A Salerno un progetto per giovani immigrati non accompagnati: mani tese verso il futuro

A Salerno un progetto per giovani immigrati non accompagnati: mani tese verso il futuro

Il comune di Salerno promuove un progetto di accoglienza e integrazione per giovani immigrati non accompagnati, con attività educative, culturali e sportive in collaborazione con associazioni locali e istituzioni.
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Il comune di Salerno ha lanciato un progetto di accoglienza e integrazione per giovani immigrati non accompagnati, attraverso attività educative, culturali e sportive, coinvolgendo scuole e associazioni locali per favorire la convivenza e il senso di appartenenza. - Gaeta.it

Il comune di Salerno ha avviato un’iniziativa rivolta ai giovani immigrati non accompagnati, con l’obiettivo di favorire l’accoglienza e l’integrazione nel tessuto sociale cittadino. Il progetto, nato per ricordare dieci anni dal primo sbarco di migranti nella zona, si concentra su attività educative, culturali e sportive per creare legami e migliorare la convivenza tra culture diverse.

Il contesto del progetto e la sua genesi a Salerno

Salerno ha da sempre una tradizione di accoglienza, ben radicata nella comunità locale che negli anni ha affrontato flussi migratori importanti. L’idea di “mani tese verso il futuro” nasce come risposta concreta a questo patrimonio umano e cittadino, dieci anni dopo lo sbarco dei primi giovani immigrati non accompagnati. L’amministrazione comunale, con l’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili Paola de Roberto, ha promosso questa iniziativa in collaborazione con diverse associazioni locali, tra cui i Club Rotary, Inner Wheel, Rotaract, Interact e il liceo classico “T. Tasso”. Questi enti hanno contribuito a sviluppare attività rivolte ai ragazzi, ponendo le basi per una reale inclusione sociale.

L’iniziativa è stata presentata pubblicamente il 12 dicembre alla Stazione Marittima di Salerno da Luigi Maria Cioffi e Maria Rosa Lambiase, due giovani membri dell’Interact, che hanno illustrato i contenuti del progetto rivolto agli immigrati. Il giorno seguente si è svolto un incontro-dibattito a Palazzo Genovesi con l’assessore Paola de Roberto, i volontari impegnati e i responsabili dell’accoglienza, momento utile per confrontarsi sui bisogni concreti e stabilire le modalità operative.

Le attività previste nel progetto per favorire l’inclusione

Dalla presentazione in dicembre, le attività per i giovani immigrati sono andate avanti con varie iniziative. Gli studenti del liceo “T. Tasso” hanno promosso incontri e momenti di condivisione durante eventi scolastici come “la notte nazionale dei licei”. I ragazzi sono stati portati a scoprire la cultura locale attraverso visite guidate nel centro storico di Salerno, con soste al Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana e al Complesso Archeologico di San Pietro a Corte, luoghi di rilevanza storica che raccontano l’identità della città.

A queste escursioni si sono affiancate attività sportive come tornei di volley e calcetto organizzati presso la tenuta Cioffi, per favorire il gioco di squadra e lo scambio relazionale. Per incrementare l’interazione culturale, i giovani sono stati ospitati al Teatro delle Arti per partecipare a laboratori di teatro classico, esperienze che aiutano a comprendere diverse forme di espressione artistica e a mettersi in gioco davanti a un pubblico.

Nel calendario delle iniziative sono previste ulteriori escursioni, come quella del 25 maggio a Paestum, guidata dagli stessi ragazzi dell’Interact assieme agli alunni del “T. Tasso”. L’8 giugno si chiuderà il ciclo di attività con una visita a Cetara, offrendo un’ulteriore occasione per esplorare il territorio e consolidare il senso di appartenenza degli immigrati.

Riflessioni e messaggi chiave degli organizzatori e delle istituzioni

Gli organizzatori sottolineano come accogliere e integrare rappresenti una responsabilità condivisa e un impegno quotidiano. Citano le parole di papa Francesco durante la Giornata del Migrante e del Rifugiato, che invita a vedere “il volto di Cristo in ogni persona bisognosa”, ribadendo così il valore umano dell’accoglienza. Anche il richiamo al Vangelo secondo Matteo, che parla di “fare agli altri ciò che si farebbe a Cristo”, rafforza la dimensione etica del progetto.

L’educazione al rispetto e alla conoscenza dell’altro è vista come una base imprescindibile per convivere in modo civile. Pur con differenze di lingua, cultura e aspetto, i partecipanti sono accomunati dall’umanità, dettaglio che emerge nelle attività comuni di studio, preghiera e gioco. Il cardinale Delfini ha evidenziato come questi momenti favoriscano un senso di appartenenza, utile a rispettare il proprio ambiente quotidiano, dalla casa al quartiere.

Gestione pratica dell’inclusione sociale

La dimensione pratica è chiara: coinvolgere i giovani in esperienze condivise permette di costruire relazioni solide e diminuire le tensioni sociali. Le istituzioni e le associazioni locali, insieme, dimostrano un approccio che applica la conoscenza e il confronto per gestire fenomeni migratori in modi che siano costruttivi per la comunità di Salerno.

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