La scena teatrale si accende con un debutto atteso al 68° Festival dei due mondi di Spoleto, che dal 11 al 13 luglio ospita l’opera “l’amore non lo vede nessuno“. Ispirata all’ultimo romanzo di Pietro Grasso, e diretta da Piero Maccarinelli, questa nuova produzione si presenta come un thriller esistenziale, un’indagine sul senso di perdono e sull’oscurità che a volte si nasconde dentro ciascuno.
Al centro della rappresentazione compaiono due sorelle e una serie di misteri da svelare, con Stefania Rocca tra i protagonisti in una veste che unisce la recitazione a riflessioni sul ruolo dell’attore. Lo spettacolo, realizzato da una collaborazione teatrale tra diverse compagnie italiane, è destinato ad un lungo percorso nelle principali città, tra cui Roma, Napoli e Brescia.
Il ritorno di stefania rocca tra recitazione e riflessione personale
Stefania Rocca torna in scena in un progetto che la stimola più di altri, non solo per la trama complessa ma anche per una sua personale riflessione sul mestiere d’attrice. Dopo l’esperienza come regista con “La madre di Eva”, si chiede se sarà possibile riprendersi il ruolo “solo” di attrice senza porsi in contrasto con la regia. Rocca racconta che il suo modo di vedere un personaggio può differire da chi dirige, mettendo in luce il conflitto tra visione artistica e interpretativa che ogni attore si trova a vivere.
Leggi anche:
Nel caso di “l’amore non lo vede nessuno” questo dilemma è presente ma arricchisce la sua interpretazione. La presenza di un testo con temi profondi la sfida a mantenere equilibrio tra emozione e racconto rigoroso, offrendo uno spettacolo che tocca temi esistenziali importanti.
Una trama che esplora misteri e perdono attraverso un confronto serrato
La narrazione segue la vicenda di due sorelle, Federica e Silvia, nelle ore successive alla morte improvvisa di Federica. Durante il funerale, Silvia nota la presenza enigmatica di un uomo sconosciuto, che le solleva domande pressanti sul rapporto che aveva con la sorella defunta.
Da questo incontro nasce un dialogo teso e carico di suspense. I due si danno appuntamento ogni martedì in un bar, innescando una serie di rivelazioni e sospetti in un crescendo di tensione narrativa. L’uomo promette di raccontare tutto ciò che sa su Federica, mentre Silvia si obbliga a non cercare altre informazioni che possano infrangere quel patto.
Il gioco di segreti e verità nascoste si fa specchio dell’oscurità interiori dei personaggi, ponendo al centro del racconto la possibilità di perdono verso sé stessi e gli altri.
La collaborazione di compagnia moliere e teatri nazionali che sostiene lo spettacolo
“L’amore non lo vede nessuno” nasce da una coproduzione tra la compagnia Moliere, il Centro Teatrale Bresciano, il Teatro Quirino e i Teatri di Napoli – Teatro Nazionale. Questa condivisione di risorse e spazi permette allo spettacolo una tournée che coinvolge alcune tra le città italiane più significative per la storia e il pubblico teatrale, con tappe previste a Roma, Napoli e Brescia.
La scelta di portare in giro l’opera testimonia la volontà di diffondere un lavoro impegnato e carico di spunti, che ha già alle spalle due precedenti produzioni nate dalla collaborazione tra Pietro Grasso e Piero Maccarinelli: “Fuoriusciti” e “Il caso Kaufmann“. La nuova sfida teatrale mantiene quindi un legame con precedenti successi, consolidando una strada di riflessione teatrale consapevole e rigorosa.
Un thriller esistenziale che mette a nudo le inquietudini dell’animo umano
Al centro dello spettacolo c’è una narrazione che si avvicina al thriller, ma senza rinunciare alla riflessione filosofica. Piero Maccarinelli lo definisce un’indagine spietata che mette lo spettatore davanti allo specchio di fronte agli aspetti più oscuri di sé.
Il testo invita a confrontarsi con la necessità di perdonare e anche di accettare il perdono, tema difficile e profondo. La scelta di confrontare due personaggi in un susseguirsi di incontri settimanali crea una scena dove il silenzio e le parole hanno peso, e dove il racconto totale dipende da una promessa vincolante.
Lo spettacolo riflette sulle dinamiche interiori di colpa, segretezza e confessione, temi che nei giorni di rappresentazione al Festival di Spoleto trovano un pubblico pronto a misurarsi con queste domande complesse.
Con “l’amore non lo vede nessuno“, il 68° Festival dei due mondi segna un momento di teatro che unisce letteratura contemporanea e drammaturgia rigorosa, trasferendo le inquietudini di un romanzo nelle trovate di un confronto scenico intenso e profondamente umano.