Il dibattito sul futuro scolastico dell’Istituto Comprensivo Alberto Sordi, situato a Piazza Gola a Roma, ha raggiunto toni accesi dopo che genitori, docenti e personale di segreteria hanno deciso di ricorrere al TAR contro il piano di dimensionamento scolastico. Questa situazione ha suscitato un grande interesse e preoccupazione all’interno della comunità locale, con la richiesta di un ripensamento della decisione che, a loro avviso, rischia di compromettere un’offerta formativa già consolidata e apprezzata.
Le ragioni del ricorso al TAR
Il ricorso al TAR si configura come una risposta a un’accorpamento che, secondo i rappresentanti della comunità scolastica, risulta affrettato e dannoso. In una dichiarazione rilasciata all’ANSA, un membro del Consiglio di Istituto ha sottolineato: “Siamo convinti che questo accorpamento è sbagliato e frettoloso: compromette la nostra proposta e identità formativa costruita con fatica nel tempo.” La situazione attuale prevede una possibile fusione che porterebbe il numero degli studenti da 640 a quasi 1400, superando i limiti regionali che stabiliscono un massimo di circa 1200 allievi.
Aggiungendo un altro strato di complessità, i rappresentanti hanno fatto notare che negli ultimi anni c’è stato un incremento significativo di iscritti nella scuola secondaria. Questo aumento è interpretato come un segnale positivo della capacità dell’istituto di includere e formare una nuova comunità educativa che si adatta alle esigenze del territorio. Nonostante l’entità della proposta di dimensionamento, i docenti e i genitori si sono riuniti con l’assessore alla Scuola della Regione Lazio, Giuseppe Schiboni, nel tentativo di esporre le loro preoccupazioni e cercare un’apertura verso una revisione della decisione. Tuttavia, i rappresentanti del Consiglio hanno reso noto che non c’è stata alcuna disponibilità da parte dell’assessore a riconsiderare la questione.
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Mobilitazione della comunità e supporto politico
La forte mobilitazione da parte di genitori e docenti ha catalizzato l’attenzione anche di associazioni e partiti politici. Venerdì alle 9:30 si svolgerà una manifestazione davanti alla Regione Lazio, organizzata dalla Rete degli Studenti Medi. Questa iniziativa permette di esprimere non solo il dissenso verso il piano di dimensionamento, ma anche di invitare alla riflessione sulle ricadute negative che potrebbero derivare da tale scelta.
Il sostegno ricevuto dalla CGIL, dal Partito Democratico, da Azione e dalla lista Alternativa Verde e Solidale è significativo. Queste organizzazioni si prefiggono di garantire che le esigenze degli studenti e delle famiglie non siano trascurate nell’ottica di tagli economici che sembrano prevalere. Le preoccupazioni espresse dai membri della comunità scolastica rispecchiano una sensazione di impotenza dinanzi a decisioni che potrebbero avere un impatto duraturo sul futuro educativo dei giovani.
Il panorama educativo e le sfide future
La questione del dimensionamento scolastico si inserisce in un contesto più ampio, dove il dibattito sulla qualità dell’istruzione continua a essere al centro delle politiche regionali. Gli enti locali sono chiamati a gestire un equilibrio tra le necessità di risparmio e la qualità dell’offerta formativa. Le istituzioni scolastiche, come quella di Alberto Sordi, giocano un ruolo cruciale nel tessuto sociale, contribuendo non solo alla formazione culturale degli studenti, ma anche alla coesione della comunità.
Le sfide che si pongono davanti a istituzioni come l’Istituto Comprensivo Alberto Sordi sono imponenti. L’accorpamento proposto non è soltanto una questione di numeri, ma incide sulla possibilità di educare in un contesto stimolante e inclusivo. Gli insegnanti, i genitori e gli studenti stanno lottando per mantenere la loro identità formativa e per garantire che, nonostante le difficoltà del momento, le potenzialità e le aspirazioni della comunità educativa non vadano perdute nel vortice delle scelte politiche e finanziarie.