Crisi nel settore logistico: Fdm/Las annuncia chiusura e licenziamenti, sindacati chiedono intervento del governo

Crisi nel settore logistico: Fdm/Las annuncia chiusura e licenziamenti, sindacati chiedono intervento del governo

La chiusura dell’azienda Fdm/Las in Basilicata mette a rischio 700 posti di lavoro, sollevando l’allerta dei sindacati che chiedono interventi urgenti per sostenere i lavoratori e il settore logistico.
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Crisi nel settore logistico: Fdm/Las annuncia chiusura e licenziamenti, sindacati chiedono intervento del governo - Gaeta.it

Il settore della logistica in Basilicata sta affrontando una fase critica, con l’azienda Fdm/Las che ha comunicato la cessazione delle attività e la conseguente riduzione del personale. Circa 700 lavoratori si trovano ora in una situazione di incertezza, con interrogativi sul loro futuro occupazionale. Le organizzazioni sindacali, Uilm e Fismic, si sono espresse in merito, chiedendo un intervento immediato da parte del governo centrale per attivare misure di sostegno e la rimozione delle addizionali fiscali.

La situazione di Fdm/Las e le reazioni dei sindacati

Fdm/Las è un’azienda operante nell’area industriale di Melfi, in provincia di Potenza, che punta a rafforzare la propria presenza nel mercato della logistica. Tuttavia, la recente decisione di chiudere i battenti ha colto di sorpresa i dipendenti e i sindacati, che avevano lanciato segnali d’allerta da tempo. I rappresentanti della Uilm e Fismic hanno riferito che le loro richieste, presentate in diversi incontri e assemblee con i lavoratori, non hanno ancora ricevuto le dovute attenzioni da parte delle autorità competenti.

In un momento di forte difficoltà economica, il grido di allarme sollevato dai sindacati si fa sempre più urgente. “Purtroppo, il nostro messaggio non è stato ascoltato. La realtà è che senza misure immediate a favore di questi lavoratori, molti di loro si troveranno senza lavoro,” hanno affermato i rappresentanti sindacali. Questa situazione mette in luce la scarsa reattività delle istituzioni nel rispondere a crisi occupazionali di rilevante entità.

Richieste di intervento e mancanza di risposte

A febbraio, il ministro Urso aveva manifestato l’intenzione di elaborare un provvedimento specifico per sostenere i lavoratori della logistica. Tuttavia, a distanza di mesi, non si è ancora vista alcuna azione concreta. Nel mese di settembre, insieme alla Regione Basilicata, i sindacati avevano redatto un documento ufficiale che evidenziava la gravità della situazione e richiedeva risposte rapide al ministero. Tuttavia, il silenzio da parte delle autorità ha alimentato il senso di abbandono tra i lavoratori, che ora si trovano a dover affrontare la perdita del posto di lavoro senza alcun supporto certo.

“Abbiamo messo in campo ogni azione possibile per ottenere massima attenzione su questo tema cruciale, ma le risposte continuano a mancare,” hanno ribadito i rappresentanti sindacali. L’assenza di un piano di salvataggio e il blocco degli ammortizzatori sociali stanno aggravando una condizione già difficile per decine di famiglie. I sindacati chiedono misure di sostegno immediate per evitare che la crisi colpisca ulteriormente un settore già provato.

Futuro incerto e la necessità di soluzioni immediate

La crisi che ha investito Fdm/Las è solo una delle tante sfide che il settore logistico deve affrontare in questo periodo di turbolenze economiche. I sindacati hanno richiamato l’attenzione su quanto sia fondamentale garantire un futuro dignitoso per i lavoratori coinvolti, sostenendo che senza azioni tempestive, il tessuto industriale della regione subirà un ulteriore impoverimento.

L’appello dei sindacati si concentra sulla necessità di strategie a lungo termine che possano garantire stabilità e sicurezza per i lavoratori della logistica. L’attivazione di misure di sostegno e la sorveglianza delle politiche occupazionali potrebbero alleviare le preoccupazioni di chi rischia di rimanere senza lavoro. La situazione a Melfi rappresenta un segnale che non può essere trascurato se si vogliono evitare conseguenze più gravi sul mercato del lavoro e sull’economia locale.

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