La Regione Marche si prepara a sottoscrivere un nuovo accordo con sindacati e associazioni di categoria per fermare le attività lavorative durante le ore più calde della giornata estiva. Dopo un’intesa già siglata la scorsa estate, cresce l’attenzione sull’effettiva applicazione di queste misure e sui controlli necessari per tutelare chi lavora sotto temperature elevate.
Il ruolo della sensibilizzazione e dei diritti dei lavoratori sotto il sole
Fiom Marche insiste sulla necessità di un’informazione chiara e continua rivolta a tutti i lavoratori, in particolare quelli impiegati all’aperto o in attività pesanti. Sapere di poter fermare la propria attività, in caso di caldo eccessivo, rappresenta un’arma importante contro i rischi da stress termico.
Quando le temperature superano i 35 gradi, i lavoratori possono interrompere il lavoro senza timore di sanzioni, un diritto che tuttavia resta poco noto o applicato in pratica, specie in aziende di piccole dimensioni o privi di organizzazione sindacale interna. Per questo è importante associare alle regole un’attività di sensibilizzazione. I lavoratori devono essere informati dei loro diritti ma anche dei rischi reali di lavorare a temperature estreme.
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Il dialogo con le imprese e le associazioni di categoria può aiutare a trovare soluzioni valide per limitare l’esposizione ai picchi di calore, ad esempio anticipando gli orari di lavoro nelle giornate più calde o prevedendo pause obbligatorie. Resta delicata la situazione in assenza di contratti sindacali, dove serve il supporto e il controllo da parte degli ispettori del lavoro.
Il proseguimento di queste iniziative regionali avrà un riscontro importante già nell’estate 2025, periodo in cui lo stress da caldo rimane una delle cause principali di incidenti sul lavoro.
Le preoccupazioni di fiom marche sulla reale efficacia dello stop al lavoro
Sara Galassi, segretaria della Fiom Marche, ha commentato con prudenza l’annuncio regionale. Critica la scarsa concretezza dello “stop generico” applicato nel 2024, definito poco incisivo perché spesso aggirato dalle aziende. Per questo motivo ritiene fondamentale prevedere misure più specifiche e soprattutto un monitoraggio puntuale.
La Fiom lavora soprattutto a livello contrattuale per modificare gli orari di lavoro, spostando le attività nelle ore più fresche o concedendo pause più lunghe quando il caldo diventa insopportabile. Quando la temperatura supera i 35 gradi, sottolinea Galassi, il lavoratore ha il diritto di fermarsi e sospendere l’attività senza subire conseguenze. Ne fanno parte campagne di sensibilizzazione rivolte ai dipendenti, che in assenza di altri strumenti devono reinvogliare i propri diritti.
La realtà nelle aziende senza rappresentanze sindacali è però diversa. L’assenza di Rsu riduce il potere di contrattazione e complica la trattativa per condizioni migliori. Per questo la Fiom chiede che si intervenga direttamente con controlli ispettivi, che accertino il rispetto delle norme e sanzionino eventuali violazioni.
Rinnovato impegno della regione marche per lo stop al lavoro nelle ore calde
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha annunciato la volontà di rinnovare un accordo con parti sociali mirato a sospendere il lavoro nelle ore di maggior caldo. L’incontro, previsto per giovedì 3 luglio 2025, mira a definire le modalità per replicare o migliorare l’intesa firmata l’anno precedente. L’obiettivo è garantire tutele più stringenti ai lavoratori esposti a temperature spesso superiori ai 35 gradi nelle ore centrali della giornata estiva.
Il tema, sempre più sensibile in un contesto climatico che vede estati torride e ondate di calore frequenti, tocca aspetti importanti come la salute e la sicurezza sul lavoro, anzitutto per chi svolge mansioni all’aperto o in ambienti poco ventilati. Il rinnovo dell’accordo assume quindi un significato cruciale per evitare rischi di malori o incidenti legati al caldo eccessivo.
La proposta di mappatura delle aziende senza sindacati per rafforzare i controlli
Un punto cruciale emerso nel confronto sindacale riguarda la necessità di una mappatura dettagliata delle imprese operative sul territorio regionale prive di rappresentanze sindacali o di accordi specifici sul benessere dei lavoratori durante il caldo estivo. Sara Galassi ha fatto presente che senza queste informazioni è impossibile mettere in campo veri strumenti di controllo.
Questa operazione di raccolta dati consentirebbe infatti agli organi ispettivi e di vigilanza di individuare le realtà più a rischio e concentrare le verifiche dove mancano contratti o accordi sindacali. Senza questa mappatura si rischia di disperdere le risorse, lasciando molte aziende fuori dal controllo e i lavoratori in situazioni vulnerabili.
L’ispezione sul campo, ha osservato Galassi, deve essere frequente e mirata, per fare la differenza rispetto al passato. Solo così si potrà garantire uno stop effettivo al lavoro e non una semplice raccomandazione ignorata. I lavoratori, specie in assenza di rappresentanze, devono poter contare su un intervento concreto che impedisca lo sfruttamento o l’esposizione a condizioni pericolose.