Nel contesto del processo contro Raul Esteban Calderon per omicidio volontario, emergono dettagli scioccanti. Tre detenuti di nazionalità albanese sono stati coinvolti nel pestaggio avvenuto nel carcere di Rebibbia. Vediamo cosa è accaduto e i retroscena dietro a questo tragico evento.
Detenuti coinvolti nel pestaggio
Secondo i resoconti dell’udienza del processo, i tre detenuti responsabili del pestaggio sono stati identificati come Dorian Petoku, Renato Hasa e Mirjam Xemalaj. Il legame tra Petoku e Calderon risale agli anni in cui Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik, era il capo degli Irriducibili. La vicenda si complica ulteriormente considerando che il pestaggio di Calderon è avvenuto poche settimane dopo il suo arresto, senza alcuna collaborazione da parte sua con le autorità.
Motivazioni dietro l’aggressione
Nonostante il silenzio dei diretti interessati, le indagini condotte hanno evidenziato che il pestaggio potrebbe essere stato un atto di vendetta per Diabolik. L’accusa ipotizza che la brutalità subita da Calderon potrebbe essere stata una “spedizione punitiva” orchestrata per vendicare l’ex leader degli Irriducibili, ucciso a Roma nel 2019.
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Dinamica del pestaggio in carcere
L’ispettore capo della polizia penitenziaria ha fornito dettagli sulle circostanze dell’aggressione avvenuta tra le 9.13 e le 9.16. Le registrazioni delle telecamere hanno permesso di identificare chiaramente i tre detenuti responsabili. Sorprendentemente, nessun altro detenuto è intervenuto per porre fine alla violenza inflitta a Calderon. Dopo l’aggressione, Calderon è stato posto in isolamento, in attesa di un trasferimento in un’altra struttura carceraria, mentre i tre aggressori non hanno subito conseguenze immediate.