Alarmante aumento di morti sul lavoro in Liguria: i dati Inail del 2024 e la risposta della Cgil

Alarmante aumento di morti sul lavoro in Liguria: i dati Inail del 2024 e la risposta della Cgil

In Liguria, l’emergenza sicurezza sul lavoro è allarmante: nel 2024 si registrano 26 decessi e un aumento del 39% delle malattie professionali. La Cgil mobilita i lavoratori per chiedere cambiamenti urgenti.
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Alarmante aumento di morti sul lavoro in Liguria: i dati Inail del 2024 e la risposta della Cgil - Gaeta.it

L’emergenza sicurezza sul lavoro in Liguria continua a destare preoccupazioni significative. Secondo le ultime statistiche fornite dall’Inail, il 2024 ha registrato un aumento dei decessi legati al lavoro, arrivando a 26 vittime, con un incremento del 18% rispetto ai 22 casi del 2023. Non si tratta solo di numeri: dietro a queste statistiche ci sono storie di persone e famiglie colpite da tragedie che evidenziano una questione di fondamentale importanza. Il panorama degli infortuni sul lavoro non mortali si presenta altrettanto allarmante, con quasi 20.000 denunce effettuate in un solo anno. Inoltre, le malattie professionali hanno visto un incremento sorprendente del 39%, segnando il dato più alto tra tutte le regioni del Nord-Ovest.

La mobilitazione della Cgil: un grido di allerta

Durante un’assemblea significativa svoltasi a Genova, la Cgil ha riunito oltre cinquecento delegati, lanciando un appello accorato tramite lo slogan “Il voto è la nostra rivolta”. Quest’assemblea ha coinciso con l’emergenza sicurezza lavorativa: i referendum proposti mirano a ottenere un risultato determinante per fermare i morti sul lavoro e contrastare la precarietà crescente nel mondo del lavoro. Le richieste sono chiare: un riscatto per i lavoratori, affinché abbiano diritto a condizioni di lavoro dignitose, con particolare attenzione alla sicurezza, una questione che negli ultimi anni ha assunto toni drammatici in Liguria.

Contratti precari e crescenti licenziamenti

La Cgil ha evidenziato un altro aspetto critico: l’abuso dei contratti stagionali. Tra il 2014 e il 2024, questi contratti sono aumentati del 168%, mentre quelli intermittenti hanno visto una crescita ancora più marcata, del 171%. A fronte di questo, i contratti a tempo indeterminato scendono a livelli allarmanti, rappresentando solo l’11,6% delle nuove assunzioni, rispetto al 14,8% di qualche anno fa. La precarietà nel lavoro, evidente e allarmante, è accompagnata da un aumento dei licenziamenti, che nei primi nove mesi del 2024 ha visto quasi settemila casi, molti dei quali di natura disciplinare.

Il segretario generale della Cgil Liguria, Maurizio Calá, ha sottolineato l’importanza di queste informazioni, considerando che l’85% delle nuove assunzioni in regione è contraddistinto da precarietà. La sempre più difficile condizione dei lavoratori liguri si intreccia con un aumento dei casi di infortunio e malattie professionali, rendendo urgente una riflessione profonda sull’attuale mercato del lavoro.

Un futuro da scrivere: il ruolo dei referendum

I referendum proposti rappresentano una fettina di speranza per un cambiamento reale e necessario in Liguria. Si svolgeranno tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025 e potrebbero rivelarsi decisivi per il futuro lavorativo dei cittadini liguri. La Cgil ha lanciato un appello affinché il governo accorpi le date dei referendum con quelle delle elezioni politiche, per evitare costi aggiuntivi e complicazioni organizzative.

Igor Magni, segretario della Cgil di Genova, ha evidenziato quanto sarebbe logico unire queste scadenze, argomentando che separare le consultazioni potrebbe risultare illogico, soprattutto in rapporto alle elezioni per il sindaco di Genova, creando confusione e spendendo risorse preziose.

Per i rappresentanti della Cgil, la possibilità di avere referendum rappresenta anche una chance per garantire diritti fondamentali ai lavoratori e ai cittadini. Gino Giove, segretario nazionale Cgil, ha espresso fiducia nel fatto che attraverso queste consultazioni si possa finalmente riuscire a garantire maggiori diritti e libertà, non solo per chi lavora ma per l’intera popolazione. L’obiettivo è vincere battaglie importanti, per un futuro più giusto in cui ognuno possa lavorare senza paura e con dignità, a prescindere dal proprio background.

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