Il panorama lavorativo in Lombardia si mostra sempre più promettente per i neolaureati. Secondo il Terzo Rapporto del Milan Higher Education Observatory , la percentuale di contratti a tempo indeterminato per chi ha conseguito la laurea tra il 2017 e il 2023 nelle università Statale di Milano e Bicocca è aumentata del 7%. Non solo, il tasso di occupazione dei laureati, nel 2023, risulta superiore alla media nazionale tanto quanto le retribuzioni, confermando la regione come un polo d’attrazione per i giovani universitari.
Il rapporto sull’occupazione dei laureati lombardi
Il rapporto “Dopo la laurea: gli sbocchi occupazionali dei laureati lombardi”, realizzato grazie alla collaborazione tra l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Unioncamere, Almalaurea, Università di Pavia e Deloitte, evidenzia un quadro chiaro. La Lombardia non è solo una regione ad alta formazione, ma offre anche buone prospettive di lavoro, con esiti occupazionali che superano quelli nazionali. Un anno dopo la laurea, i laureati di primo livello vedono un incremento del 4,1% nella possibilità di trovare lavoro, con un ulteriore 4,5% per i laureati di secondo livello. A cinque anni dal conseguimento del titolo, il differenziale oscilla attorno all’1,5%.
Retribuzioni sopra la media nazionale
Le retribuzioni nella regione lombarda non sono da meno. A un anno dal conseguimento della laurea, gli studenti con un primo livello guadagnano mediamente 1.399 euro mensili, mentre chi ha un secondo livello arriva a 1.484 euro. Questi valori corrispondono rispettivamente a un incremento dell’1,1% e del 3,6% rispetto alla media nazionale. Proseguendo nella carriera, a cinque anni dal conseguimento del titolo, le retribuzioni medie superano i 1.800 euro mensili netti, un valore superiore del 4% rispetto alla media generale dei laureati in Italia.
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Difficoltà di reperimento del personale in Lombardia
Tuttavia, nonostante i segnali di crescita e le cifre positive, emerge una problematica considerevole per le aziende della regione: la difficoltà di reperire personale qualificato. Più della metà degli imprenditori ha dichiarato di aver incontrato ostacoli nella ricerca di profili STEM, con una carenza particolare nei settori ingegneristico e tecnologico. Le statistiche parlano chiaro: il 63% delle aziende in ingegneria e il 55% in tecnologia faticano a trovare candidati adatti.
La rettrice dell’Università Statale, Marina Brambilla, sottolinea la criticità di questa situazione, evidenziando che, nonostante l’incremento dei contratti a tempo indeterminato, il divario tra domanda e offerta risulta piuttosto preoccupante.
Guardare al futuro: azioni necessarie per colmare il gap
La pressione sul sistema universitario e su quello dell’occupazione è palpabile. L’obiettivo a questo punto è colmare questa distanza attraverso un approccio sistemico, che preveda interventi integrati fra atenei, istituzioni e mondo imprenditoriale. Strategia chiara quella di favorire il dialogo e la collaborazione, creando così un ponte tra l’istruzione superiore e il mercato del lavoro. Un passo fondamentale potrebbe dunque consistere in investimenti mirati e in politiche attive su formazione e inserimento professionale.
L’analisi fornita dal MHEO offre spunti di riflessione: il mondo dell’istruzione e quello del lavoro devono coordinarsi per garantire che i laureati lombardi possano accedere a un futuro professionale ricco di opportunità.