Il bonus per insegnanti che lavorano senza interruzioni nello stesso istituto nasce per valorizzare la stabilità dei docenti in classe. Questo contributo economico premia chi, negli ultimi tre anni scolastici, ha mantenuto un legame costante con la propria scuola. Vediamo come funziona, quali sono i requisiti necessari e le modalità per richiederlo.
L’importanza della continuità didattica per insegnanti e studenti
Restare nello stesso istituto per più anni aiuta gli insegnanti a capire meglio le esigenze della classe e a costruire rapporti di fiducia con studenti e famiglie. Questo aspetto si rivela fondamentale soprattutto con alunni che vivono situazioni di fragilità, come chi ha difficoltà di apprendimento o disabilità. La conoscenza approfondita del contesto scolastico permette al docente di seguire meglio i percorsi educativi personalizzati. Per questo il ministero ha deciso di riconoscere un bonus a chi dimostra continuità nel proprio incarico di ruolo, premiando la presenza stabile tra l’anno scolastico 2021/2022 e il 2023/2024.
Il valore sociale della continuità
La continuità contribuisce inoltre a ridurre il turnover di docenti, migliorando il clima scolastico e la qualità dell’insegnamento complessivo. Proprio per questo il decreto ministeriale n. 242 del 2024 ha sottolineato l’importanza di questo criterio nel rapporto scuola-docente.
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Requisiti per ottenere il bonus continuità didattica
Il docente beneficiario deve aver lavorato presso lo stesso istituto per almeno tre anni scolastici consecutivi, senza aver richiesto trasferimenti o assegnazioni temporanee nell’arco di questo periodo. Questa regola esclude chi ha cambiato scuola o svolto incarichi brevi altrove, garantendo che il bonus premi soltanto chi ha mantenuto un legame stabile con l’istituto. Oltre a questo, è richiesto un servizio minimo di 480 giorni in totale, corrispondente a circa due anni a tempo pieno.
Il decreto prevede anche che i docenti trasferiti temporaneamente per mancata assegnazione del posto possano comunque accedere al bonus, se rientrano nell’istituto di riferimento entro il triennio considerato. Questa deroga tiene conto delle complessità della mobilità scolastica e tutela chi si trova in situazioni meno semplici. La norma cerca di riconoscere continuità effettiva anche in questi casi, ampliando così la platea dei beneficiari.
Come presentare la domanda e termini da rispettare
La richiesta del bonus passa attraverso la compilazione di un modulo di autocertificazione fornito dalla scuola, disponibile nella circolare ministeriale interna. Il docente deve completare tutti i campi indicando dati precisi, firmare e inviare il documento per email all’indirizzo ufficiale dell’istituto. L’attenzione è fondamentale per evitare errori che potrebbero compromettere la validità della domanda.
Scadenza per la presentazione
La scadenza per inoltrare la richiesta è fissata al 18 agosto 2025. Le domande pervenute oltre questa data non saranno considerate, motivo per cui la tempestività rappresenta un passaggio cruciale. Ogni scuola gestisce internamente la raccolta delle domande per organizzare in seguito la distribuzione.
L’importo del bonus e modalità di assegnazione
Il bonus varia da 200 a 500 euro a seconda delle risorse disponibili nelle singole scuole. Il fondo complessivo stanziato per il 2023 ammonta a 30 milioni di euro, destinati a scuole che soddisfano criteri specifici sugli studenti e il contesto in cui operano. L’assegnazione tiene conto di fattori come l’indice Escs , la dispersione scolastica, la presenza di alunni stranieri e il ricambio del personale docente.
Le scuole con maggiori difficoltà ricevono assegni più alti per incentivare la continuità didattica in ambienti instabili. La distribuzione finale del bonus ai singoli insegnanti avviene con contrattazione d’istituto, coinvolgendo sindacati e personale scolastico per stabilire criteri e modalità di suddivisione.
Le scuole possono consultare l’importo assegnato tramite allegati ufficiali che riportano il codice meccanografico e la cifra disponibile. Non tutte le scuole figurano tra i beneficiari perché il Ministero dell’Istruzione e del Merito destina risorse solo agli istituti che raggiungono una soglia minima di 47 punti nella valutazione annuale. Questo sistema mira a focalizzare gli aiuti dove servono di più.