L’estate 2025 in Alto Adige registra ancora una volta tensioni tra turisti e residenti, con un episodio di violenza che ha avuto luogo nella malga Kaser Alm, a oltre 2.000 metri di quota in val casies. Un confronto nato per un piatto di patate servito in ritardo è finito con un’aggressione fisica nei confronti del gestore del locale. Il fatto ha acceso il dibattito locale sul turismo e i limiti da imporre nelle zone alpine più frequentate.
La dinamica dell’aggressione e il contesto
Il 31 luglio, all’interno della malga Kaser Alm, quattro turisti veronesi sono andati in escandescenza dopo che il gestore, Alfred Selbenbacher, ha ritardato nel portare loro un piatto di patate. La pietanza, consegnata prima a un altro tavolo, ha scatenato la rabbia del gruppo. Secondo le forze dell’ordine intervenute, il 51enne più agitato ha colpito Selbenbacher al volto con lo spray al peperoncino, provocandogli irritazioni agli occhi, alla bocca, e alla gola. L’alterco è salito rapidamente di livello: insulti e tensioni hanno dato il via all’aggressione improvvisa, testimoniata da chi si trovava sul posto, tra cui un’infermiera che ha assistito il gestore.
Attacco e conseguenze
Oltre all’attacco con lo spray, un bicchiere è stato scagliato verso la moglie di Selbenbacher prima che il gruppo si allontanasse. I carabinieri di Monguelfo hanno denunciato per rissa il 51enne insieme ai suoi compagni — un 63enne, un 19enne e un 17enne — e hanno sequestrato la bomboletta. Sono in corso accertamenti sul tipo di spray, per capire se si tratti di un prodotto legalmente detenuto o di uno vietato nel nostro paese, come quelli destinati alla difesa dagli orsi. L’oste è stato poi trasportato in ospedale dai soccorsi alpini e dalla Croce Bianca, ricevendo una prognosi di sette giorni.
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Le indagini e le ripercussioni sull’area di montagna
L’aggressione ha fatto emergere ancora una volta le difficoltà legate alla convivenza tra residenti e visitatori nelle località montane. I carabinieri stanno approfondendo le ragioni e le modalità della lite, raccogliendo testimonianze e verificando le responsabilità di ogni individuo coinvolto. Il fatto che la rissa abbia coinvolto un gruppo di età diversa suggerisce tensioni sociali più ampie che si riflettono anche nelle dinamiche turistiche.
Il peso del turismo di massa
Questo episodio contiene una dinamica spesso sottovalutata: la pressione esercitata dal turismo di massa su luoghi troppo piccoli per reggere una presenza troppo alta di visitatori. L’Alto Adige, noto per il suo richiamo turistico nelle stagioni calde, sta affrontando una situazione in cui l’eccesso di presenze porta a conflitti quotidiani. La malga Kaser Alm è solo un esempio emblematico di come una situazione apparentemente banale possa degenerare in atti violenti a causa delle tensioni accumulate.
Risposta delle istituzioni e discussione sul numero chiuso
Le autorità locali hanno seguito da vicino l’evolversi della vicenda e mostrato preoccupazione per le conseguenze di questi episodi. Hugo Bachmann, assessore comunale all’Economia, ha definito l’accaduto un segnale di allarme nel quadro attuale del turismo estivo. Ha invitato a riflettere sui comportamenti dei visitatori e sulla necessità di controlli maggiori. Sara Steinmair, assessora ai Giovani e allo Sport, ha sottolineato la mancanza di rispetto e la difficoltà a mantenere ordine tra turisti sempre meno ligi alle regole basilari di convivenza.
Le parole del vicesindaco
Il vicesindaco e assessore alla Cultura, Andreas Pramstaller, ha rimarcato la necessità di limitare l’afflusso di turisti in alcune zone critiche, citando il Lago di Braies come esempio di destinazione sovraffollata. Pramstaller ha rilanciato l’idea di introdurre un numero chiuso per certe località, in modo da garantire una gestione più sostenibile. Pur riconoscendo il valore economico del turismo, ha evidenziato un problema di “numeri e cultura”, indicando che la crescita eccessiva senza regole crea disagio e rischi per la serenità delle comunità locali.
L’impatto sull’immagine del turismo in alto adige e le prospettive future
L’episodio alla malga Kaser Alm rischia di danneggiare ulteriormente l’immagine di una regione storicamente attenta all’ospitalità e al rispetto dell’ambiente. Gli scontri tra residenti e turisti, già presenti in precedenza durante la stagione estiva, mostrano quanto sia urgente ripensare le modalità di gestione del flusso turistico, specie nelle zone più fragile come quelle di montagna alta.
Discussione e richieste di nuove regole
Il caso francisce il dibattito sui limiti, i controlli e le regole da introdurre per evitare episodi simili. Si registra una richiesta crescente da parte delle istituzioni e dei cittadini di regole più rigide, non solo per il numero di visitatori, ma anche per garantirne comportamenti corretti. Le soluzioni proposte puntano a evitare che il turismo metta a rischio la vita quotidiana delle persone, senza però sacrificare del tutto un comparto economico importante. La situazione riflette una sfida che diverse località alpine stanno affrontando, tra pressione delle presenze e conservazione della tranquillità di territori che dipendono dall’accoglienza.