La situazione nelle carceri italiane, in particolare in Campania, sta suscitando sempre più preoccupazione. Un’inchiesta del programma di Canale 5 mette in luce il grave problema del traffico di telefoni cellulari all’interno delle strutture penitenziarie. Emilio Fattorello, segretario regionale dell’organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria, ha rilasciato dichiarazioni scioccanti che evidenziano i rischi associati a questa situazione per il personale penitenziario e per la sicurezza pubblica.
Il problema del traffico di cellulari
Fattorello non usa mezzi termini quando parla della situazione attuale nelle carceri. «Noi condanniamo i colleghi infedeli perché mettono a rischio anche la nostra vita», afferma, evidenziando come la corruzione interna e i comportamenti illeciti di alcuni agenti possano compromettere la sicurezza di tutti. L’affermazione di Fattorello mette in evidenza un problema radicato: l’entrata non controllata di dispositivi tecnologici all’interno delle strutture carcerarie.
Secondo quanto riferisce, i telefoni cellulari vengono spesso introdotti tramite i familiari dei detenuti, con il risultato di operazioni camuffate sotto forma di pacchi alimentari. Fattorello racconta: «Abbiamo trovato telefonini confezionati in scatole sigillate degli alimenti». Questa modalità di traffico non solo facilita la comunicazione illecita tra detenuti e il mondo esterno, ma crea anche un enorme disagio tra gli agenti di custodia, che si sentono sempre più vulnerabili.
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La dimensione del traffico risulta allarmante. Fattorello spiega che attraverso i telefoni cellulari si orchestrano attività illecite, tra cui l’estorsione e la gestione di contatti con l’esterno. «C’è un traffico tale per cui si vendono le telefonate e si ordinano le estorsioni. Ci sono detenuti che gestiscono il possesso del telefono portando adepti e detenuti più deboli che hanno bisogno di fare delle chiamate», aggiunge, delineando un quadro preoccupante di criminalità organizzata all’interno del sistema penitenziario.
Minacce alla sicurezza del personale
Le dichiarazioni di Fattorello non si limitano al traffico di cellulari, ma si estendono anche alle minacce dirette che lui e i suoi colleghi affrontano quotidianamente. I detenuti, grazie all’accesso a questi dispositivi, riescono a informarsi su dettagli personali degli agenti, incluse le loro famiglie. «Noi ci sentiamo minacciati perché i detenuti sono in possesso dei nostri indirizzi e addirittura conoscono i componenti delle nostre famiglie», avverte Fattorello.
La possibilità di comunicazioni non controllate tra detenuti e il mondo esterno innalza il livello di rischio per il personale penitenziario, che già opera in un contesto di elevata tensione. Fattorello sottolinea l’importanza di adottare misure più severe per limitare o eliminare l’ingresso di telefoni cellulari nelle carceri, poiché la loro presenza aumenta l’insicurezza all’interno delle strutture.
Le affermazioni del segretario regionale pongono quindi l’accento sulla necessità di interventi pronti e decisi da parte delle autorità competenti per garantire un ambiente di lavoro più sicuro per il personale della polizia penitenziaria, così come una gestione più efficace della sicurezza interna del sistema carcerario.
La strada verso la sicurezza
Affrontare il tema del traffico di cellulari nelle carceri non è solo una questione di sicurezza per gli agenti, ma per l’intera società. Quando i detenuti possono comunicare facilmente con l’esterno, il rischio che le loro attività illecite si estendano al di fuori delle mura carcerarie aumenta notevolmente. È essenziale che la questione venga esaminata con serietà e implementata una strategia che risponda a tale emergenza.
Gli esperti nel campo della sicurezza carceraria suggeriscono che per affrontare questo fenomeno è indispensabile un insieme di azioni sinergiche, che includano controlli più rigorosi all’ingresso delle strutture, formazione specifica per il personale e indagini approfondite su eventuali infiltrazioni. È fondamentale che vengano rese più efficaci le procedure di sorveglianza e controllo, non solo per individuare ma anche per sradicare il traffico di cellulari nelle carceri.
In un contesto dove la vita di molti è influenzata dalla criminalità, è evidente che la lotta contro il traffico di cellulari è solo uno dei passi necessari per garantire una vera sicurezza all’interno del nostro sistema penitenziario.