Sean Penn, noto attore e regista, ha ripercorso la sua carriera e condiviso riflessioni sul mondo del cinema durante il Festival Internazionale del Film di Marrakech. In una conversazione schietta e aperta, Penn ha parlato della sua passione per il lavoro di Paolo Sorrentino e delle sue esperienze recenti, rivelando anche le sue opinioni sull’evoluzione della settima arte.
Penn ha esordito con una frase che colpisce subito: «Paolo Sorrentino? Che regista straordinario». L’attore, 64 anni, ha espresso il desiderio di collaborare nuovamente con il famoso cineasta, già autore di opere acclamate a livello mondiale. Nel contesto di un’intervista a margine del festival, Penn è sembrato entusiasta nel raccontare il suo legame profondo con il cinema, ma ha anche messo in guardia sul rischio di utilizzare i social media in modo egoistico. La sua esperienza come attivista si riflette nel suo approccio alla vita e alla carriera, dove ogni giorno cerca ispirazione e motivazione per contribuire al mondo in modo positivo.
Un viaggio in Ucraina tra documentari e impegno sociale
L’attore ha fatto un salto indietro al 2022, quando ha avuto l’opportunità di visitare l’Ucraina per realizzare un documentario sugli effetti devastanti dell’invasione russa. Ha definito quell’esperienza come «una grande opportunità » che ha arricchito la sua visione del mondo e del cinema. Questo progetto ha conferito a Penn una nuova consapevolezza sulla realtà globale e sull’importanza di raccontare storie significative attraverso il mezzo cinematografico.
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Penn si è anche soffermato sui film arabi che ha apprezzato, citando titoli come “The Apprentice, alle origini di Trump” dell’iraniano Ali Abbasi e “The Mother of All Lies” della marocchina Asmae El Moudir. La sua apertura verso il cinema globale dimostra il suo interesse per narrazioni diverse e la sua volontà di esplorare le varie sfaccettature della vita attraverso la cinematografia. La sua presenza al festival è stata un’occasione non solo per riflettere sulla propria carriera, ma anche per apprezzare il talento di registi e racconti provenienti da culture diverse.
L’evoluzione del cinema e l’importanza della sceneggiatura
Parlando del cinema contemporaneo, Penn ha rivelato le sue considerazioni su come sia cambiato il modo di approcciare la produzione cinematografica. Ha osservato che oggi è spesso più semplice trovare storie di valore da sviluppare per la televisione o per piattaforme digitali, piuttosto che per il grande schermo. Questa trasformazione nell’industria cinematografica ha portato a una maggiore diversificazione dei contenuti, permettendo a produttori e autori di esplorare una gamma più ampia di narrazioni.
Penn ha anche sottolineato un aspetto cruciale del processo creativo: l’importanza delle prime pagine di una sceneggiatura. «Le prime 10 pagine mi bastano per capire se un film mi prende», ha affermato. Questa affermazione denota una forte consapevolezza del valore di un buon inizio narrativo, capace di catturare immediatamente l’attenzione del pubblico. L’attore ha poi fatto un confronto intrigante, definendo i distributori attuali come «congressisti USA quando eleggono il presidente», suggerendo che il settore della distribuzione cinematografica è in una fase di trasformazione e complessità .
Riconoscimenti e il valore del percorso artistico
Al festival, Sean Penn ha ricevuto la stella d’oro alla carriera, un premio che riconosce i suoi contributi nel mondo del cinema sin dal debutto nel 1974 in “La casa nella prateria”. Accettando il premio, ha riflettuto sul passare del tempo, dicendo: «Mio Dio, come sono vecchio». Il riconoscimento è stato per lui un’occasione per celebrare non solo i successi, ma anche il suo percorso artistico e umano.
Penn ha descritto la sua visita in Marocco come un sogno che si avvera, affermando che il festival è unico in quanto celebra il talento e permette di incontrare giovani cineasti e le proprie icone. In questo contesto, le celebrazioni diventano più ricche e significative, creando un legame diretto con il cuore pulsante di una comunità creativa. La stella d’oro non è quindi solo un simbolo di successo, ma anche un tributo a una carriera dedicata alla ricerca della verità e della bellezza attraverso il cinema.