Colloqui di de-escalation commerciale tra stati uniti e cina si svolgono a ginevra

Colloqui di de-escalation commerciale tra stati uniti e cina si svolgono a ginevra

A Ginevra, Stati Uniti e Cina avviano colloqui diretti per ridurre le tensioni commerciali causate da dazi elevati, con la partecipazione di delegazioni guidate da Scott Bessent, Jamieson Greer e He Lifeng.
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A Ginevra sono iniziati i primi colloqui diretti tra Stati Uniti e Cina per ridurre le tensioni commerciali causate dai pesanti dazi incrociati, segnando un possibile passo verso un accordo che potrebbe stabilizzare il commercio globale. - Gaeta.it

A Ginevra, in Svizzera, sono partiti i primi colloqui diretti tra Stati Uniti e Cina per cercare di ridurre le tensioni commerciali che da anni pesano sui rapporti tra le due potenze economiche. Questi incontri rappresentano un passo importante dopo anni di dazi che hanno inciso pesantemente sugli scambi internazionali, con ripercussioni non solo sui due paesi ma sull’intera economia globale. Nella città elvetica, delegazioni di alto livello hanno aperto un confronto che potrebbe modificare molte delle politiche attuali nel commercio globale.

I protagonisti e il contesto dei colloqui a ginevra

A rappresentare gli Stati Uniti, a Ginevra, sono arrivati il segretario al tesoro con i rappresentanti per il commercio, tra cui Scott Bessent e Jamieson Greer. Dall’altra parte, la delegazione cinese è guidata dal vicepremier He Lifeng, figura di spicco nel governo di Pechino. Le trattative si tengono il 10 giugno 2025, segnando la prima volta che i due paesi aprono un canale diretto per discutere a un livello così elevato dopo il lungo contenzioso iniziato sotto l’amministrazione Trump nel 2018. L’emittente statale cinese CCTV ha annunciato l’avvio di questi colloqui economici e commerciali definiti ‘ad alto livello’, a sottolineare l’importanza dell’appuntamento.

Momenti di forte tensione e speranze diplomatiche

Questo momento arriva in un quadro di forti attriti causati da dazi e contro-dazi che hanno innalzato barriere sui prodotti scambiati. Questi negoziati potrebbero essere l’occasione per stanare aperture concrete o concessioni bilaterali, qualunque esse siano, che portino a una riduzione delle tensioni da oltre cinque anni. Tuttavia, resta da vedere se le posizioni durissime assunte finora saranno realmente messe in discussione.

La situazione dei dazi doganali tra cina e stati uniti

La guerra dei dazi tra Pechino e Washington ha raggiunto livelli senza precedenti negli ultimi anni. I dazi imposti dagli Stati Uniti a partire dal 2025 hanno superato il 145% su un ampio gruppo di prodotti importati dalla Cina. In certi casi, tasse che gravano sulle merci arrivano addirittura al 245%, un livello molto alto che limita fortemente lo scambio commerciale tradizionale e incidere sull’economia delle aziende colpite.

In risposta, la Cina ha imposto tariffe del 125% su un vasto numero di merci provenienti dagli Stati Uniti. Questi dazi incrociati, di fatto, creano un embargo parziale che interessa le due economie più grandi del mondo e complicano la possibilità di cooperazione in tanti settori. Le attività commerciali rischiano di subire rallentamenti e costi maggiori, mettendo in difficoltà sia produttori che consumatori in ambedue i paesi.

Impatti su settori chiave e strategia politica

Il sistema tariffario è diventato uno strumento di pressione politica, con pesanti ripercussioni su industrie come l’agricoltura, la tecnologia e la manifattura, tra i settori più colpiti dalle restrizioni e dai costi aggiuntivi. Questi dati evidenziano un clima di tensione commerciale che ha bisogno di essere ricondotto su binari più stabili per limitare danni più seri ai mercati globali.

Le dichiarazioni di trump e le reazioni internazionali

Il presidente Donald Trump, attraverso i social media, ha lasciato trapelare la possibilità di una riduzione dei dazi sulle importazioni cinesi. In particolare, ha scritto che un dazio dell’80% risulterebbe più ‘giusto’, suggerendo una possibile revisione delle tariffe attualmente in vigore. Questo messaggio ha subito attirato l’attenzione di analisti e operatori economici, divisi tra chi vede una apertura e chi invece ritiene un semplice escamotage verbale.

Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha precisato subito che eventuali modifiche non saranno unilaterali. Aggiunto che per abbassare i dazi la Cina dovrà fare delle contropartite concrete e negoziate. Quindi, la strada per un accordo resta complessa e condizionata da valutazioni politiche e strategiche da entrambe le parti.

Ottimismo dalla svizzera e prospettive future

Intanto, in Svizzera, il vicepresidente e ministro dell’Economia Guy Parmelin ha espresso ottimismo. Ha ipotizzato che, nel corso delle discussioni, si possa arrivare a una sospensione reciproca delle tariffe doganali fino al termine dei colloqui, fissati per domenica o lunedì. Ha definito questo dialogo una vittoria, per il semplice fatto che due interlocutori tanto importanti si siano seduti a negoziare in modo diretto, un segnale che la via diplomatica resta percorribile.

Le prossime ore saranno decisive per capire se dalle parole si passerà a un’intesa che riduca la tensione tra Washington e Pechino, con potenziali riflessi sulla stabilità commerciale mondiale.

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