Le recenti trattative tra Unione europea e Stati Uniti riguardo ai dazi commerciali hanno portato a un accordo che ha scosso il dibattito politico interno in Europa e ha influenzato i rapporti economici transatlantici. La Commissione europea ha seguito il mandato degli stati membri, ma le reazioni dei paesi dell’Ue sono contrastanti e i negoziati tra americani e cinesi su tariffe proseguono a Stoccolma. Vediamo i dettagli di questo intreccio commerciale e diplomatico.
La commissione europea e il ruolo nei negoziati con gli Stati uniti
La Commissione europea, rappresentata dal portavoce Olof Gill, ha spiegato che nell’accordo raggiunto con gli Stati Uniti la propria posizione è sempre stata in linea con le indicazioni degli stati membri. Gill ha sottolineato che il processo di consultazione è stato il più intenso mai visto, con incontri regolari e approfonditi per raccogliere informazioni sia dalle industrie europee sia dalle varie parti interessate. Questo ha permesso alla Commissione di negoziare con la certezza di rappresentare l’intero continente.
Durante un briefing con la stampa, Gill ha riconosciuto che non mancano divergenze tra i paesi europei su alcuni aspetti della trattativa, ma ha difeso l’accordo come una soluzione più favorevole rispetto a uno scontro commerciale aperto, definito come lo scenario peggiore. Il portavoce ha evidenziato l’importanza di assicurare “stabilità e prevedibilità” alle imprese, una condizione necessaria soprattutto in una fase di grandi incertezze internazionali.
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Gill ha anche fatto notare che le tariffe del 15% imposte dagli Usa sono significativamente più basse rispetto alle prime minacce del 30%, un segnale che il dialogo ha contenuto l’impatto più grave. L’enfasi sulla stabilità come risultato negoziale evidenzia la necessità di mantenere le catene di approvvigionamento transatlantiche aperte e funzionanti nel medio termine.
Le critiche e le opinioni contrastanti degli stati membri europei
L’accordo ha suscitato reazioni nette tra gli stati membri. Il governo francese si è schierato apertamente contro, con il primo ministro Bayrou che ha definito il compromesso un “giorno buio” per l’Europa accusata di “sottomettersi” a Washington. Questa dichiarazione arriva in un contesto di diffuso malcontento sul fatto che l’Ue avrebbe ceduto troppo ai desiderata degli Usa.
Invece, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier polacco Donald Tusk hanno valutato l’intesa come un mezzo per prevenire una guerra commerciale più dannosa. Merz ha apprezzato la capacità di trovare un compromesso che evita scontro aperto, mentre Tusk ha evidenziato, pur riconoscendo l’accordo, l’impatto concreto sulle esportazioni polacche verso gli Usa. Secondo Tusk, la Polonia perderà circa 8 miliardi di zloty per effetto delle tariffe imposte, la metà della stima iniziale, ma con perdite significative da entrambe le parti.
Non è previsto un voto formale oggi al Coreper, dove si riuniscono i rappresentanti permanenti degli stati membri, ma si discuterà sull’accordo e sulle conseguenze che avrà sul commercio e sulla politica europea. È attesa una dichiarazione congiunta tra Usa e Ue entro i primi giorni di agosto.
Gli impegni energetici e l’obiettivo di decarbonizzazione europeo
Nel corso del briefing stampa a Bruxelles, la portavoce dell’energia dell’Ue, Anna-Kaisa Itkonen, è intervenuta per parlare degli impegni presi con gli Usa sull’acquisto di energie per un valore di 750 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Itkonen ha precisato che questi impegni sono disgiunti dall’obiettivo europeo di emissioni nette zero entro il 2050.
Gli acquisti energetici prevedono scadenze ravvicinate, mentre la decarbonizzazione prevede un orizzonte più lungo. Quindi, secondo la portavoce, i contratti con gli Usa non rappresentano un ostacolo al percorso di riduzione delle emissioni, ma si integrano in un quadro più ampio. Questi impegni evidenziano la complessità di bilanciare esigenze commerciali immediate con la transizione energetica sulla quale l’Europa pone grande attenzione.
I colloqui continuano a Stoccolma tra Stati uniti e Cina
Sul fronte globale dei dazi, oggi si è svolto a Stoccolma il secondo giorno di trattative tra Stati Uniti e Cina. La delegazione americana, guidata dal segretario al Tesoro Scott Bessent, ha incontrato il vicepremier cinese He Lifeng, figura chiave dell’economia di Pechino e stretto collaboratore di Xi Jinping.
Le parti hanno manifestato l’intenzione di discutere una possibile proroga della tregua commerciale attualmente in vigore, prevista per scadere il 12 agosto. I colloqui si svolgono nella capitale svedese, dove ieri erano iniziati, in un clima di cautela dopo mesi di escalation di misure tariffarie e ritorsioni tra le due maggiori economie mondiali.
Il continuo confronto tra Usa e Cina va monitorato attentamente, poiché le decisioni prese potrebbero avere impatti rilevanti sulla stabilità commerciale internazionale e sulle dinamiche di investimento nei prossimi mesi. Il dialogo diplomatico rimane l’unica strada per evitare un’escalation che rischia di compromettere relazioni economiche già tese.