Con l’arrivo del 2025, gli utenti più vulnerabili si preparano a ricevere un pesante aumento nelle bollette della luce. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha recentemente annunciato un incremento del 18,2% per la fascia dei clienti “tipo” che sono serviti nel regime di maggior tutela nel primo trimestre dell’anno. Questo colpo al bilancio delle famiglie colpirà circa 3,4 milioni di cittadini, i più esposti a questa stangata.
Aumento delle bollette: chi sono i più colpiti?
Il nuovo aumento delle bollette andrà ad interessare moltissimi utenti, tra cui anziani, disabili e persone che vivono in condizioni di emergenza abitativa. Secondo i dati resi noti da Arera, tra questi ci sono soprattutto gli over 75 e i percettori di bonus sociale, i quali da gennaio si troveranno a fronteggiare un importo annuo per l’energia elettrica che si attesterà attorno ai 523 euro. Questo valore, sebbene rappresenti una crescita rispetto al passato, è in realtà un lieve calo del 2,1% rispetto ai 534 euro dell’anno precedente.
Questo scenario di incremento dei costi è scaturito dalla volatilità dei prezzi del gas nel mercato europeo, influenzato da tensioni geopolitiche e dall’approccio di Russia e Ucraina in merito al transito del metano, il cui accordo giungerà a scadenza alla fine del 2024. Gli esperti avvertono che l’impatto di questi aumenti potrebbe gravare in modo serio sulle fasce più deboli della popolazione, già preoccupate per il costo della vita.
Il futuro del gas russo e le tensioni geopolitiche
Il significato di queste dinamiche va oltre il semplice aumento dei costi. All’orizzonte svetta l’imminente scadenza dell’accordo di transito del gas tra Russia e Ucraina, previsto per il 31 dicembre 2024. La posizione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha già escluso un rinnovo dell’intesa, fa aumentare l’incertezza in merito al futuro del rifornimento energetico verso l’Europa centrale.
In un contesto dove il gas russo è fondamentale per il fabbisogno energetico europeo, le dichiarazioni di Vladimir Putin aggiungono ulteriori complessità alla situazione. Egli sostiene che l’Ucraina stia “punendo l’Europa” rifiutando il transito del gas, mentre il mercato risponde con fluttuazioni imprevedibili dei prezzi. Le contrattazioni future sul mercato olandese Ttf hanno visto un rialzo del 4,3%, segno di come il timore per il futuro possa influenzare anche i mercati.
L’inverno e la crisi delle scorte di gas in Europa
La situazione si complica ulteriormente a causa dell’arrivo dell’inverno, che sta portando temperature più rigide rispetto al 2023 e che, secondo analisi recenti, ha già innescato il problema dell’erosione delle scorte di gas in Europa. Attualmente, le riserve di gas nell’Unione Europea sono scese sotto la soglia del 75%, al di sotto della media storica dell’82,64% degli ultimi cinque anni.
Ad esempio, il 28 dicembre 2023, le scorte si attestavano all’87%, mentre oggi sono scese al 74,74%. In questo contesto, Italia e Germania mostrano una tenuta superiore all’80%, rispettivamente con il 80,5% e l’82,19%. Tuttavia, anche in questi paesi si avverte la necessità di monitorare attentamente la situazione.
Le sfide energetiche non riguardano solo i costi, ma anche la sicurezza e l’affidabilità del sistema energetico europeo nel suo complesso. Man mano che l’anno nuovo si avvicina, la questione del gas e i suoi legami con le dinamiche geopolitiche diventano un tema cruciale per le politiche energetiche del continente. A questo punto, la comunità internazionale attende sviluppi concreti dalle trattative, per cercare di scongiurare una crisi energetica più profonda.
Ultimo aggiornamento il 30 Dicembre 2024 da Sofia Greco