Calo delle assunzioni in Liguria: i dati allarmanti del primo semestre 2024

Calo delle assunzioni in Liguria: i dati allarmanti del primo semestre 2024

Nel primo semestre del 2024, la Liguria registra un calo del 3,5% nelle assunzioni e un’alta precarietà lavorativa, con l’88,3% dei contratti a tempo determinato e salari inferiori alla media nazionale.
Calo Delle Assunzioni In Ligur Calo Delle Assunzioni In Ligur
Calo delle assunzioni in Liguria: i dati allarmanti del primo semestre 2024 - (Credit: www.ansa.it)

Nel primo semestre del 2024, la Liguria ha evidenziato un significativo calo nelle nuove assunzioni. I dati pubblicati dal segretario generale della Cgil Liguria, Maurizio Calà, mostrano una diminuzione di 4.246 contratti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo fenomeno, che porta il totale dei nuovi contratti da 122.472 a 118.226, solleva preoccupazioni circa la qualità dell’occupazione nella regione, contribuendo a un quadro complessivo di precarietà.

Analisi dei nuovi contratti di lavoro

Il primo semestre del 2024 ha visto una flessione del 3,5% nel numero di nuovi contratti di lavoro in Liguria. Un aspetto particolarmente allarmante è la commistione di contratti precari nell’occupazione regionale: l’88,3% delle nuove assunzioni sono a tempo determinato, mentre solo l’11,7% si traduce in contratti a tempo indeterminato. Questo dato è indicativo di una tendenza crescente verso forme instabili di lavoro, come evidenziato dalle parole di Calà durante l’incontro “Le sfide del lavoro”, concluso dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Le implicazioni di questa situazione sono molteplici, poiché contratti temporanei non solo influenzano la sicurezza economica dei lavoratori, ma contribuiscono anche a una maggiore incertezza nel mercato del lavoro regionale, già segnato da una prevalenza di piccole imprese. Infatti, su oltre 133.000 aziende attive in Liguria, il 96% ha meno di dieci dipendenti, il che evidenzia il cosiddetto “nanismo delle imprese“. Questo contesto, unito a un calo delle assunzioni a lungo termine, compromette il potenziale di crescita e stabilizzazione della forza lavoro.

Disuguaglianze salariali e limite del reddito

Un ulteriore tema correlato alla precarietà nell’occupazione è rappresentato dai livelli salariali. Un lavoratore ligure guadagna mediamente 26.707 euro all’anno, ovvero 4.000 euro in meno rispetto ai colleghi che operano nel nord-ovest dell’Italia, dove la retribuzione media si attesta a 30.681 euro. Tale differenza retributiva aggrava le condizioni socio-economiche dei lavoratori liguri, portando alla formazione di un divario sempre più marcato tra le diverse aree del Paese.

Oltre a questa disparità salariale, i dati della Cgil rivelano che in Liguria quasi 267.066 persone sono a rischio di povertà, rappresentando il 17,7% della popolazione. Questa percentuale supera di gran lunga la media del nord-ovest, che è del 13,5%. La combinazione di salari contenuti e alta vulnerabilità economica denota una situazione sociale critica, che richiede interventi immediati per recuperare margini di crescita e stabilità.

Irregolarità e ispezioni nel mercato del lavoro

La Liguria presenta un primato negativo anche in termini di irregolarità lavorativa. Nel 2023, il tasso di irregolarità sale al 75,4%, ben oltre la media nazionale e quella del nord-ovest, rispettivamente 69,8% e 68,9%. Questo incremento è preoccupante se si considera che nel 2022 il tasso di irregolarità era già del 71,7%.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla scarsità di ispezioni. Nel 2023, solo una frazione delle aziende attive in Liguria, pari all’1,1%, ha subito controlli da parte dell’Ispettorato del lavoro e delle Asl. In cifre assolute, solo 1.529 ispezioni sono state effettuate su un totale di 133.391 imprese, il che significa che la probabilità di essere controllati è prossima allo zero. Tale insufficienza di controlli alimenta un ambiente di lavoro caratterizzato da irregolarità e sfruttamento, mettendo a rischio i diritti dei lavoratori.

Questioni demografiche e invecchiamento della popolazione

Un altro aspetto emergente nel contesto ligure è rappresentato dalla questione demografica. Secondo quanto dichiarato da Calà, il 29% della popolazione ligure ha più di 65 anni, un dato che supera le stime nazionali, poiché il resto dell’Italia non dovrebbe raggiungere simili percentuali prima del 2031, quando gli over 65 si stimano al 27,7%. Anche l’età media della popolazione ligure, fissata a 49,5 anni, è significativamente elevata rispetto agli altri territori. Il nord-ovest, ad esempio, non raggiungerà un’età media di 47 anni fino al 2043.

Tali dati pongono una serie di interrogativi sul futuro socio-economico della regione. Un invecchiamento della popolazione, se non bilanciato da adeguate politiche di inclusione e assunzione di nuove forze lavoro, potrebbe portare a una crisi non solo occupazionale, ma anche sociale ed economica. Questi aspetti impongono quindi una riflessione profonda e azioni tempestive per garantire un futuro sostenibile per il mercato del lavoro ligure.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

    Visualizza tutti gli articoli
Change privacy settings
×