Il lago di Garda ha visto una crescita consistente delle presenze turistiche negli ultimi dieci anni, con un aumento complessivo del 27% tra il 2014 e il 2024. Questa crescita non ha riguardato tutti i territori allo stesso modo: la sponda veneta ha registrato un +32%, seguita da quella lombarda con +23% e quella trentina con +19%. I dati, basati su rilevazioni Istat, sono stati presentati da Legambiente durante un incontro a Peschiera del Garda, nel veronese, nell’ambito della campagna nazionale “Goletta dei Laghi”, che punta l’attenzione sull’impatto del turismo nelle zone lacustri.
L’incremento delle presenze turistiche tra 2014 e 2024 nei comuni gardesani
Nei 23 comuni affacciati sul lago di Garda, distribuiti tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, il turismo ha raggiunto numeri importanti nel corso dell’ultimo decennio. In particolare, durante i mesi estivi, il totale delle presenze turistiche supera i 18 milioni, mentre la popolazione residente si attesta intorno a 190.000 persone. Sulla sponda veronese si è osservata una crescita superiore alla media, +49% tra il 2009 e il 2024. Alcuni comuni hanno messo a segno incrementi notevoli: Lazise ha visto salire le presenze turistiche del 65%, Peschiera del Garda del 59%, numeri che vanno ben oltre la media complessiva della regione.
Trend di crescita anche sul versante lombardo e trentino
Gli aumenti non si concentrano solo sul versante veneto. Anche le località sul lato lombardo del lago mostrano trend di crescita significativi. Lonato del Garda, nella provincia di Brescia, registra un aumento del 50% in dieci anni; Padenghe sul Garda arriva al +45%. Manerba del Garda e Toscolano Maderno, sempre in Lombardia, fanno segnare incrementi più modesti ma comunque rilevanti, intorno al 36%. Infine, il versante trentino presenta aumenti meno marcati ma comunque presenti, con Nago-Torbole e Riva del Garda che segnano rispettivamente un +8,6% e un +24% delle presenze turistiche.
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Le criticità legate all’afflusso turistico e le riflessioni di legambiente
L’aumento consistente dei visitatori nei territori lacustri pone questioni importanti, soprattutto riguardo alla gestione dello spazio e delle risorse disponibili. Secondo i presidenti di Legambiente Veneto, Lombardia e Trento, Luigi Lazzaro, Barbara Meggetto e Andrea Pugliese, questo trend impone una revisione del modello di turismo finora seguito. L’eccesso di turisti in spazi limitati crea situazioni di disagio per chi risiede nelle zone del lago di Garda, con servizi pubblici che faticano a reggere la domanda e problemi economici che iniziano a creare squilibri.
Impatto ambientale e strategie future
L’impatto ambientale è un altro punto critico. L’area gardesana rischia di vedere peggiorare le condizioni dell’ecosistema lacustre con il sempre maggior afflusso di turisti, conseguenza della pressione esercitata su territori fragili. Chi vive e lavora sul lago di Garda si ritrova ad affrontare problemi di vivibilità e di sostenibilità, che richiedono attenzione e nuovi approcci. I leader di Legambiente puntano alla definizione di una strategia turistica differente, più equilibrata e responsabile, in grado di conservare il territorio e allo stesso tempo di offrire benefici duraturi alle comunità locali. Si tratta di mettere in moto un processo capace di proteggere la qualità della vita nel tempo, senza rinunciare al valore economico che il turismo porta con sé.
Dati e numeri che descrivono un fenomeno in crescita
I dati raccolti da Istat raccontano una crescita chiara e visibile lungo tutto il lago di Garda, anche se disomogenea per territori. Il fatto che la sponda veneta presenti l’incremento maggiore dipende da diversi fattori, come l’offerta turistica, la vicinanza a grandi centri, e forse infrastrutture più capaci di attrarre i visitatori. I numeri di Lazise e Peschiera, con aumenti vicino o superiori al 60%, sono un esempio significativo di come certi comuni siano diventati mete di punta.
A livello lombardo il trend è abbastanza simile, anche se in alcune località meno battute dai turisti il salto è meno marcato ma comunque evidente. La sponda trentina del Garda, con incrementi più contenuti, resta comunque un’area con un turismo in espansione.
Il dato dei 18 milioni di presenze estive indica la portata del fenomeno e fa capire le pressioni che un simile numero di persone mette su un territorio di circa 190.000 abitanti. Le sfide legate alla vivibilità, ai servizi e all’ambiente si fanno quindi più pressanti e richiedono decisioni mirate.