La diffusione delle truffe online continua a rappresentare un pericolo concreto per chi naviga sui social e utilizza app di messaggistica. Tra le più recenti insidie spicca la truffa del “mi piace”, una frode che coinvolge Instagram, TikTok e gruppi Telegram. Persone comuni vengono attratte con la promessa di guadagni facili in cambio di semplici azioni come mettere un like a un post o unirsi a un canale, ma dietro si nascondono sistemi ben organizzati per raggirare e intascare denaro. In Italia il fenomeno cresce, con un numero significativo di vittime segnalate all’Unione nazionale consumatori e alle forze dell’ordine. Scopriamo come funziona questa truffa e quali precauzioni adottare per non cadere nella rete.
Come si sviluppa la truffa del “mi piace”
La truffa prende avvio con la ricezione di un messaggio, spesso tramite WhatsApp, da parte di un falso reclutatore che promette guadagni facili e veloci senza particolari abilità. Al destinatario viene chiesto di mettere “mi piace” su video, pubblicare recensioni false o scrivere commenti ad articoli e post. I truffatori talvolta inseriscono le vittime all’interno di gruppi Telegram insieme ad altri utenti, creando una sorta di comunità apparentemente legittima in cui si condividono le attività richieste.
Con il primo impegno di mettere like o commenti, la vittima vede arrivare piccoli pagamenti. In apertura, le somme sono reali e appaiono come una ricompensa per aver seguito le istruzioni. Questo è il trucco principale per guadagnare la fiducia della persona, che cade nella convinzione di poter guadagnare facilmente. Dietro però, questi soldi non provengono da fondi genuine ma da altri utenti coinvolti che hanno fatto versamenti. Un meccanismo comune nelle catene piramidali, molto rischioso perché basa tutto sulla possibilità di attirare continuamente nuove persone.
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Il passaggio clou della truffa
Il passaggio clou avviene quando, dopo aver raccolto la fiducia della vittima, i truffatori chiedono di scendere più in profondità nel sistema. Viene suggerito di scaricare app di messaggistica specifiche e iscriversi a canali particolari, con la promessa di guadagni più alti ma subordinati a un piccolo versamento di denaro. La vittima effettua allora bonifici di poche decine di euro, che vengono rimborsate con una percentuale più alta per incentivare ulteriormente l’investimento.
Il meccanismo delle richieste di denaro e il momento della sparizione
Dopo i rimborsi iniziali, le richieste di denaro da parte dei truffatori diventano più frequenti e consistenti. Il pretesto usato è di solito il “sblocco” di pagamenti più grandi, necessari per poter incassare somme elevate. A quel punto, chi ha già investito denaro si trova costretto a versare bonifici più ingenti, convinto che questa sia l’unica via per ottenere il denaro promesso. In realtà, si tratta della fase finale della truffa: appena arriva il pagamento consistente, i malviventi spariscono senza lasciare tracce, chiudendo ogni contatto.
Oltre all’estorsione di denaro, questo tipo di truffe punta anche a sottrarre dati personali molto sensibili, come password, dati bancari e altre informazioni riservate. Gli utenti che si iscrivono ai canali e scaricano le app richieste potrebbero inconsapevolmente fornire accesso a questi dati. La combinazione di perdita economica e furto d’identità rende questi raggiri particolarmente pericolosi.
Le forze dell’ordine italiane, comprese la Polizia Postale e la Guardia di Finanza, ricevono molte denunce legate a questi casi. Non è raro che chi cade nella truffa provi imbarazzo o timore nel segnalare l’accaduto per paura di essere giudicato, rallentando così le indagini e aumentando la possibilità che i truffatori continuino a colpire.
Consigli per rimanere al sicuro
Chi naviga sui social deve mantenere alta la guardia e applicare regole semplici per evitare di cadere nelle trappole digitali. La prima norma è non fornire dati personali o bancari a soggetti sconosciuti, soprattutto se contattano tramite app o messaggi privati. Non bisogna mai fidarsi di chi promette guadagni facili, specie se associati a richieste di denaro per poter lavorare o partecipare al sistema.
Nei servizi di messaggistica come WhatsApp o Telegram è utile limitare la privacy impostando il blocco per essere aggiunti a gruppi solo da contatti già noti. Questo accorgimento riduce la possibilità di finire in gruppi con truffatori o persone non affidabili. Se si riceve una proposta sospetta, è meglio ignorarla o chiedere consiglio a esperti o associazioni di consumatori.
L’importanza di denunciare la truffa
In caso di sospetto o di essere vittime della truffa, è importante rivolgersi subito a Polizia Postale o Guardia di Finanza. Le denunce permettono alle autorità di attivarsi e prevenire ulteriori raggiri. Anche la collaborazione con associazioni come Unione nazionale consumatori aiuta a diffondere informazioni aggiornate e tutelare gli utenti.
Rimanere informati e non sottovalutare questi segnali è la chiave per difendersi dai raggiri che sfruttano la buona fede e la voglia di trovare un guadagno extra in modo facile e rapido. Nel 2025 questi episodi si registrano ancora con allarmante frequenza e l’attenzione deve rimanere alta.