L’annata 2024 si preannuncia particolarmente favorevole per l’olio marchigiano, grazie a un aumento previsto della produzione che tornerà ai livelli medi, dopo le difficoltà riscontrate nel 2023. Per sostenere e valorizzare l’olio regionale, l’associazione Aprol Marche ha presentato una serie di proposte rivolte alla Regione, sottolineando l’importanza di modernizzare il settore olivicolo. La Coldiretti, infatti, ha messo in evidenza l’urgenza di investimenti in nuovi impianti, al fine di mantenere la competitività rispetto ai produttori esteri.
Necessità di modernizzazione e investimenti
Il settore olivicolo marchigiano sta attraversando una fase di trasformazione crucialmente necessaria. Secondo le osservazioni di Coldiretti, è essenziale un intervento mirato all’ammordernamento degli impianti al fine di affrontare la crescente concorrenza a livello internazionale. Malgrado la qualità dell’olio italiano non abbia rivali, nel corso degli anni, la produzione ha subito un decremento, mentre i Paesi rivieraschi del Mediterraneo hanno incrementato i loro volumi di produzione. Per rispondere a tale crisi, Aprol Marche suggerisce di attuare misure specifiche, tra cui il ricorso al Csr per investire nel miglioramento degli oliveti.
Una particolare attenzione va posta sugli oliveti biologici e sulle varietà riconosciute come il Cartoceto Dop e il Marche Igp. Queste produzioni di pregio necessitano di incentivi affinché le aziende locali possano sviluppare il proprio potenziale. Inoltre, l’associazione ha chiesto la priorità per progetti volti all’aggiornamento di oliveti di oltre quarant’anni e al recupero di quelli abbandonati. Particolare importanza si attribuisce anche alla realizzazione di invasi per ottimizzare l’uso dell’acqua, risorsa sempre più critica a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, contribuito da un’attenta gestione idrica.
Situazione attuale degli oliveti marchigiani
Attualmente, nelle Marche si estendono circa 9.500 ettari di oliveti, con oltre il 35% di area coltivata in biologico. Questi terreni sono sostenuti da 141 frantoi operanti nella regione. Negli anni precedenti al 2023, che ha visto una drastica diminuzione della produzione a causa di condizioni climatiche avverse, la media si è attestata intorno ai 3.000 quintali, con oli di qualità superiore certificati dalle denominazioni Cartoceto Dop e Marche Igp.
Il 2023, contrassegnato da repentini sbalzi di temperatura durante la fioritura e da una siccità severa, ha notevolmente compromesso la produzione, causando la caduta delle olive. Questo scenario ha evidenziato la vulnerabilità del settore, evidenziando l’importante bisogno di strategie a lungo termine che possano garantire una produzione costante e di alta qualità .
Oleoturismo: una nuova opportunità per il settore
La promozione dell’oleoturismo rappresenta un’altra interessante opportunità per potenziare il settore olivicolo marchigiano. Infatti, è in programma un bando che, a partire dalla prossima settimana, offrirà 1 milione di euro alle aziende agricole per sviluppare spazi dedicati alla degustazione e all’accoglienza dei turisti. Grazie a una legge regionale sostenuta da Coldiretti e Aprol, le imprese potranno organizzare eventi, corsi di degustazione e attività ricreative, oltre a passeggiate tra gli oliveti.
Tali iniziative non solo mirano a sensibilizzare i consumatori sulla qualità dell’olio marchigiano, ma anche a promuovere l’intera cultura gastronomica della regione, valorizzando prodotti trasformati e tradizionali. Attraverso un’esperienza diretta con il territorio, si punta a costruire una connessione più profonda tra i produttori e i visitatore, arricchendo l’offerta turistica marchigiana e creando nuove sinergie economiche.
Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano