Il cadavere di alessandro venier, 35 anni, è stato trovato nella cantina della sua abitazione, in condizioni raccapriccianti. Secondo fonti qualificate, due donne, la compagna e la madre della vittima, avrebbero confessato l’omicidio. Il corpo era stato sezionato e nascosto con calce viva, un metodo usato per eliminare l’odore e ostacolare le indagini. Il fatto è avvenuto pochi giorni fa ma i dettagli sulla dinamica restano ancora da chiarire.
Il ritrovamento del corpo e le prime verifiche
Il corpo di alessandro venier è stato scoperto all’interno della cantina della sua abitazione. Le forze dell’ordine intervenute sul posto hanno trovato il cadavere fatto a pezzi e coperto da calce viva. Questo espediente, frequente in casi di omicidio per mascherare l’odore della decomposizione, ha subito insospettito gli investigatori. Il decesso risalirebbe a qualche giorno prima del ritrovamento, stando ai primi accertamenti medico legali. Sul posto sono state avviate tutte le attività per raccogliere prove investigative. La scena del crimine, in una casa privata, ha richiesto particolare attenzione per non compromettere elementi utili all’identificazione dei responsabili.
Le ammissioni della compagna e della madre di venier
Secondo quanto riferito da fonti investigative, la compagna e la madre di alessandro venier hanno ammesso il loro coinvolgimento nell’omicidio. Gli interrogatori si sono svolti alla presenza del magistrato che coordina l’indagine. Entrambe le donne hanno dichiarato di avere partecipato all’uccisione, ma i dettagli sui ruoli precisi rimangono da definire. Non sono ancora note le motivazioni che hanno portato a questo gesto violento. L’inchiesta prosegue per ricostruire dinamiche e movente, mentre le autorità valutano la posizione delle due donne e la loro eventuale responsabilità penale.
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Le investigazioni in corso e gli sviluppi attesi
Le indagini sul caso di alessandro venier sono concentrate sul tentativo di chiarire come si siano svolti i fatti e quali siano state le responsabilità individuali. Gli investigatori stanno esaminando i contatti tra le tre persone coinvolte, controllando telefoni, messaggi e ambienti circostanti. L’uso della calce viva fa pensare a un tentativo di occultamento, tipico in contesti di delitti premeditati o di forte conflitto. Il magistrato mantenendo il massimo riserbo, ha disposto accertamenti scientifici sui reperti. L’attenzione è anche focalizzata sulla relazione tra vittima e le due donne, per capire se motivi personali abbiano provocato l’escalation di violenza. Nei prossimi giorni sono previste ulteriori testimonianze e perizie.