Arresti in provincia di reggio calabria per estorsione e turbativa d’asta nel settore appalti pubblici

Arresti in provincia di reggio calabria per estorsione e turbativa d’asta nel settore appalti pubblici

Carabinieri della compagnia di Locri arrestano cinque persone per estorsione mafiosa e turbativa d’asta in diversi comuni della Locride, contrastando infiltrazioni criminali negli appalti pubblici di Reggio Calabria.
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I carabinieri di Locri hanno arrestato cinque persone per estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d’asta, smantellando un sistema di controllo e intimidazione sugli appalti pubblici nella Locride. - Gaeta.it

Un’operazione dei carabinieri della compagnia di locri ha portato all’arresto di cinque persone coinvolte in un’inchiesta sulla criminalità organizzata. L’accusa principale riguarda estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d’asta, con una ramificazione che ha coinvolto diversi comuni della Locride. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia .

Arresti e territori interessati dall’indagine

Gli arresti sono avvenuti tra Siderno, Placanica, Riace e Caulonia, tutte località nel territorio della Locride. Quattro indagati sono stati tradotti in carcere, mentre uno è stato posto ai domiciliari secondo quanto disposto dall’ordinanza di custodia cautelare. L’azione giudiziaria si inserisce nel più ampio contesto delle attività antimafia condotte nella provincia reggina, volte a stroncare le infiltrazioni criminali che condizionano la gestione degli appalti pubblici.

Attenzione sui ruoli e sull’intervento tempestivo

I carabinieri di locri hanno seguito con attenzione le tracce degli indagati, notando ruoli ben distinti all’interno dell’organizzazione accusata. La tempestività dell’intervento ha evitato il proseguimento di condotte illecite e l’ulteriore pressione su operatori economici regionali.

Modalità di infiltrazione nei lavori pubblici

Le indagini hanno rivelato come i cinque arrestati avessero messo in atto un piano per controllare gli appalti pubblici nel territorio, in particolare intimorendo altri imprenditori per ottenere vantaggi illeciti. L’attenzione si è focalizzata su un’impresa edile attiva nella zona di Siderno, che sarebbe stata danneggiata da minacce e intimidazioni volte a impedirle di partecipare alle gare.

Il ruolo delle testimonianze nell’emersione del caso

La vicenda è emersa nel marzo 2023, grazie alle testimonianze di un dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di siderno, che ha segnalato il mancato accesso all’appalto da parte di un’impresa locale sottoposta a pressioni esterne. L’appalto riguardava il rifacimento di alcune strade cittadine, un’opera di rilievo per il contesto urbano di Siderno.

Le minacce gravavano sull’imprenditore in modo tale da condizionare la sua libertà di partecipare alla gara, con evidenti ripercussioni sul mercato locale e la libera concorrenza. Tale condotta configurava una vera e propria estorsione aggravata dalla matrice mafiosa, con lo scopo di imporre il controllo del settore.

Il ruolo dell’intermediario e le minacce rivolte all’imprenditore

Un elemento che ha complicato le dinamiche dell’indagine è stato il ruolo svolto dal fratello dell’imprenditore sotto pressione. Secondo le dichiarazioni raccolte, egli avrebbe agito da intermediario cercando di dissuadere il parente dal partecipare all’appalto, avvertendolo del pericolo che avrebbe corso presentandosi alla gara.

Questo intervento ha rappresentato un ulteriore strumento di coercizione, utile agli arrestati per consolidare il loro controllo sugli appalti pubblici. Lo scenario delineato dagli inquirenti mostra un’azione orchestrata che ha coinvolto più livelli di pressione e intimidazione nei confronti degli operatori economici.

Gli inquirenti hanno raccolto elementi che indicano come questo sistema di minacce e ingerenze abbia limitato significativamente la libertà della vittima commerciale, mostrando ancora una volta come i gruppi criminali possano colonizzare settori vitali per la crescita e lo sviluppo locale.

Importanza delle misure cautelari nel contrasto alle mafie

Il sequestro di queste persone e l’avvio delle procedure giudiziarie rappresentano una fase cruciale nel contrasto alle infiltrazioni mafiose nei lavori pubblici in provincia di reggio calabria. Il quadro investigativo, fondato sull’ascolto di testimoni e sulla ricerca di prove sul campo, contribuisce a mettere a nudo le dinamiche criminali che ostacolano il normale svolgimento delle attività economiche nel territorio.

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