La notizia dell’operatività continuativa dello stabilimento Beko Europe di Comunanza, situato ad Ascoli Piceno, ha ravvivato le speranze per i dipendenti e le famiglie coinvolte. Dopo un incontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy e la dirigenza della multinazionale turca/americana a Istanbul, è giunta l’ufficialità che salva circa 320 posti di lavoro. Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di riorganizzazione aziendale che sta coinvolgendo diverse sedi in Italia, con una particolare attenzione alla situazione critica di Fabriano, dove si prospettano circa 300 esuberi.
La situazione negli stabilimenti marchigiani
Mentre Comunanza tira un sospiro di sollievo, la situazione a Fabriano resta preoccupante. I dipendenti, tra cui impiegati, quadri e dirigenti, attendono notizie definitive su una possibile riduzione di personale che, se confermata, avrebbe un forte impatto sull’economia locale. Anche lo stabilimento di Melano avrà la sua parte di esuberi, con la decisione di ridurre il personale nella struttura. Questo scenario crea tensioni e incertezze tra i lavoratori, i quali chiedono rassicurazioni e un piano di risanamento che possa garantire la stabilità occupazionale.
Aggiornamenti sul piano di ristrutturazione di Beko
Il 10 febbraio scorso, la Beko ha presentato un aggiornamento del piano di ristutturazione durante una riunione tecnica con i sindacati di categoria. Si tratta di un elemento fondamentale per comprendere l’andamento delle scelte aziendali e le misure adottate per limitare l’impatto della riduzione dell’occupazione. Per quanto riguarda lo stabilimento di Cassinetta, a Milano, è stata ritirata la decisione di chiudere due linee di montaggio. Questa modifica, unita all’adeguamento dei turni, permette di abbattere il numero degli esuberi a 350, rispetto ai 540 inizialmente comunicati.
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Il futuro della produzione a Siena
La situazione a Siena presenta una dinamicità particolare. Il termine della produzione, previsto per la fine dell’anno, non è accompagnato da una immediata cessazione dei rapporti lavorativi. L’intenzione di mantenere il contratto di affitto della struttura fino al 2027 potrebbe rappresentare un’opportunità per i lavoratori, sempre che siano disponibili misure di ammortizzazione sociale. L’obiettivo è eventualizzare un’operazione di reindustrializzazione, fondamentale per ridurre l’impatto della chiusura e preservare competenze e posti di lavoro.
Impatto sugli staff e cifre sugli esuberi
La riorganizzazione aziendale coinvolge anche il settore staff, con significativi esuberi in diverse divisioni. Nella Ricerca e Sviluppo, ad esempio, sono previsti 198 esuberi, mentre la divisione commerciale registra una riduzione di 98 posti. Inoltre, sono noti 19 esuberi nella divisione Medio Oriente e Africa e 63 in funzioni regionali. Nonostante le difficoltà, l’azienda ha confermato l’intenzione di investire 300 milioni di euro nel triennio, focalizzandosi prevalentemente sulla divisione cottura, a condizione che venga attuato un piano di risanamento efficace.
Dialogo tra governo e sindacati
Il confronto tra governo e sindacati sul piano di ristrutturazione di Beko continua a rimanere aperto. La valutazione del piano aggiornato ha sollevato molteplici questioni che richiedono ulteriori discussioni. Maurizio David Sberna, Direttore delle relazioni esterne di Beko Europe, ha sottolineato l’importanza di trovare soluzioni concrete per il futuro delle sedi italiane del Gruppo. Un ulteriore incontro tecnico è previsto per il 24 febbraio al Mimit, dove le parti sperano di approfondire e affrontare le problematiche ancora aperte in un’ottica di collaborazione.