Arresti e indagini sull'attacco alla casa del penalista Vittorio Giaquinto: le ultime novità

Arresti e indagini sull’attacco alla casa del penalista Vittorio Giaquinto: le ultime novità

Aggressione violenta al penalista Vittorio Giaquinto a Santa Maria Capua Vetere: arrestati quattro sospetti, tra cui il capo Igor Zdravkovic, mentre le indagini continuano per smantellare la rete criminale.
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Arresti e indagini sull'attacco alla casa del penalista Vittorio Giaquinto: le ultime novità - Gaeta.it

La brutale aggressione avvenuta nell’aprile dello scorso anno all’abitazione del penalista Vittorio Giaquinto ha scosso la comunità di Santa Maria Capua Vetere e sollevato interrogativi sulle dinamiche legate alla criminalità organizzata. Le indagini, condotte dalle forze dell’ordine, hanno portato all’arresto di quattro sospetti e alla convocazione di altre cinque persone per essere interrogate. A orchestrare il raid violento sarebbe stato Igor Zdravkovic, un serbo del Montenegro già noto alle autorità per le sue pronte violenze.

Il raid violento: un incubo durato ore

La notte del raid fu caratterizzata da atti violenti e soprusi che segnarono la vita di Vittorio Giaquinto e dei suoi vicini. Per circa un’ora e mezza, il penalista subì maltrattamenti fisici e intimidazioni. I criminali, armati e determinati, picchiarono il legale e lo trascinarono lungo il corridoio della sua casa, creando un clima di terrore. Una volta nella casa dei vicini, una coppia di settantenni, anche loro minacciati, i malviventi si appropriarono di tremila euro in contante.

Il bottino del raid fu ingente: oltre a diecimila euro in contante, furono rubati una pistola legalmente detenuta e diverse monete antiche, il cui valore complessivo si stima intorno al milione di euro. Un attacco agghiacciante, il quale ha messo in luce non solo la brutalità del crimine, ma ha anche evidenziato le vulnerabilità dei cittadini di fronte a simili aggressioni.

Le indagini: da trappola a cattura

Le investigazioni, affidate alla Squadra Mobile della Questura di Caserta, si sono dimostrate efficaci nel decifrare una rete di criminalità composta da italiani e stranieri. Le operazioni investigative hanno portato a una serie di indagini approfondite, che hanno incluso intercettazioni telefoniche, operazioni di pedinamento e analisi delle celle telefoniche, creando un quadro chiaro rispetto alla dinamica dell’aggressione.

Igor Zdravkovic è emerso come figura centrale nell’organizzazione, dedito non solo alla selezione degli obiettivi ma anche alla coordinazione dei complici. Risultò direttamente coinvolto nei furti, fornendo mezzi e risorse. Il suo ruolo, da leader indiscusso della banda, sottolinea l’importanza di una rete criminale ben strutturata e attiva nel territorio.

Gli arrestati e gli indagati: l’elenco degli arresti

Negli sviluppi più recenti, il gip Daniela Vecchiarelli ha firmato un’ordinanza cautelare in carcere per quattro individui e ha disposto misure restrittive per altri cinque, i quali saranno interrogati il 19 dicembre. Questa operazione rappresenta un passo fondamentale nella lotta alla criminalità nella regione.

Tra gli arrestati, Igor Zdravkovic è considerato il capo di questa organizzazione, mentre Ciro Cappiello, 52 anni, noto con i soprannomi “Peppe” o “Cicciotto”, fungeva da organizzatore e responsabile per un finto furto d’auto a noleggio. Ilaria Somma, 25 anni e moglie di Zdravkovic, si occupava della logistica del gruppo, mentre Novica Djuric, 45 anni, era attivo negli assalti.

Inoltre, un gruppo di indagati a piede libero, tra cui David Lazic e Vincenzo Palumbo, è stato identificato come esecutore materiale dei furti, supportato da Franko Milanovic, un torinese domiciliato a Napoli, che forniva sostegno logistico. Ricardo Zdravkovic, catanese e coinvolto nelle operazioni, e Domenico Longobardi, 20 anni, accusato per la sua partecipazione attiva, completano la lista dei sospettati.

Le dichiarazioni della vittima e le prospettive future

Vittorio Giaquinto, vittima di questa aggressione, ha scelto di non rilasciare commenti dettagliati sull’ordinanza restrittiva, mostrando tuttavia riconoscenza per l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura. La sua posizione è segno di una volontà di collaborare con le autorità nella ricerca della verità e nel garantire che simili eventi non si ripetano.

Questo attacco ha sollevato preoccupazioni riguardo la sicurezza nella comunità, e la risposta delle forze dell’ordine sarà cruciale per riacquistare la fiducia dei cittadini. Le indagini proseguono, con la speranza che emergano ulteriori dettagli utili a comprendere non solo la vicenda in sé, ma anche le dinamiche più ampie della criminalità nell’area.

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