetto alle tradizioni che abbiamo,” ha affermato in un’intervista all’agenzia Ansa. Inoltre, ha evidenziato come la decisione rientri nel programma elettorale del centrodestra e come si desideri rispettare l’autonomia delle istituzioni educative.
Le reazioni delle opposizioni e le preoccupazioni sui valori di inclusione
La notizia ha suscitato forti critiche da parte delle opposizioni, che considerano quest’atto un tentativo di strumentalizzare la religione per fini politici. Fabrizio Compagnone, capogruppo del Pd in municipio, ha espresso il suo disappunto riguardo all’assenza di competenze dirette da parte del municipio in materia scolastica. “La religione non deve essere utilizzata come uno strumento di propaganda,” ha dichiarato, ponendo l’accento sul principio di autodeterminazione delle scuole e degli studenti. Secondo la sua visione, l’amministrazione dovrebbe occuparsi di problemi più urgenti nelle scuole, piuttosto che dedicarsi a questioni religiose.
La voce di alcuni dirigenti scolastici, come Guglielmo Caiazza dell’Istituto comprensivo di Via Acquaroni, ha messo in evidenza l’importanza di mantenere un ambiente educativo pluralista e inclusivo. Caiazza ha ricordato che le scuole devono rimanere spazi laici, dove valori di multiculturalità e multireligiosità sono fondamentali per la formazione di un clima rispettoso. “La nostra scuola è aperta a tutti, e non può dimenticare di rappresentare i valori di una comunità che abbraccia diverse culture e religioni,” ha affermato.
Il concorso per presepi e la tradizione natalizia
Il secondo punto approvato dal municipio riguarda l’organizzazione di un concorso per presepi nelle scuole. Questa iniziativa è stata interpretata come un tentativo di valorizzare le tradizioni locali in vista delle festività natalizie. Secondo Franco, l’esposizione dei presepi non solo rappresenta un momento di aggregazione e celebrazione, ma è anche un’iniziativa volta a favorire incontri interreligiosi, dimostrando che ci si può unire anche nella diversità.
La proposta di un concorso per la realizzazione dei presepi è, quindi, un elemento di continuità con le tradizioni del territorio. Tuttavia, resta da vedere come garantirà la giusta rappresentanza e sensibilità nei confronti delle diverse identità presenti nella comunità scolastica. La bontà di queste iniziative si rivela soggetta a un intenso dibattito, e le prossime mosse del municipio potrebbero ancora far discutere.