La situazione industriale in Emilia-Romagna destava preoccupazione tra le aziende del gruppo Stellantis, con particolare attenzione verso Maserati. La chiusura dell’Innovation Lab di Modena, un importante centro di ricerca, ha sollevato timori per il futuro della forza lavoro e della produzione. Attualmente, il marchio del Tridente affronta difficoltà significative, inclusa la gestione della cassa integrazione per i propri operai.
Chiusura dell’Innovation Lab di Maserati
Il centro di ricerca Maserati a Modena ha chiuso i battenti quest’autunno, un evento che segna un cambiamento radicale per una delle eccellenze automobilistiche italiane. Inaugurato solo pochi anni fa con oltre mille occupati, l’Innovation Lab rappresentava un investimento strategico per il marchio. Ora, la gestione della produzione si rifà alla storica sede della città, con conseguenze dirette sulla forza lavoro. Infatti, il lavoro per gli operai è stato fortemente limitato, con la cassa integrazione che regola gli impieghi.
Secondo le informazioni disponibili, circa 150 operai si trovano attualmente in cassa integrazione, mentre oltre 700 specialisti del reparto engineering sono colpiti da misure di ammortizzazione sociale, che prevedono una giornata di lavoro alla settimana. La produzione è ridotta al minimo, permettendo solo 4-5 giornate di lavoro al mese, spesso comunicate con poco preavviso, il che mette a rischio non solo il lavoro, ma anche la morale del personale.
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Visita di Carlos Tavares e Sfide Future
Lo stabilimento di Maserati ha ricevuto una visita significativa il 5 novembre da Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis. Durante questo incontro, è emerso il clima di incertezza che attanaglia la fabbrica, nonostante le celebrazioni per i 110 anni di storia del marchio. Le interazioni tra Tavares e i rappresentanti sindacali non hanno portato a rassicurazioni concrete circa il futuro della produzione o l’introduzione di nuovi modelli elettrici, temi cruciali considerando il crescente interesse verso la mobilità sostenibile.
I sindacati presenti, in particolare la Fiom, hanno segnalato che non si era parlato di modelli elettrici o di future produzioni, contrariando precedenti comunicazioni sulle prospettive di lancio della MC25 elettrica nel 2025. Questo vuoto comunicativo alimenta le preoccupazioni tra i dipendenti e il tessuto sociale che orbita attorno allo stabilimento.
VM Motori: Difficoltà e Riconversione Necessaria
A fianco della situazione di Maserati, un’altra realtà che merita attenzione è VM Motori, un’azienda storica di Cento, specializzata nella produzione di motori diesel. Questa azienda, parte del gruppo Stellantis, ha visto una drastica riduzione della propria forza lavoro, passando da 1.400 a 350 dipendenti in meno di sei anni. I sindacati attribuiscono questa diminuzione all’assenza di un processo di riconversione dalla produzione di motori endotermici a quella ibrida ed elettrica.
Mai come negli ultimi anni, la pressione per rinnovare le tecnologie e adattarsi alle nuove esigenze del mercato automotive è palpabile. L’indotto della VM Motori coinvolge numerose piccole e medie imprese nelle province di Ferrara, Bologna e Modena. La situazione di questo stabilimento rappresenta una sfida per la comunità economica locale, che deve trovare un equilibrio tra le tradizioni industriali e le nuove richieste del mercato globale.
Il contesto in cui operano queste aziende è complesso e richiede soluzioni strategiche per salvaguardare non solo i posti di lavoro, ma anche la reputazione dei marchi del Made in Italy nel settore automobilistico.